Valutare che chi come

VALUTARE CHE CHI COME

di Umberto Tenuta

 

Il tema della valutazione è in prima pagina sui quotidiani italiani.

Illustri studiosi ne parlano.

Noi, che illustri studiosi non siamo, ci limitiamo a scrivere queste mirerelle considerazioni.

Partiamo da una premessa normativa, quella delle norme costituzionali che di seguito riportiamo:

1°- Ogni persona ha diritto al pieno sviluppo della sua persona.

2°- è dovere e diritto dei genitori, mantenere, istruire ed educare i figli.

Non solo il dovere, ma anche il diritto di educare spetta ai genitori.

I genitori possono esercitare questo diritto ed assolvere a questo dovere, sia nelle scuole statali, sia in altre scuole, italiane o estere, private, paritarie, statali, non importa.

Importa una sola cosa: il pieno sviluppo della persona umana.

Pieno sviluppo che nel linguaggio pedagogico meglio chiamiamo piena formazione della persona umana.

Tant’è che nel D.P.R. 275/1999 si parla di successo formativo.

E nel rapporto faure siafferma: <<ogni uomo è destinato ad essere un successo e il mondo è de-stinato ad accogliere questo successo>>[1].

Solo negli Stati totalitari, e soli in essi, da Sparta agli Stati comunisti, nazisti e fascisti lo Stato si arroga questo diritto.

Negli Stati democratici questo diritto è riservato ai genitori, e a nessun altro!

Quindi, se i genitori hanno il diritto ed il dovere di istruire ed educare i propri figli, essi hanno anche il dovere e il diritto di valutare la scuola che i propri figli frequentano.

Quello dei genitori è un diritto prioritario.

Ed infatti, i genitori esercitano questo diritto quando inviano i propri figli alle scuole non statali che scelgono ad libitum.

Perché non dovrebbero esercitarlo anche nelle scuole statali?

Si obietterà che le scuole statali sono valutate dallo Stato.

Indubbiamente, lo Stato, nell’organizzare un proprio servizio, ha il sacrosanto diritto di valutarlo.

Lo Stato valuta che il pubblico servizio assolva alle finalità per le quali è stato creato.

Nel contempo, i genitori valutano se il servizio scolastico o non scolastico garantisce ai loro figli il successo formativo.

Due diritti, quello dei genitori, prioritario, e quello dello Stato.

In una società democratica, il diritto dello Stato non può essere prioritario, come negli Stati totalitari che fissano le finalità della formazione dei cittadini, con tutte le conseguenze che ben conosciamo.

I diritti della persona umana vengono subordinati ai diritti dello Stato: la persona è subordinata al cittadino!

Prima di essere un uomo, tu sei un comunista, un nazista, un fascista!

Vogliamo questo, oggi, in Italia?

No, no, no!

Il diritto di educare è costituzionalmente riconosciuto ai genitori.

E, allora?

Allora, lo Stato verifica se i genitori sono soddisfatti del servizio scolastico che lo Stato offre ai loro figli.

E come lo verifica?

Chiedendolo ai genitori!

Solo i genitori non tradiscono i loro figli, non li ingannano, non li deprivano della loro piena umanizzazione, del loro essere pienamente uomini, un successo umano!

Attenzione!

Stiamo parlando di successo formativo, di piena formazione umana, di piena formazione dell’uomo, del cittadino e del lavoratore!

Non stiamo parlando del conseguimento di un Diploma.

I Diplomi non servono più, solo lo Stato li richiede e ad essi si affida.

E perciò l’Amministrazione statale non funziona!

Le Aziende private non chiedono Diplomi ma conoscenze e competenze nei campi operativi, conoscenze e competenze che esse accertano, verificano, valutano, senza tener alcun conto dei Diplomi.

Perché i Genitori non pensino solo ai Diplomi per far accedere i loro figli, anche se incompetenti, agli impieghi statali, aboliamo il valore legale dei Titoli di studio!

Allora, i genitori saranno i migliori valutatori anche delle scuole statali.

Lo Stato valuta attraverso i genitori!

Sì, o Maestre, o Maestri, il miglior giudice è il RE!

Sono le mamme ed i papà, come fate voi con i vostri figli che li mandate alle scuole che valutate migliori, voi che dentro ci state!

Ma allora le scuole non si autovalutano?

Sì che si autovalutano, come chi guida un’automobile!

L’autovalutazione nelle scuole serve a progettare i propri interventi formativi ed a metterli a punto continuamente.

Come fanno attualmente gli automi che guidano le auto!

Nulla questio, nessuna preoccupazione.

Per chi fa il proprio dovere, per chi si impegna al massimo, per chi è consapevole che nella scuola si formano i giovani, le nuove generazioni, la società di domani, che tutti ci auguriamo migliore, per i nostri figli.

In un mondo uscito dai villaggi, è interesse di tutti che tutti siano educati, tutti, non soli i nostri figli.

E noi educatori abbiamo questa grande responsabilità.

La valutazione è un dono divino, un dono che ci consente di essere miglior per fare migliori i nostri figli, le generazioni future, la società di domani.

Ma, a questo punto, ci fermiamo.

Altro discorso meritano i carrozzoni sui quali viaggiano gratis molte persone, anche quelle che nella scuola non amano operare nell’impresa più grande che, dopo quella delle madri, a una persona può essere affidata, quella di aiutare i giovani a nascere alla condizione umana.

 

[1] FAURE E, (a cura di), Rapporto sulle strategie dell’educazione, Armando-UNESCO, Roma, 1973, p. 249.