Tablet per costruire competenze e saperi

TABLET PER COSTRUIRE COMPETENZE E SAPERI

di Umberto Tenuta

È vano ogni discorso sul Tablet nella scuola se non si precisa che uso farne

 

Repetita juvant!

Ritorno sul tema del TABLET nella scuola.

Si fa un gran parlare del Tablet nella scuola, senza precisare che uso se ne vuole fare.

Questo è un cattivo servizio che si reca al Tablet.

È facile contestare l’utilizzo del Tablet al posto del libro, anche se su questo ci sarebbe da dire.

Ma il ruolo che il Tablet può avere nella scuola va rapportato all’utilizzo che se ne vuole e soprattutto se ne sa fare.

Il Tablet sarà il padrone di casa nella scuola se verrà utilizzato per apprendere, e non per insegnare, come purtroppo ancora si fa, affiancandolo alle LIM.

La scuola della lezione può fare a meno del Tablet.

Non quella dell’apprendere!

Dell’apprendere attraverso la ricerca, la riscoperta, l’invenzione, la costruzione dei saperi.

I saperi possono essere condensati nei libri, come testimonia l’uso generalizzato dei libri di testo che certo a formare le teste dei giovani non servono.

Da Rousseau ai nostri giorni si sta combattendo una battaglia cruenta tra l’insegnante e l’educatore.

Il primo, coerentemente al significato etimologico del suo nome, pretende di travasare, di insegnare, di imprimere le conoscenze nelle menti degli studenti.

Il secondo, più avvertito, tiene presente che nulla possiamo insegnare, come testimonia il fatto che dieci studenti apprendono e quindici non apprendono.

Non solo, ma i dieci studenti memorizzano saperi e non acquisiscono competenze.

Le competenze si acquisiscono attraverso il fare, non attraverso l’ascoltare.

Puoi ascoltare tutte le musiche che vuoi, ma se non batti i tasti del pianoforte non impari a suonare, diventi una piccola enciclopedia musicale vivente, ma non un musicista.

Possibile che questa cosa così semplice non la si capisca e si continui ancora a fare lezioni con le LIM ed i Tablet?

Possibile che ancora non si capisca, nemmeno di chi i tablet costruisce e vende, che i Tablet debbono essere utilizzati in una scuola nuova, in una scuola rinnovata nei metodi, oltre che nelle facciate.

La scuola deve essere aperta, non solo al mondo che la circonda, ma anche alla nuova realtà che la circonda, realtà virtuale, da manipolare, da costruire, da inventare, per comprenderne le sue profonde strutture, ma soprattutto per maturare le virtù umane dell’homo faber, dell’homo sapiens, dell’homo patiens.

 

PUBBLICATO IN

http://www.edscuola.it/dida.html