Docenti virtuali Docenti reali a Napoli 25-26-27 aprile 2014

DOCENTI VIRTUALI DOCENTI REALI A NAPOLI 25–26-27 APRILE 2014

NAPOLI – CITTà DELLA SCIENZA− MEETING DOCENTI VIRTUALI.

di Umberto Tenuta

 

Io non ci sarò!

Non so perchè.

Ho rifiutato l’invito a tenere una relazione.

Io che di digitale mi pasco, mi nutro, vivo la notte e il dì.

Non so perché.

Forse, per amore del Digitale.

Sì, forse sì, perché col Digitale io seguo, io partecipo, io sono presente, in questo mondo, in cui quello che conta è ormai la realtà virtuale, la realtà digitale.

L’ho già scritto, l’ho già detto e ridetto.

Ma lo ripeto.

Lo voglio ripetere.

Ma, con onestà, debbo smentire me stesso, debbo dire che prima del Digitale viene il Concreto, la Realtà in carne e ossa, il costato di Tommaso!

Sì, sono figlio illegittimo di Jean Piaget, ma lo riconosco Padre, Padre grande di cui ho ereditato i cromosomi. Padre grande che ho riconosciuto mio padre.

tenuta1Sì, come Lui dice, prima il REALE CONCRET0!

Poi, appena poi, dopo viene il REALE DIGITALE.

Solo come parentela di terzo grado, poi viene il REALE ICONICO.

E solo alla fine, ma proprio alla fine, quando l’abbuffata di concreto, di digitale e di iconico è finita, poi viene il reale SIMBOLICO.

Ecco lo ripeto così.

Partiamo dal simbolico!

Simbolo, dal greco simballo, due cose che si collegano, il reale ed il suo simbolo che lo rappresentata, che lo sostituisce.

Quindi, già nel significato di simbolo c’è il riferimento al reale, all’altra cosa che sostituisce.

Un tempo lontano, alla cassa del BAR pagavi il caffé e ti davano un GETTONE che stava a significare un CAFFé che ti dovevano far bere al bancone.

Se il caffé non ti davano, il gettone, il simbolo, era privo di significato!

La parola è un simbolo vuoto se prima di essa non c’è la cosa, la pietra preziosa che tu indichi il nome DIAMANTE, la pianta che simbolizzi con il nome PERO, la persona che tu simboli zitti col nome ANNARELLA…

Chiarito che la realtà virtuale presuppone la realtà concreta, vorrei fare due altre precisazioni.

La prima: i docenti virtuali non sostituiscono i docenti reali, la Maestra in carne e ossa, con i cappelli biondi, gli orecchini di diamante, gli occhi verdi come la giada, quella Maestra lì, nella Scuola di…, nella Classe III B, Docente di matematica.

Non solo bella, ma anche buona, dal cuore grande che i bimbi innamora, accarezza, loda, mai sgrida, mai punisce!

Docenti reali prima che docenti virtuali!

Docenti non sostituibili da nessun E-TEACHING!

Gli studenti si chiamano tutti Tommaso, tutte Tommasina!

Non si accontentano dei suoni, delle parole!

Non si accontentano delle immagini, anche se in movimento!

Vogliono toccare, vogliono mettere le mani nel costato.

Vogliono sentire il profumo della loro Maestra, là, tra i banchi, in mezzo a loro, una carezza qua, una carezza là, uno sguardo fisso a te, uno sguardo basso a me!

Ah!

Ho capito, ho capito che cosa volete dire.

Volete dire che i docenti virtuali sono i docenti, sono le docenti che utilizzano gli strumenti digitali.

Ottima precisazione!

Ma non basta.

Occorre ancora, occorre ancora precisare alcune cose.

La prima, e forse la più importante, è:

−Chi utilizza gli strumenti digitali?

Se ad utilizzarli è la Docente, con la LIM, col proiettore, col monitor, non serve, non serve proprio, il digitale!

Meglio la calda, viva, suasiva parola della Docente.

Il DIGITALE, come l’ICONICO, come il CONCRETO ha valore solo se utilizzato dagli studenti, dai singoli studenti.

Ed allora, le LIM non bastano!

Ci vogliono i TABLET, tanti tablet per ciascuno del 25 studenti della classe.

Non dite che costano!

Costano meno dei libri di testo, e possono sostituire i libri di testo!

Dite piuttosto che i docenti sono abituati ai libri di testo, a quelli cartacei.

Ma gli studenti non hanno abitudini.

Anzi un’abitudine se la sono anch’essi formata, quella del digitale, da nativi digitali.

Detto questo, non basta ancora!

Occorre aggiungere che gli strumenti, gli strumenti digitali, i tablet, debbono essere utilizzarli dagli studenti che operano assieme, in cooperative learning!

Ci siamo!

Tutti d’accordo.

Ma che facciamo, là, tutti assieme, nelle aule SALE, con i tavoli da pizzeria?

Mica gli studenti stanno lì a leggere sui tavoli?

Ad annusare le mappe concettuali fotocopiate dai docenti!

A leggere le sintesi dei libri di Storia, di Geografia, di Scienze, di Geometria, di Storia dell’Arte(?)…

E no, Signori miei!

Gli studenti stanno lì, intorno ai tavoli della pizzeria, a cooperare, per scoprire, per inventare, per costruire il numero UNO, il numero DUE, il numero TRE, il numero QUATTRO…

Per scoprire, per inventare, per costruire il concetto di ADDIZIONE, il concetto di SOTTRAZIONE, il concetto di MOLTIPLICAZIONE, il concetto di DIVISIONE.

Concetto che poi è uno solo, quello di addizione perchè, amici cari, le quattro operazioni aritmetiche non sono quattro, ma sono una, una sola!

Sono solo ADDIZIONI.

Il grosso errore dell’ARITMETICA!

O quanti errori nell’insegnamento!

Ma ora non importa, ora importa comprendere che gli studenti non debbono imparare, ma debbono scoprire, inventare, ricostruire i concetti, le operazioni.

Detto, ridetto, e non contraddetto, questo, cosa ci resta?

Ci resta che non basta essere docenti virtuali!

Occorre essere docenti che nelle loro aule non utilizzano, ma fanno utilizzare, prima gli strumenti reali e poi quelli digitali, solo dopo quelli iconici, ma alla fine senz’altro quelli simbolici.

Vogliamo sintetizzare?

Diciamo che i docenti virtuali sono i docenti che non utilizzano gli strumenti digitali per fare lezioni, per insegnare, per spiegare, per interrogare, per promuovere, per bocciare con gli strumenti digitali!

Ma sono i maestri che a scuola non dicono nulla, ma motivano e orientano i loro studenti a fare le loro scoperte, le loro invenzioni, le loro costruzioni dei concetti, delle regole, delle formule, delle mappe concettuali, utilizzando prima strumenti concreti, poi strumenti virtuali, strumenti iconici e infine, solo alla fine, strumenti simbolici

Prima le torte preparate dalle mamme per la Pasqua, da dividere con i compagni di tavolo.

Poi le torte sul tablet da dividere in parti uguali.

Infine la frazione simbolizzata: 1/25.

 

NB

Se qualcuno non è d’accordo, sa come farmi un quesito in questa RIVISTA!