Vero Bene Bello

VERO BENE BELLO

di Umberto Tenuta

C127 PAPA FRANCESCO GIORNATA DELLA SCUOLA PIAZZA SAN PIETRO 10 MAGGIO 2014

Occorre, ha aggiunto Papa Francesco, che l’educazione non separi mai il vero dal bene e dal bello…

La scuola educa se fa capire che «le tre dimensioni» del vero, del bene e del bello «non sono mai separate, ma sempre intrecciate. Se una cosa è vera, è buona ed è bella. Se è bella, è buona ed è vera e se è buona, è vera ed è bella».

<<E insieme «questi elementi ci fanno crescere e ci aiutano ad amare la vita, anche quando stiamo male, anche in mezzo ai problemi.

<<La vera educazione ci fa amare la vita e ci apre alla pienezza della vita»: la «missione della scuola è di sviluppare il senso del vero, del bene e del bello»…

In pratica questa unità di verità, bontà e bellezza nell’educazione diventa possibile in un «cammino ricco» dove diverse forme d’insegnamento «agiscono insieme e stimolano l’intelligenza, la coscienza, l’affettività, il corpo».

«Una persona matura deve saper parlare tre lingue: la lingua della mente, del cuore e delle mani. Cioè pensare quello che tu senti e quello che tu fai; sentire bene quello che tu pensi e quello che tu fai; e fare bene quello che tu pensi e quello che tu senti.

Le tre lingue, armoniose e insieme!».

Altro che povera misera dannosa scuola delle piccole enciclopedie pesanti negli zaini, di illuministica memoria stantia!

Un programma, quello di Papa Francesco, un programma elaborato nei secoli della Pedagogia, altro che da una commissione numerosa di esperti, reclutati dai dirigenti ministeriali con equa ripartizione partitica.

…diverse forme d’insegnamento «agiscono insieme e stimolano l’intelligenza, la coscienza, l’affettività, il corpo».

Il corpo.

Anni ’70: a scuola con il corpo[1]!

La mente.

Dalle azioni alle operazioni mentali, all’intelligenza, al pensiero.

J. Piaget: «la parola non serve a nulla... il disegno non basta ancora, è necessaria l’azione. L’intelligenza è un sistema di operazioni…. L’operazione non è altro che azione: un ‘azione reale, ma interiorizzata, divenuta reversibile. Perché il bambino giunga a combinare delle operazioni, si tratti di operazioni numeriche o di operazioni spaziali, è necessario che abbia manipolato, è necessario che abbia agito, sperimentato non solo su disegni ma su un materiale reale, su oggetti fisici..>>[2].

Di rincaro, Bruner. Bruner:: <<Se è vero che l’abituale decorso dello sviluppo intellettuale procede dalla rappresentazione attiva, attraverso quella iconica, alla rappresentazione simbolica della realtà, è probabile che la migliore progressione possibile seguirà la stessa dire-zione>>[3] .

E ancora, in sintesi, Rosmini:

<<concorrenza di tutte le umane facoltà in ciascun

oggetto dell’insegnamento in modo che quella verità che l’intelletto apprende, il cuore senta e l’opera manifesti>> (Rosmini, Sull’unità dell’educazione).

C’è un circolo virtuoso.

Il cuore

La mano non si muove se la volontà non la spinge, ma la volontà nasce solo da qualche amore.

Chi non ha un cuore, chi non ama, nulla fa, non agisce, non prende e non comprende, non agisce e non intellige.

All’inizio c’è la volontà, c’è il cuore, c’è quello che noi riteniamo bene.

La mano e l’intelligenza non si attivano se il cuore, l’amore, il desiderio non le spingono.

I giovani non si impegnano ad apprendere se il loro cuore resta freddo.

Dal cuore occorre iniziare.

Ma il cuore dell’uomo non è mosso solo dal suo corpo, come voleva O. Decroly.

Il cuore dell’uomo conosce altre forze, quella del bene e quella del bello.

I Greci li avevano unificati: kalokagatia.

καλὸς κἀγαθός, kalòs kagathòs, crasi di καλὸς καὶἀγαθός, kalòs kai agathòs, cioè “bello e buono”.

I giovani sono attratti da ciò che per loro è bene, ma, perchè no, anche da ciò che è bello.

Forse perchè le parole che il bimbo ode prima dalla mamma sono: “bello di mamma tua”!

“ogni scarrafone e’ bell a mamma soie”

Il Bello

La grande bellezza del mondo!

Pitagora l’aveva collegata all’intelligenza, alla conoscenza, alla matematica, madre della conoscenza dell’uomo: il mondo è numero, cosmos, bellezza!

O donne, quanti numeri sui vostri volti, sui vostri occhi, sulle vostre guance, sulle vostre labbra!

Bella è la mamma, bello è il bimbo.

Abiti belli si apprestano al bimbo che nasce.

Abiti belli che fanno bello il bimbo!

Comincia la sua vita nella bellezza il bimbo.

La ama, la impara ad amare.

Il bimbo ama conoscere le cose belle, le cerca, le prende con le mani, se le porta in bocca per mangiarle, per farle sue.

Si nutre delle cose belle che lo circondano e il mondo che lo circonda egli tocca con le mani e con i piedi perchè vuole farlo suo, se ne vuole appropriare, lo vuole conoscere.

Il male il bimbo innocente non conosce.

Non gli resta che il bene!

Non c’è bimbo che non sia innocente.

Non c’è bimbo che non sia buono.

<<Le tre lingue, armoniose e insieme!>> .

Papa Francesco, noi, piccoli grandi uomini di scuola, ti ascoltiamo, impariamo da te!

 

[1] VAYERP., Educazione psicomotoria nell’età scolastica, Armando, Roma, 1977; MAIGRE A., DESTROOPER J., L’educazione psicomotoria, Paoline, Bari, 1978.

[2] piaget J., Avviamento al calcolo. La Nuova Italia, Firenze, 1956, p. 31

[3] BRUNER J. S., Dopo Dewey, Armando, Roma, 1964, p. 17.