Scuola diversa

SCUOLA DIVERSA di Umberto Tenuta

CANTO 216 Coloriamo le scuole, riempiamole di giardini, finiamola con l’ossessione dei test, meglio canto, musica, danza, sport, visite didattiche non oltre le periferie della città.

Perché apprendere è prima di tutto innata curiosità umana di conoscere.

E perché la scuola non è dei governi.

Ma degli uomini!

Nascono belli i bimbi.

Tutti belli.

Come tutti li chiamano, a cominciare dalle zie.

καλοκẚγαθία

καλὸς

Belli prima.

Sono belli i vestitini amorevolmente preparati dalla mamma, sono belli i regali delle zie, sono belli i tulle delle culle, sono belli i fiori alla finestra, sono belli i fiori del prato.

Perchè non dovrebbero essere belli i fiori dei giardini delle scuole?

E belle le aule di quadri belli adornate.

E belli i tavolinetti a quadrati ed a rettangoli.

E belle le Maestre nello splendore delle loro sete.

E belle le Dirigenti coi fasci di fiori che ogni mattina i giovani studenti e docenti le offrono.

La bellezza!

ἀγαθός

Buoni poi.

Buoni quando si affacciano al mondo e aloro si para innanzi il male.

Allora occorre preservarli.

È più facile prevenire che correggere, diceva Don Bosco!

Il male si deve affacciare ai loro occhi, ma essi non debbono sfiorarlo nemmeno con una mano.

Grandioso compito dei maestri.

Altro che pubblici impiegati!

La bellezza e la bontà non si insegnano, si contagiano.

E il morbillo lo può contagiare solo colui che se lo porta addosso.

Maestre belle!

Maestri buoni!

Bellezza e bontà.

Sono queste le virtù dell’anima, del corpo e della mente.

La cura delle anime non appartiene alle scuole, ma alle chiese, ed a loro lasciamola.

Ma la cura del corpo e della mente è il compito proprio della scuola!

Mens sana in corpore sano.

Oh quanta poca importanza nella scuola si dà al corpo!

O meglio, la dava la scuola dei tempi miei.

Flessioni, flessioni, flessioni…

Rotazioni, rotazioni, rotazioni…

Piegamenti, piegamenti, piegamenti…

L’ora passava così, le settimane passavano così, i mesi passavano così.

Ora è un’altra cosa!

Ora c’è Liana che fa la danza.

Ed anche il Canto!

Ed anche la Musica, Signori!

Canto, Musica e Danza si fa a scuola.

E poi Sport, tutti gli sport a scuola, tutto dentro la scuola.

Niente mamme che fanno le autiste alle bimbe ed ai bimbi per la pallavolo, la pallacanestro, il nuoto…

Movimento, Signori!

Escursioni anche.

In giro per la Città.

Camminare fa bene, stare seduti nei banchi fa male alla colonna vertebrale.

Non prendete l’aereo, non prendete il treno!

Ogni paesino è un museo di storia, di architettura, di scultura, di pittura.

I giovani scoprono le ricchezze artistiche, storiche, paesaggistiche dei loro borghi.

Avete a portata di passi la chiesetta del Quattrocento e ve ne andate a Firenze!

Dal vicino al lontano, è una massima pedagogica.

La rispettiamo.

I giovani continuano a coltivare la loro innata curiosità che li portava ad esplorare il grembo materno, le campanelline della culla, i cassetti della marmellata, le soffitte della casa, i giardini coi fiori nella aiuole e i dondoli per studiare bracci e resistenze.

I giovani crescono in virtute e canoscenza.

Questa è la scuola per la formazione di uomini, prima che di cittadini e di soldati.

Noi preferiamo Atene a Sparta.

Abbiamo conosciuto le disgrazie degli statalismi.

Non ne vogliamo più.

Vogliamo una scuola che sia innanzitutto e soprattutto scuola per la formazione di uomini.

Scuola di uomini belli e buoni.

Ognuno un successo, un successo formativo!

Be’, niente di strano.

Lo prescrive la Legge (D.P.R. 275/1999, art.1).