Voti e giudizi non ne date

VOTI E GIUDIZI NON NE DATE

di Umberto Tenuta

Voti, giudizi, valutazioni, interrogazioni, verifiche, scrutini, esami… quanto tempo perduto, anzi dannoso, per docenti e per studenti soprattutto!

 

Ricercate i miei scritti sulla valutazione, su INTERNET, per favore!

Tutto quello che c’era da dire, l’ho già detto.

Ora che faccio se resistere non so alle provocazioni che ogni giorno mi arrivano sull’unico canale digitale di comunicazione con la scuola che mi resta?

Qualcosa debbo fare, mi urge, è urgente.

Troppa sofferenza vedo intorno a me, soprattutto nei giovani miei fratelli, ed io ai miei fratelli do tutto, figurarsi se non dedico un mattino di maggio, di maggio mese che precede i giorni del giudizio, dei giudizi finali, negli scrutini e negli esami!

Voti e giudizi.

Chi sono io per giudicare, ha esclamato Papa Francesco!

Finalmente un Papa, un Papa della Chiesa della Santa Inquisizione, ha detto una parola cristiana, una parola di Cristo:

Non giudicate e non sarete giudicati, o gente!

Chi può, chi sa giudicare un’altra persona, se già ci asteniamo dal giudicare noi stessi, tanto è il mistero che ciascuno di noi esseri umani è.

Ma lo studente ha scritto MONDAGNA, mondagna con la D e non con la T.

E tu, docente, lo sai perchè lo ha scritto con la D?

Te lo sei mai chiesto?

Forse perchè, come me bambino dialettofono, non lo sapeva, non aveva ancora discriminato la diversità dei due fonemi D e T.

Né la mia Maestrina superbina si era degnata di chinarsi sul mio visino innocente a dirmi: o bimbo mio caro, quanto sei bello −allora lo ero, a detta di mia madre!− , quanto sei bello! Senti, ora diciamo assieme:

montttte monttttagna

montttte monttttagna

montttte monttttagna

A volte, a volte, a volte, agli studenti non è stato fatto apprendere quello che sbagliano!

Allora, ogni errore dei nostri studenti è un interrogativo, è un problema, è una verifica per il docente.

Per il docente, non per lo studente!

Con questo, non dico che il docente dovrebbe darsi un QUATTRO PIù, ma almeno avere l’accortezza di non mortificare lo studente con un QUATTRO MENO!

Forse non mi sono spiegato!

Ora lo riassumo, quello che volevo dire e non ho detto.

Nessuno sbaglia quello che sa, quello che sa fare.

Siamo d’accordo?

Allora, quando gli studenti sbagliano, la cosa non riguarda loro, ma noi docenti che siamo avvisati di non aver insegnato.

Oddio, ma se è solo quel moccioso ad aver sbagliato, che c’entro io docente?

E sì, tu c’entri, c’entri perchè agli altri la mammina lo aveva fatto apprendere bene che MONTAGNA si scrive con la T e non con la D, ma a TINO la mammina analfabeta diceva sempre MONDDDAGNA!

Capito ora?

Bene!

Ora vediamo i GIUDIZI.

HAI SBAGLIATO!

SEI UN DISTRATTONE!

Bene, anzi male.

Ora te lo do io il giudizio!

Vedi, Maestra BELLA, stamattina ti sei distratta e sulla gote destra hai messo tanto rossetto che sembra un brufoletto!

Come rimani tu dinanzi al mio GIUDIZIO?

Certo, non ci resti male, e se normalmente un po’ permalosa sei, mi rispondi arrogante: FATTI I FATTI TUOI!

Sì che me li faccio, ma tu, fatteli pure tu!

Ora ci siamo intesi.

Se non sbaglio, tutto questo tiritera ad una cosa sola approda.

Nella Valutazione lo studente è fuori discussione!
La valutazione riguarda solo la validità dei percorsi formativi progettati ed attuati dai docenti.

Lo diceva anche Roberto Zavalloni, e tanti altri Illustri Professoroni che dirvi non vo’.

Ma, allora, niente più compiti da correggere!

Che bello, i pomeriggi a casa ce li godiamo tutti interi!

E no, nooo!

Non si tratta di correggere e di valutare, ma di verificare, verificare non le competenze degli studenti, ma il raggiungimento degli obiettivi che ci eravamo prefissati in quel determinato percorso didattico ovvero Unità di apprendimento (UDA), e non Unità didattica (UD).

Tutti gli studenti hanno acquisito le competenze?

Se gli obiettivi non li hanno raggiunti, riprogettiamo per tutti o solo per un gruppo di studenti.

Insomma, gli studenti se la cavano sempre!

Chi paga siamo sempre noi docenti!

Vedete, amici cari, voi avete scelto di fare questo mestiere, mestiere nobile, mestiere grande, mestiere di ostetrica che aiuta a partorire, come Fenarete, la madre di Socrate.

E come Socrate che nulla insegnava, ma aiutava a partorire le provvisorie verità, le verità che facevano grandi, che facevano filosofi, che facevano uomini i suoi discepoli.

Se questa grande pazienza e questa grande abilità non avete, la porta di uscita dalla scuola è aperta.

Ma gli studenti non possono uscire!

Non debbono uscire!

Non vogliono uscire!

Gli aborti non sono consentiti.

Né alle Madri né ai Maestri!

Un giovane che non apprende, che non impara, che non si forma è un figlio di donna che non nasce alla condizione umana, che non diventa uomo, che non si esprime in tutta la sua grandezza umana.

Tutti i figli di donna hanno diritto al successo formativo.

Lo statuisce la Costituzione italiana e l’art. 1 del D.P.R. 275/1999.

Come afferma il Rapporto Faure, <<Ogni uomo è destinato ad essere un successo e il mondo è destinato ad accogliere questo successo>>.

Insomma, agli studenti non può essere negato il successo formativo.

Anzi, va garantito!

Spetta ai docenti garantirlo.

Gli studenti non possono essere respinti!

A loro non può essere negato il diritto alla umanità.

La Valutazione serve a garantire questo diritto, non a negarlo, bocciando, respingendo.

Ma noi non bocciamo.

Noi ci limitiamo a rimandare!

E no, Docenti miei, voi andate in vacanza.

Anche mio nipote sta progettando le sue vacanze.

Sul diario ha scritto solo queste parole: VACANZE, QUANTO VI ASPETTO: DIVERTIMENTO, SOLO DIVERTIMENTO!

Oddio, di-vertirsi, fare una cosa diversa, diversa dagli amori, dagli amori più belli, amori dei saperi, amore del sapere, filosofia, studium, studenti.

È un negare la cosa più bella, la gestazione alla vita.

È veramente un mortificare!

Maestre, lo so, per voi non è così, voi sapete che cosa significa partorire, mettere al mondo una nuova creatura, un uomo, maschio o femmina che sia!

Maestre, mamme, voi sapete che belli come i figli vostri studenti non c’è nessuno!

“Ogni scarrafone è bello a mamma soja”

Maestre e Maestri, solo gli insegnanti −insegnanti che non esistono− bocciano e respingono.

Voi, autentiche maestre, autentici maestri, promovete tutti i vostri studenti!

 

POST SCRIPTUM

Ma come la mettiamo con l’autovalutazione: valutiamo o lasciamo agli studenti l’autovalutazione?

Ecco, questa è una domanda da…

Se la valutazione viene utilizzata per la regolazione della programmazione, allora gli studenti sono fuori discussione.

La Valutazione o, meglio, la Verifica resta un compito personale dei docenti.

Se invece la Valutazione serve a far apprendere agli studenti ad autovalutarsi, compito questo che rientra nella conquista dell’autonomia della persona umana, allora la Valutazione deve configurarsi come autovalutazione.

Il docente non corregge e non valuta.

Invita gli studenti ad autocorreggersi, offrendo loro degli aiuti.

Ad esempio:

−Dice che nel compito ci sono degli errori.

Gli studenti, da soli o con la collaborazione dei compagni, ricercano e correggono gli errori.

-Dice che nel compito vi sono 5 errori.

-Dice che 3 errori sono nella prima metà dell’elaborato.

-Dice che 1 errore si trova nella terza riga…

-Evidenzia la frase, la parola o la sillaba sbagliata.

In questo modo gli studenti imparano ad autocorreggersi, anche utilizzando appositi strumenti, quali i Vocabolari.

I Vocabolari che sempre si comprano e quasi sempre non si usano!

Nella scrittura digitale questa funzione viene svolta dai correttori ortografici o sintattici.

Ancora digitale?

Lasciamo stare e proseguiamo.

Se un tema è povero di contenuti, che cosa fa il docente?

Cerca di far arricchire le esperienze dello studente, offrendo magari dei suggerimenti:

−Osserva i colori dell’autunno!

−Osserva bene i movimenti dei personaggi…

−Osserva i colori dei palazzi della tua città..

−Osserva i Monumenti della tua città..

………………..

Nemo dat quod non habet!

Quello che il suo docente non lo ha guidato a procacciarsi!