“Stop ai supplenti e scatti di merito” la riforma della scuola arriva online

da la Repubblica

“Stop ai supplenti e scatti di merito” la riforma della scuola arriva online

Per ottobre sono annunciate le risorse (legge di stabilità), per novembre le proposte nel dettaglio, all’inizio del 2015 ci saranno i decreti di governo e solo nel 2015 inoltrato la discussione con i sindacati per un contratto che manca da sette anni.

Corrado Zunino

ROMA .
Non ci sarà Consiglio dei ministri, oggi, sulla scuola. Lo “stupirò” renziano, sganciato dal cdm del 29 agosto per la troppa “carne al fuoco” di quel Consiglio e la difficoltà di trovare in questa fase le coperture finanziarie (almeno un miliardo e mezzo di euro), questa mattina alle 10 si scoprirà sul sito “passodopopasso. italia. it”. Successivamente, anche su un sito del ministero dell’Istruzione. Online, infatti, si dipanerà la proposta di governo (“non una riforma ma un patto educativo“) sulla scuola. Libero da vincoli finanziari immediati — che restano necessità fin qui irrisolta — il premier ieri sulla nota politica di “e-news” ha annunciato una discussione in tutto il paese “per due mesi”. Per ottobre sono annunciate le risorse (legge di stabilità), per novembre le proposte nel dettaglio, all’inizio del 2015 ci saranno i decreti di governo e solo nel 2015 inoltrato la discussione con i sindacati per un contratto che manca da sette anni.
Ieri Matteo Renzi ha scritto: “Offriremo alcune idee nel merito per rendere la scuola strumento di crescita. Non saranno diktat prendere o lasciare. Proporremo agli insegnanti di superare il meccanismo atroce del precariato permanente e della ‘supplentite’, ma chiederemo loro di accettare che gli scatti di carriera siano basati sul merito e non semplicemente sull’anzianità ”. Questa mattina si capirà se il post-supplentite già significa l’assunzione di cento-centoventimila precari e se questo avverrà in un anno o in tre. Prosegue Renzi: “Chiederemo alle famiglie e agli studenti se condividono le nostre proposte sulle materie, dalla storia dell’arte alla musica, dall’inglese al coding. Chiederemo ai presidi di fare di più, aumentandone competenze e responsabilità, ma anche snellendo la struttura amministrativa attraverso un percorso di digitalizzazione spinta. Metteremo più soldi, ma facendo comunque tanta spending review: educare non è mai un costo, ma gli sprechi sono inaccettabili”.
I presidi diventeranno coloro che decideranno quali figure specializzate o di esperienza potranno avanzare in carriera
(si dovrebbero varare le figure dei professori esperti e senior e, parallelamente, di docenti dedicati alle famiglie, alla formazione interna, ai bisogni speciali).
Detto che di “patti sulla scuola” già ne parlava Letizia Moratti, e poi Fioroni, poi la Carrozza, Renzi si è conquistato un’attesa più fiduciosa da parte di alcuni sindacati (Cgil e Gilda, tuttavia, temono che gli scatti d’anzianità non siano rivisti ma bloccati per sempre) e il plauso degli studenti organizzati che hanno subito messo il dito nella piaga dei rapporti ormai deteriorati tra il presidente del Consiglio e il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini: “Nonostante non sia chiaro chi stia decidendo delle sorti della scuola pubblica”, scrive la Rete studenti medi, “le ultimissime dichiarazioni di Renzi sembrano molto vicine alle nostre rivendicazioni. Ci aspettiamo azioni su alternanza scuola-lavoro e riforma dei cicli”.