Cresci sennò ti punisco

CRESCI SENNò TI PUNISCO

di Umberto Tenuta

CANTO 133 Dovere o diritto a divenire uomo? Obbligo o diritto all’educazione?

 

<<È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese>> (Cost.It, art.3).

<<L’autonomia delle istituzioni scolastiche è garanzia di libertà di insegnamento e di pluralismo culturale e si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati al-lo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti, al fine di garantire loro il successo formativo, coerentemente con le finalità e gli obiettivi generali del sistema di istruzione e con l’esigenza di migliorare l’efficacia del processo di insegnamento e di apprendimento>> (D.P.R.275/1999,art.1).

Non ci sono dubbi!

<<Ogni uomo è destinato ad essere un successo e il mondo è destinato ad accogliere questo successo>> (FAURE E, (a cura di), Rapporto sulle strategie dell’educazione, Armando-UNESCO, Roma, 1973, p. 249)

È diritto di tutti i nati di donna al loro divenire uomini, alla loro piena umanizzazione, alla loro educazione,

A questo diritto corrisponde l’obbligo della Scuola di garantirlo.

Cose dette e ridette, anche da chi scrive.

Eppure ancora non sembra che questo diritto dei giovani sia visto dalle scuole come loro obbligo.

Obbligo di garantire che i giovani apprendano, si formino, diventino uomini al più alto livello.

Perchè?

La forza della tradizione!

È difficile liberarsi dalla tradizione di una scuola di èlites, propria di una società medioevale, stratificata, fondata sul presupposto che gli uomini sono quello che sono in ragione della classe sociale di appartenenza.

I figli del dottore ed i figli dei contadini, diceva Don Milani.

E ripeteva Papa Francesco!

Pertanto, nelle scuole ancora si valutano gli studenti, e non l’efficacia dell’azione formativa svolta dagli operatori scolastici, dai dirigenti al personale ATA tutto.

L’indicazione al contrario potrebbe essere quella del medico che la verifica dell’andamento della guarigione solo a richiesta la riferisce all’ammalato, ma sempre la utilizza per decidere il prosieguo dell’azione terapeutica.

Tutta la normativa della scuola dell’autonomia si pone in questa prospettiva, ma nelle scuole si continua a seguire lo spirito selettivo della Riforma gentililiana del 1923.

Arretrati di un secolo, nella scuola sol dell’avvenire!

Come si fa a dire all’alunno “non hai imparato ed io ti punisco con un QUATTRO MENO?” senza sentirsi rispondere educatamente “Professò, il QUATTRO PIù te lo prendi tu”?

Ma il malato non vuole guarire!

Davvero?

Avete mai visto voi un giovane, un giovane di oggi, che se può, se la mammina glielo consente, non si compra le scarpe all’ultima moda?

A proposito, ve la ricordate la storiella delle scarpe raccontata da Eduard Claparède?

Oggi più che mai i giovani desiderano essere belli.

Sfruttiamo questo loro slancio vitale, valorizziamo questo loro desiderio di essere giovani e belli, di divenire grandi,

Ancora, ancora, ancora!

Che noia!

Sì, ma la bimba grida:

“Maestra, aiutami a fare da sola!”

I giovani sono giovani perchè ancora non sanno fare da soli, ma desiderano fare da soli, desiderano diventare grandi, uomini, uomini grandi.

Aiutiamoli, non scoraggiamoli!

Ed ora, in questi giorni che precedono gli scrutini e gli esami, non creiamo in loro ansie!

Come dice la tennista Sara Errani, se si vince l’ansia si vince la partita.