Educazione o Istruzione

EDUCAZIONE O ISTRUZIONE MEGLIO SUCCESSO FORMATIVO

di Umberto Tenuta

Canto 135 Scuola che istruisce o scuola che educa: scuola che garantisce il successo formativo

 

Un ritorno chiamato, un ritorno obbligato.

Or son pochi anni che ho trattato questo stesso tema, forse con lo stesso titolo.

Ma l’obsolescenza delle conoscenze, e non solo, mi obbliga a riprenderlo.

Che le conoscenze oggi vadano incontro a obsolescenza, rapida obsolescenza, velocissima obsolescenza è un fatto che non ha bisogno di alcuna descrizione.

Guardiamo gli smartphone del maggio 2014 e quelli del gennaio 2014!

Null’altro da dire.

Se non che una scuola superiore che in questo scorcio di maggio insegnasse come è fatto uno smartphone a settembre risulterebbe aver perduto il suo tempo.

Non sappiamo che cosa mangeremo domani.

Non sappiamo che cosa vedremo domani.

Non sappiamo che cosa sapremo domani.

Disperazione!

No, Signore e Signori miei, no, una soluzione c’è.

Si trova nell’obsoleto D.P.R. 8.3.1999, n.275 che, all’Art.1 (Natura e scopi dell’autonomia delle istituzioni scolastiche), sancisce, allora per ora:

<<L’autonomia delle istituzioni scolastiche …si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti, al fine di garantire loro il successo formativo, coerentemente con le finalità e gli obiettivi generali del sistema di istruzione e con l’esigenza di migliorare l’efficacia del processo di insegnamento e di apprendimento>>.

Forse, già allora, più chiari di così non si poteva essere.

Soprattutto se si tiene presente la finalità assegnata alle istituzioni scolastiche: il successo formativo dei soggetti coinvolti che, manco a dirlo, sono gli studenti di ogni e grado della scuola italiana.

Educazione, formazione, istruzione, riassunti nel successo formativo.

Educazione, ex-ducere, trarre fuori!

Formazione, dare forma, come fa il vasaio.

Istruzione, dal latino in-struere, costruire, addottrinare, informare.

Se consideriamo nell’assieme, sull’informare, che pure ha il significato di dare forma, prevale la formazione, ovviamente considerata nell’accezione di prender forma, non del dare forma, che vale solo nel caso dell’anfora o del Bronzo di Riace.

In sostanza: autoformazione, autoeducazione, autoistruzione!

Ed allora che ci sta a fare la scuola?

Maestra, aiutami a fare da sola!

Maestra −non insegnante, che nulla insegna!− aiutami a fare da sola.

Aiutami ad istruirmi da sola, ad apprendere da sola, ad acquisire conoscenze da sola!

Se dai un pesce al tuo amico, lo sfami per un solo giorno; se gli insegni a pescare lo sfami per tutta vita (DETTO CINESE, ripetuto da Madre Teresa).

La scuola non vende pesci.

La Scuola fa apprendere a pescare!

Apprendendo a pescare, gli studenti imparano a pescare per tutta la vita, mantenendosi sempre aggiornati.

E il 60% degli Italiani leggerà più di un libro all’anno.

Ma gli studenti, imparando a pescare, prenderanno gusto a pescare.

La capacità di imparare e l’amore dell’imparare, assieme alle essenziali, strutturali, fondamentali conoscenze acquisite, consentiranno loro di imparare per tutta la vita, nell’attualissima prospettiva dell’educazione permanente (liflong learning).

Saper essere, saper fare, sapere.

Autoeducazione, autoformazione, autoistruzione!

Son queste le finalità della scuola.

Altro che le insignificanti nozioni delle piccole enciclopedie dei libri di testo, dannazione quotidiana di docenti, studenti, nonne, mamme, zie e ripetitori RAI-TV!

 

PS – Al Coordinatore del Convegno di Pescara che mi invitava a non ribattere risposi: Vedi tu, è il Relatore che mi provoca!