Ultimo nato dei figli di donna

193 ULTIMO NATO DEI FIGLI DI DONNA VALE QUANTO TUTTI i SUOI SETTE MILIARDI E PIù DI FRATELLI CHE SI RITROVA di Umberto Tenuta

CANTO 193 L’uomo è un valore, ed i valori non hanno dimensioni, sono infiniti. Ogni essere umano vale quanto tutti assieme i sette miliardi e trecento milioni dei suoi simili che oggi popolano la Terra.

Traiamone le conseguenze!

 

È proprio delle concezioni personalistiche dell’uomo, quale quella cristiana, ritenere che ogni essere umano è un valore infinito.

E sappiamo che novantanove infiniti valgono quanto un solo infinito!

Certo, c’è chi la pensa diversamente e crede che egli sia più infinito di tutti gli altri infiniti.

Ma con questi io non intendo confrontarmi.

Non sono umani.

Ma disumani!

Con voi umani accogliamo il bimbo, che in questo istante, mentre io scrivo la O di scrivo, è nato, accogliamolo con tutti gli onori che il primo degli uomini merita.

Andiamolo a trovare, là, nella catapecchia di lamiere arrugginite, di pavimenti di terra battuta da piedi nudi, di bidoni sulle pietre che le fiamme tingono di nero!

Andiamolo a trovare tra le braccia nude della mamma sua che se lo stringe al cuore come il più grande tesoro che la vita le abbia regalato!

Andiamolo a trovare e regaliamogli una fiala che lo salvi dal tetano neonatale.

Salviamogli la vita!

Magari con un fustino di Dash.

Non importa come, ma salviamogli la vita.

Grazie a noi, il tetano non lo ucciderà.

Ma, attenzione, là fuori dalla capanna, nello spiazzo d’erba pestato a morte, c’è un’altra minaccia, la minaccia dell’ignoranza!

La peggiore ignoranza, quella che non sa di non sapere.

Là, nel villaggio primitivo, al suo centro, stavano gli anziani e del nuovo venuto si prendevano cura, lo rendevano agile e ricco delle virtù della tribù, non importa se analfabeta.

Ora, il bimbo, là, alla periferia della metropoli, ammorbata dall’anidride carbonica delle sopraelevate, con le sue nursey di lusso nei grattacieli, se ne sta lì, abbandonato sulla nuda terra con un vecchio cucchiaio arrugginito.

Lo abbiamo salvato dal tetano.

Ma non gli abbiamo dato la pappa dell’alfabeto.

Forse qualcuno, con la medaglia della beneficenza sul petto, gli porterà pure le letterine di plastica dell’alfabeto.

Ma non imparerà la parola, dono divino.

In principio era il Verbo!

Il Verbo a lui è negato.

L’umanizzazione a lui è negata.

Egli non imparerà a parlare la lingua della cultura ed il Capitale umano gli sarà negato.

Figlio di donna, cucciolo di uomo, gli neghiamo il suo diritto, il suo primo diritto, il suo diritto inalienabile, il diritto a divenire uomo.

Poi ci stupiremo che ruberà quello che non gli è stato dato, che violenterà chi non ha imparato ad amare, che ucciderà chi ha conosciuto nemico…

E lo condanneremo ad andare a rieducarsi, lui che non è stato mai educato!

Sì, sono addolorato.

Sì, piango!

Sì, non infierisco!

Lo ricordo bene.

E chi sono io per poter giudicare?

Non giudichiamo, ma educhiamo!

Educare è una cosa seria.

Non è una patacca, non è una cartapecora.

Capaci e meritevoli non si nasce, ma si diventa, Ministra Giannini!

Si diventa nelle Sue scuole.

Solo se esse la smettano di incidere le teste metalliche e irrorino i cuori di sangue, di sangue umano!

Ministero dell’Interno, Ministero di Grazia e Giustizia, Ministero degli Affari Sociali!

Ma quali affari?

Lasciamo stare, pensiamo all’educazione dei giovani.

Andiamoli a prendere tra le lamiere, prima che vi restino arsi dal fuoco!

Siano scuole di educazione anche gli scuolabus!

Sia scuola di educazione ogni scuola di istruzione.

Istruzione educativa.

Scuole formative.

Educazione, primo capitolo di spesa!

Ogni persona umana, un danno o un valore infinito.

Dipende dall’educazione, dipende dalla scuola, dipende da ciascuno di noi che, non solo di scuola, ma soprattutto per la scuola ha deciso di spendere la propria vita, anche coi suoi scarabocchi digitali!

 

PS

Ministra Giannini, non l’ho detto, ma forse dipende anche da Lei.