AA.VV., La Biblioteca “Gaetano Ricchetti”

UN “PICCOLO GRANDE GIOIELLO” AL SERVIZIO DEI GIOVANI E DELLA CULTURA IN UNA CITTA’ METROPOLITANA MERIDIONALE

di Carlo De Nitti

 

“Se ogni biblioteca riuscirà a continuare ad essere un vero e proprio ‘laboratorio culturale’, dove rileggere il nostro inestimabile patrimonio letterario e valorizzare le riflessioni scientifiche; se sapremo anche noi, lontano dal clamore, coniugare ‘l’amor che move il sole e l’altre stelle’ con il progresso tecnologico, giungeremo alla sospirata fondazione di un nuovo umanesimo che terrà conto delle nostre radici culturali e della nostra secolare storia.”

Così il 10 marzo 2010, don Pietro Vittorelli, Abate ed Ordinario pro tempore di Montecassino, concludeva a Bari il suo intervento per il 90° anniversario della nascita della Biblioteca “Gaetano Ricchetti”, di cui è, in virtù del suo ruolo, Presidente del Consiglio di Amministrazione.

L’intervento è alle pagine 51 – 54 del volume La Biblioteca “Gaetano Ricchetti” di recentissima edizione, curato dalla Direzione culturale della medesima con la presentazione di S.E. Mons. Francesco Cacucci, Arcivescovo di Bari. Il libro si articola in tre parti: una prima con interventi sulla storia in fieri della biblioteca; una seconda di documenti; una terza fotografica “Dalle origini alla nuova sede”.

Non è una mera casualità se la biblioteca della plurisecolare abbazia e la Biblioteca “Ricchetti” siano legate a filo doppio: il legame è nel volere della Signora Rosa Di Venere – la magnanima benefattrice che, “volendo degnamente onorare la memoria del mio defunto marito che votato alla scienza trasse dai libri il conforto alla rassegnazione delle umane sventure”, l’avvocato Gaetano Ricchetti, uomo di grande e raffinata cultura giuridica – dispose con il suo testamento olografo (alle pp. 73 – 76 del volume) che a tramandarne ai posteri il nome fosse aperta in Bari una biblioteca pubblica guidata dall’Abate pro tempore di Montecassino.

La finalità era quella “di dare agli studenti universitari meno abbienti la possibilità di continuare la loro preparazione allorquando rientravano in famiglia dai luoghi dove frequentavano l’Università” (p. 15), in una Bari in forte espansione sociale, economica e culturale: basti pensare che, pochi anni prima, si era dotata di un grande, splendido, Politeama ed in essa era nata una nuova Casa Editrice, destinata ad avere un ruolo importantissimo nella cultura italiana ed europea. La neonata biblioteca si propose “il fine di promuovere la cultura scientifica con particolare riguardo alle discipline economiche, geografiche e commerciali”, come si legge nello Statuto, art. 2, approvato con R.D. 15 ottobre 1936. Un bello studio dei testi del fondo antico nell’intervento di Pietro Sisto (pp. 27 – 50), che si sofferma “su alcune edizioni di maggiore interesse con particolare riferimento agli apparati paratestuali” (p. 27).

Non a caso, S. E. Mons. Francesco Cacucci definisce la Biblioteca “Gaetano Ricchetti”, nella sua Presentazione, “un piccolo grande gioiello di cultura”: esso informa la sua azione culturale e pedagogica al servizio della comunità tutta ed, in particolare, dei giovani ed, in particolare, di coloro i quali versano in condizioni di bisogno di ogni tipo.

Ciò che ha sempre qualificato in modo assolutamente alto l’attività culturale della Biblioteca “Gaetano Ricchetti” è il suo pluralismo culturale, la sua laicità, come ben ricordava, nel suo discorso del 18 marzo 1967, in occasione dell’inaugurazione della nuova, ed attuale, sede della biblioteca, l’Arcivescovo di Bari, S. E. Mons. Enrico Nicodemo (1906 – 1973), citando la Costituzione Pastorale “Gaudium et Spes”: “la cultura è un fatto, ontologico innanzi tutto; è un fatto antropologico, cioè è l’uomo, l’espressione dell’uomo, del suo pensiero, della sua libertà, delle sue aspirazioni; è un fatto ontologico, riguarda il modo di orientarsi, il modo di esprimersi dei popoli […] non è soltanto l’apprendimento di nozioni o l’espressione ad alti vertici del pensiero, ma è la vita” (p. 22).

E’, in queste parole, la caratterizzazione della laicità dell’Ente al servizio della cultura: il libero accesso alla cultura e la sua promozione verso tutti, soprattutto per i ‘deboli’, gli ‘ultimi’, gli ‘esclusi’ proprio sulla scorta della “Gaudium et Spes”. A tal proposito, si veda, alle pp. 103 – 104, la lettera – programma diretta agli studiosi ed agli operatori culturali del settembre 1987 firmata dall’allora Arcivescovo di Bari, S. E. Mons. Mariano Magrassi osB (1930 – 1999) e dal prof. Vito Marino Caferra, nominato pochi mesi prima Direttore culturale della Biblioteca (p. 101).

“Com’è noto, nel tempo presente si registra qualcosa di nuovo nello stato di povertà, che spesso non è semplicemente la privazione delle necessarie risorse per sopravvivere, ma un male più sottile, indotto dalla organizzazione della società […] la dimensione economico-sociale coglie l’aspetto esterno – e comunque non esaurisce le cause – di una condizione che spesso ha radici esistenziali” (pp. 62 – 63).

Nel secondo decennio del XXI secolo, nonostante l’impetuoso sviluppo conosciuto dalle tecnologie dell’informazione e della comunicazione tecnologica – scrive Vito Marino Caferra –“sussistono ancora oggi e per l’immediato futuro – ed anzi sono ancora più forti – le ragioni che hanno indotto la Fondazione Ricchetti a specializzare la sua attività di promozione culturale nel campo della emarginazione sociale a tutela degli ‘ultimi’ e degli ‘esclusi’ che sono esposti a forme sempre più organizzate di sfruttamento e di riduzione a schiavitù” (p. 64).

Non si può non condividere questa analisi soprattutto quando esplicita le cause che l’inducono: “Per opinione comune i fattori principali di un fenomeno che ha una dimensione mondiale si trovano nell’inarrestabile processo di globalizzazione e nelle migrazioni di massa, oltre che negli effetti distorti della rete. In particolare, nelle tragiche vicende degli immigrati, che una formula burocratica chiama ‘non regolari’, la negazione più radicale dei diritti fondamentali sino alla forma estrema della schiavitù viene spesso praticata non solo nella fase di accesso […] ma anche e sopra tutto all’interno dei singoli Stati” (p. 65).

Una Biblioteca quale la “Ricchetti” non può non impegnarsi sulle tematiche enucleate, anche sulla scorta del Magistero della Chiesa – dai Padri della Chiesa ai documenti conciliari e post conciliari alla visione di Papa Francesco (cfr. p. 68) – “non resta – per l’immediato futuro – che aggiornare le modalità operative del programma adeguandole anche alle moderne tecnologie della comunicazione (con l’uso appropriato del WEb 2.0) e – quel che più conta – coinvolgendo e aprendo alla speranze le nuove generazioni [corsivo mio]” (p. 69).

Un siffatto programma – coinvolgere e aprire alla speranze le nuove generazioni – anche ma non soltanto attraverso un uso corretto del web non può non essere intercettato e fatto proprio dal mondo della scuola: chi opera in esso – in ogni grado di scuola – sovente è a stretto contatto con il disagio sociale, con lo svantaggio socio-culturale, con l’handicap, con i bisogni educativi speciali, con l’esclusione dagli alfabeti della comunicazione, in una parola, con la ‘povertà’ materiale e morale degli alunni e delle famiglie in cui vivono. Quel mondo della scuola che – secondo il dettato dei principi fondamentali della Costituzione repubblicana – ha il compito/dovere fondamentale di ‘rimuovere gli ostacoli’ affinché i propri discenti ed, attraverso di loro, le famiglie fuoriescano da un perdurante stato di minorità per divenire cittadini del mondo del XXI secolo.

Camminare insieme nella stessa direzione – un’istituzione culturale pubblica di grande tradizione e spessore etico e le scuole – socializzando e condividendo idee, finalità, obiettivi e risorse di ogni tipo significa darsi come compito il miglioramento delle condizioni di vita delle persone e, conseguentemente, il progresso della società: affinché possano affermarsi in essa i valori di libertà, di uguaglianza e di solidarietà e possa essere detta civile.

Un’adeguata diffusione, lettura e riflessione su questo interessante volume da parte degli operatori della scuola molto potrebbe nella direzione indicata.