Quasi la metà dei nati entro aprile sceglie l’anticipo nella scuola dell’infanzia

da TuttoscuolaFOCUS

Quasi la metà dei nati entro aprile sceglie l’anticipo nella scuola dell’infanzia

In Calabria il 92,3% dei 5.194 bambini nati nel 1° quadrimestre del 2011 risulta iscritto in anticipo alla scuola dell’infanzia statale e non statale. L’anno scorso, sempre in Calabria, i bambini iscritti in anticipo erano stati il 90,7% dei nati del 1° quadrimestre 2010. Tre quarti degli anticipatari si sono iscritti a scuole statali, un quarto nelle paritarie.

Quella calabrese è la punta avanzata di un fenomeno sociale che merita più di una riflessione. Il Molise quest’anno ha iscritto in anticipo quasi l’86% dei nati nel 1° quadrimestre del 2011. In Basilicata la percentuale sui nati è stata del 77,3%, di poco avanti alla Puglia, seguita un po’ dopo (73,5%) dalla Campania.

Come si vede è l’area del Mezzogiorno a sfruttare in pieno la possibilità offerta dalla legge per gli anticipi. Ma non finisce qui: seguono l’Abruzzo con il 68% di anticipi, la Sicilia con il 66,4%, la Sardegna con il 63,5%.

Insomma, tutto il Sud e le Isole in testa a questa graduatoria di rincorsa all’anticipo.

Meno diffusa questa scelta al centro-nord. Si avvalgono degli anticipi solo il 15,4% delle scuole dell’infanzia dell’Emilia-Romagna, un terzo nelle statali e due terzi nelle non statali.

A seguire la Lombardia con il 25,3%, il Lazio (27,8%), la Toscana (28,1%) e il Piemonte (30%).

Complessivamente quasi la metà (45%) dei 173mila nati nel 1° quadrimestre del 2011 hanno optato per l’anticipo: più di 48mila nelle statali e oltre 28mila nelle non statali.

Una curiosità: con riferimento alle sole scuole non statali, nel Veneto vi è la più alta percentuale di anticipi tra tutte le regioni. Come dire che anche il profondo Nord non ha resistito alla tentazione di aprire le porte ai bambini anticipatari.

In sintesi: l’anticipo come… bancomat per far sopravvivere le scuole dell’infanzia, a corto di utenza e con la paura della denatalità che avanza minacciosa. Saranno infatti le prime a risentire del calo delle nascite, che porteranno a un calo di alunni dell’ordine del 9% (si veda l’analisi del numero 636 del 3 giugno 2014 di TuttoscuolaNEWS).