Scuola, vi raccontiamo il terremoto nelle graduatorie dei precari. Dal Nord e dal Sud

da Repubblica.it

Scuola, vi raccontiamo il terremoto nelle graduatorie dei precari. Dal Nord e dal Sud

di SALVO INTRAVAIA

Le testimonianze dopo la denuncia del rimescolamento prodotto dalle migliaia di richieste di supplenti meridionali nelle graduatorie centro settentrionali

“Non siamo carne da macello”. E nasce il profilo Facebook dall’eloquente titolo “Ora basta!!!”. I supplenti delle scuole settentrionali sono sul piede di guerra: dicono no all’invasione dei “terroni” nelle “loro” graduatorie per le immissioni in ruolo e per le lunghe supplenze. Nel corso dell’ultimo aggiornamento delle cosiddette graduatorie ad esaurimento  –  quelle che servono a reclutare metà degli assunti a titolo definitivo di ogni anno e al reclutamento dei supplenti annuali  –  le liste provinciali delle regioni padane sono state letteralmente invase da precari del Sud in cerca di una cattedra fissa. Ecco perché.

Nel 2007 Fioroni trasformò le graduatorie permanenti dei precari in graduatorie ad esaurimento consentendo, “per l’ultima volta”, il trasferimento di provincia. Ma nel 2011 il blocco cade e viene anche diminuito  –  da cinque a tre anni  –  l’obbligo di rimanere nella provincia dove si è entrati di ruolo. Nel frattempo i tagli della Gelmini, che colpiscono selvaggiamente il Sud, e il calo della popolazione scolastica fanno il resto. L’esodo determina lo scavalcamento di migliaia di colleghi del posto che rimarranno a bocca asciutta. Forse anche senza supplenze. Un mezzo disastro che sta creando una vera e propria guerra tra poveri Nord-Sud.

Domenica Tusa, 47 anni, dopo una quindicina d’anni da supplente di scuola elementare in provincia di Palermo, lo scorso mese di aprile ha deciso di fare il grande passo: trasferirsi in provincia di Firenze alla ricerca di quella stabilità lavorativa che la Sicilia non le ha mai dato. Lascerà il marito a Palermo “per chissà quanti anni”. E sarà costretta a “sradicare la figlia diciassettenne dal suo ambiente”. La figlia più grande studia all’estero. Storie umane di precarietà che combaciano con quelle delle colleghe settentrionali. Ilaria Tovani, prima della migrazione in massa, era ben piazzata nella lista della scuola dell’Infanzia in provincia di Lucca, adesso è al 324° posto. “La nostra provincia  –  spiega l’insegnante  –  è stata la più colpita d’Italia. In pratica la collega che si trovava al primo posto è scivolata al 155° posto. Noi supplenti del luogo non solo vediamo sfumare l’immissione in ruolo ma anche la possibilità di ottenere supplenze, rischiando a settembre la disoccupazione. Ci siamo organizzati nel web con il profilo Facebook “Ora Basta”. Non vogliamo che tale vicissitudine venga liquidata come uno scontro fra nord e sud bensì come istanza di ripensamento delle norme che regolano il reclutamento dei docenti”.

“Mi sono laureata in Scienze della formazione con i massimo dei voti  –  racconta la collega di graduatoria Angelica Pera  –  e subito sono entrata a scuola con supplenze che si rinnovavano di anno in anno, fino a raggiungere (a graduatorie pulite e senza aggiornamento) circa la 35ma posizione. Adesso, mi ritrovo 303° posto. Non mi piace parlare di Nord-Sud perché stanca essere additati come razzisti, soprattutto non sarò io a strumentalizzare questa condizione. Ciò però non toglie la mia rabbia e incredulità per un sistema marcio e corrotto. Vogliamo  –  aggiunge  –  solo poter lavorare sul nostro territorio, vogliamo poter stare tranquilli sull’assegnazione dei punteggi perché qui si stanno calpestando troppi diritti. Come coloro che si spostano, ho anch’io il diritto di lavorare ma è solo una lotta tra precari, che forse raggiungeranno il ruolo all’età della pensione. Graduatorie ad esaurimento  –  conclude  –  che esauriscono solo le forze, le speranze e la passione di chi è iscritto”.

L’idea di una protesta sui social network è venuta a Rosaria Miranda, supplente di scuola materna della provincia di Firenze. “Quando ho visto la nuova graduatoria  –  racconta con tanta rabbia in corpo  –  sono entrata nella disperazione e scoppiata a piangere. Mi sono trasferita in Toscana 12 anni fa. Oggi, ho 44 anni e mi sono sposata nel 2008 restando lontano da mio marito che non può spostarsi dalla Campania, dove sono nata. Viviamo lontani da sempre e ho deciso di non avere figli per non fare vivere loro tutti questi disagi. Amo il mio lavoro, ma questo è troppo. Non si tratta di guerra tra Nord e Sud: io sono meridionale trapiantata al Nord. E’ una questione di certezza delle regole. Ero al 49° posto nel 2013 e sarei entrata di ruolo, a ma adesso sono scivolata al 185° posto. A settembre, non so cosa accadrà”. “E’ giusto? Come faremo a campare?”, si chiede. E sbotta: “Non siamo carne da macello!”.

I numeri spiegano meglio di qualsiasi storia l’entità del fenomeno. Oltre metà  –  il 53 per cento, per l’esattezza  –  delle oltre 28mila cattedre messe a disposizione dal ministero dell’Istruzione per le immissioni in ruolo, a decorrere dal primo settembre, andranno in scuole ubicate al Nord, dove i posti vacanti abbondano. Ma saranno per la maggior parte appannaggio di docenti meridionali trasferitisi di recente. Basta citare qualche esempio. Nella graduatoria della primaria della provincia di Firenze, le prime 55 posizioni (quelle utili per le immissioni in ruolo di quest’anno) sono occupate da altrettante new entry: 16 siciliani, 33 campani e 2 calabresi. Due sono aspiranti maestre di ruolo sono nate all’estero e potrebbero essere anche queste meridionali. E altre due, le più “settentrionali” di tutte, sono originarie di Frosinone. Stesso discorso in provincia di Prato e Lucca, per la scuola dell’infanzia: quasi tutti i posti andranno a docenti meridionali. Le graduatorie dei grossi centri sono state prese d’assalto dai siciliani in fuga dalla regione con la disoccupazione più alta d’Italia. In provincia di Milano saranno 245 le assunzioni a titolo definitivo per la scuola primaria. Nelle prime posizioni troviamo ben 241 trasferiti da altre province: 116 siciliani, pari al 47 per cento di nuovi assunti, 54 campani, 21 pugliesi e 18 calabresi. In totale, 209 meridionali. Anche la provincia di Torino è terra di conquista per i siciliani: nelle prime 129 piazze (quelle utili) della primaria troviamo 65 siciliani e 15 campani. Andranno a non meridionali soltanto 17 posti, di cui 13  –  il 10 per cento appena  –  a Torinesi doc. Tra centinaia di graduatorie di scuola dell’infanzia, primaria, media e superiore non è facile calcolare in quanti abbiano deciso di andare “su al Nord” per l’agognata cattedra fissa: si tratta certamente di diverse migliaia.

Ancora una volta ci vengono incontro i numeri. Le graduatorie delle province meridionali si sono letteralmente svuotate. Prendendo ad esempio la scuola primaria si registra un meno 21 per cento di iscritti a Palermo, un meno 23 per cento a Napoli e 12 per cento in meno di aspiranti in provincia di Bari e Reggio Calabria. Di contro, sempre alla primaria, a Firenze la graduatoria si è allungata del 26 per cento, a Milano del 15 per cento e a Prato addirittura del 57 per cento. Ma il record spetta alla graduatoria di scuola dell’infanzia di Lucca  –  da dove è partita la protesta che si sta estendendo a tutto il Nord  –  che, nel giro di 12 mesi, ha visto crescere gli iscritti da 156 a 439: più 181 per cento.

Il balzo in avanti da guinness dei primati lo ha fatto Rosaria Mallardo. Nel 2013, si trovava in provincia di Napoli al 1622° posto della graduatoria ad esaurimento della scuola primaria, senza speranza alcuna di entrare di ruolo né di ottenere una supplenza lunga. Spostandosi nella graduatoria di Prato si piazza adesso al 18° posto, quanto basta per essere assunta in ruolo già quest’anno o al massimo il prossimo. Nel trasferimento ha fatto un balzo di 1604 posti. Un altro record. Tra comitati e proteste attraverso il  web, i precari settentrionali scippati del posto stanno cercando referenti politici di tutti gli schieramenti per evitare il peggio. Ma il tempo stringe perché le nomine sono alle porte: i provveditorati devono farle tutte entro il 31 agosto. Mentre ad incendiare le polveri ci pensa la Lega, con l’ex senatore Mario Pittoni, che spara a zero contro l’ex ministro Maria Chiara Carrozza e i “titoli facili e i punteggi generosi” dei docenti meridionali.