IN VIGORE IL 3° PROTOCOLLO OPZIONALE ALLA CONVENZIONE SUI DIRITTI DELL’INFANZIA

UNICEF: IN VIGORE IL 3° PROTOCOLLO OPZIONALE ALLA CONVENZIONE SUI DIRITTI DELL’INFANZIA

Per i minori possibile reclamare contro gli Stati che violano i loro diritti (ma non in Italia)

 

15 aprile 2014 – Da ieri è entrato in vigore il terzo Protocollo opzionale (OP3) alla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza che permetterà ai minorenni di presentare al Comitato ONU sui diritti dell’infanzia – organo che monitora l’applicazione della Convenzione da parte degli Stati che l’hanno ratificata – reclami per eventuali violazioni dei diritti sanciti dalla Convenzione stessa e dai suoi primi due Protocolli Opzionali, dedicati rispettivamente al coinvolgimento dei minori nei conflitti armati e alla vendita di bambini, alla prostituzione minorile e alla pornografia rappresentante bambini.

L’OP3, dedicato alle procedure di reclamo da parte dei minori, è stato adottato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel dicembre 2011. Aperto alla firma degli Stati nel febbraio 2012, ha raggiunto il 14 gennaio scorso il numero di ratifiche (10) necessario per entrare in vigore: da ieri, a tre mesi dal deposito del decimo strumento di ratifica, il Protocollo diventa operativo.

Nello specifico l’OP3 permetterà ai minorenni che, individualmente, collettivamente e/o attraverso i propri rappresentanti lamentino la violazione dei propri diritti da parte del proprio Stato di appartenenza, di presentare reclami davanti al Comitato ONU sui diritti dell’infanzia, a patto che siano stati precedentemente esperiti tutti i rimedi di ricorso interni e che lo Stato in questione abbia naturalmente ratificato sia la Convenzione che i suoi Protocolli, dichiarando di accettare la competenza del suddetto Comitato ONU.

Oltre a questa procedura (Individual communications) il Protocollo prevede che qualunque Stato che abbia ratificato l’OP3 possa presentare reclamo contro qualunque altro Stato ritenuto responsabile di aver violato gli obblighi derivanti dalla ratifica della Convenzione e dei suoi Protocolli opzionali, a condizione che anche quest’ultimo abbia a sua volta ratificato l’OP3 (Inter-State communications).

Infine, qualora il Comitato ONU sui diritti dell’infanzia riceva informazioni attendibili indicanti gravi o sistematiche violazioni dei diritti enunciati nella Convenzione o nei suoi Protocolli opzionali, perpetrate da uno Stato parte, potrà condurre un’inchiesta al riguardo, a patto naturalmente che lo Stato sospettato di violazioni abbia previamente accettato la competenza in tal senso del Comitato (Inquiry procedure).

Affinché si possa applicare l’OP3, tutte le presunte violazioni dovranno essere avvenute dopo la sua entrata in vigore: non sarà dunque possibile applicare retroattivamente l’OP3 a (presunte) violazioni passate.

“La Convenzione sui diritti dell’infanzia era rimasta l’unico trattato internazionale sui diritti umani a non prevedere la possibilità di far esaminare, da parte dell’organo deputato al suo monitoraggio, casi di denuncia o ricorso relativi alle violazioni dei diritti previsti dalle sue norme. Grazie all’OP3, la Convenzione estende la protezione dei diritti dei minori, che non sono tutelati in maniera così ampia da altri trattati sui diritti umani, offrendo loro nuovi strumenti per rafforzarli” ha dichiarato il Presidente dell’UNICEF Italia Giacomo Guerrera.

La campagna di mobilitazione per promuovere l’introduzione di una procedura di reclamo relativa alle violazioni della Convenzione e dei suoi Protocolli era iniziata nel 2006, coinvolgendo l’UNICEF e numerose altre associazioni che si occupano di infanzia e adolescenza in tutto il mondo.

“L’Italia era stata tra i primi Paesi a sottoscrivere l’OP3, nel 2012, senza però procedere alla successiva ratifica. Auspichiamo che il Parlamento proceda quanto prima a realizzare questo passo, che darebbe al Protocollo la necessaria forza di legge anche nel nostro Paese”, ha concluso Guerrera.