S. Agnello Hornby, La Mennulara

Simonetta Agnello Hornby, La Mennulara, Feltrinelli 2002

di Mario Coviello

 

agnello_hornbyQuesta estate strana sta finendo. Liberi dal lavoro, quelli che un lavoro lo hanno, possono dedicarsi alla lettura. Voglio raccomandare a tutti Voi un mio incontro felice per condividere con chi avrà la bontà di leggermi passione e bellezza. Vi invito a fermarVi in libreria, ad andare su internet, ed acquistare,con meno di sette euro approfittando degli sconti estivi della Feltrinelli, il primo romanzo di Simonetta Agnello Hornby “ La Mennulara”.

Presento questo libro con le parole di  Alberto Rollo,direttore letterario della Feltrinelli : “ Dicembre 2001. Il dattiloscritto de La Mennulara era appena arrivato. C’era questo titolo a cui non potevo sottrarmi. Un titolo misterioso che si portava appresso, attraverso l’impronta dialettale, la solarità di quelle nasali doppie appoggiate alla prima vocale, e l’oscurità della u, poi la ruvidezza del suffisso, “-ara”, così duro, così pieno di fatica.
Guardavo quel titolo come portatore di una promessa.
Che puntualmente veniva mantenuta. Pagina dopo pagina, il romanzo si avviluppava in una spirale di accadimenti che lasciavano emergere un grande personaggio femminile di serva-padrona – occhi da Anna Magnani, languori sensuali da eroina della seduzione, sentori egiziani, gli “ardori inospiti” di Aida, e il sonar di danari, un’eredità. Era un sontuoso racconto, quello de La Mennulara, che avrebbe aperto le porte al mondo di storie opulente e severe di Simonetta Agnello Hornby.
Non ho mai smesso di sentire lo sguardo di Agnello Hornby al nostro primo incontro, in una assolata primavera romana. Attento e generoso. Entravo nel suo romanzo e cercavo di accertarne con lei architettura e forza. Fu una grande avventura, quell’investigare reciproco. Fra di noi, sola e potente, la sua Mennulara cominciava a parlare a quelli che di lì a poco sarebbero stati i suoi lettori. Molti, moltissimi. Nuovi a ogni nuova edizione. Nuovi e fedeli. “

Ed ecco di cosa parla “ La mennulara “, nella sintesi che potete trovare sul sito che Vi consiglio www. la mennulara.it : “ Roccacolomba. Sicilia. 23 settembre 1963. È morta la Mennulara, al secolo Maria Rosalia Inzerillo, domestica della famiglia Alfallipe, del cui patrimonio è stata da sempre – e senza mai venir meno al ruolo subalterno – oculata amministratrice. Tutti ne parlano perché si favoleggia sulla ricchezza che avrebbe accumulato, forse favorita dalle relazioni con la mafia locale. Tutti ne parlano perché sanno e non sanno, perché c’è chi la odia e la maledice e chi la ricorda con gratitudine. Senza di lei Orazio Alfallipe, uomo sensuale e colto, avrebbe dissipato proprietà e rendite. Senza di lei Adriana Alfallipe, una volta morto il marito, sarebbe rimasta sola in un palazzo immenso. Senza di lei i figli di Orazio e Adriana, Lilla, Carmela e Gianni, sarebbero cresciuti senza un futuro.
Eppure i tre fratelli, tornati nel deserto palazzo di famiglia, credono di avere tutti dei buoni motivi per sentirsi illusi e beffati dalla donna, apparentemente rozza e ignorante, che ora ha lasciato loro uno strano testamento. Voci, testimonianze e memorie fanno emergere un affresco che è insieme uno straordinario ritratto di donna e un ebbro teatro mediterraneo di misteri e passioni, di deliri sensuali e colori dell’aria, di personaggi e di visioni memorabili. Un grande romanzo. Una grande storia siciliana.”

Nell’intervista audio che potete trovare sempre sul sito del libro, Simonetta Agnello Hornby racconta come la storia le è sorta dentro all’improvviso mentre all’aeroporto aspettava un aereo in ritardo della British Airways ,compagnia a cui il libro è dedicato.

E subito le è cresciuta dentro e per un anno, tornata a Londra dove vive e si occupa dei diritti delle donne e dei bambini degli immigrati, non ha potuto fare a meno di scrivere.

“La Mennulara, raccoglitrice di mandorle, serva-padrona, mi è covata dentro per trent’anni e comincia con la sua morte nel mese di settembre del 1963, che è il mese della mia partenza .”

“La storia – racconta Simonetta Agnello Hornby – si è dipanata come un film, ed è la storia della rivoluzione di una serva che lavora per tuta la vita per i suoi padroni che ama perché sono l’unico scopo della sua vita di orfana che ha sempre lavorato, prima per i suoi genitori anziani e per la sorella malata. E’ la storia di un paese e di un popolo quello siciliano ,pieno di rabbia, che rimane immobile perché chiede rispetto perché sfruttato, deriso, colonizzato. “

La Mennulara è una donna che impara a leggere , ma fino alla fine si fa scrivere le lettere importanti perché si vergogna della sua scrittura grossa e sgraziata. Viene violentata da figlio sedicenne di un mafioso e ama un per tutta la vita Orazio, un nobile superficiale che solo alla fine della vita comprende che Maria Rosaria Inzerillo è stata l’unica, la vera donna della sua vita quella che lo ha atteso, ha salvato il suo patrimonio, ha imparato con lui l’archeologia e l’arte. E fa una piccola rivoluzione perché dalla Mennulara nasce un premio per i giovani musicisti che ha il suo nome.

Dopo un po’ anche nel piccolo paese , forse la dimenticheranno , ma il suo premio ricorda che la bellezza, la musica, l’arte sono la nostra unica salvezza.