Scuola, Cittadinanzattiva: “Lesioni in 70% edifici, 65% strutture in zone sismiche”

da Il Fatto Quotidiano

Scuola, Cittadinanzattiva: “Lesioni in 70% edifici, 65% strutture in zone sismiche”

Il ‘XII Rapporto sulla sicurezza, qualità e accessibilità’ dell’associazione fotografa la situazione degli istituti nel nostro Paese. Migliora la qualità del cibo nelle mense, ma in quattro scuole su dieci la manutenzione è carente. E nell’ultimo anno scolastico, tra solai, intonaci e controsoffitti si è sfiorata la tragedia 36 volte

La scuola italiana crolla. I nostri bambini e i nostri insegnanti rischiano ogni mattina quando entrano in classe. Un sos lanciato stamattina da Cittadinanzattiva che dalla sala delle Colonne di Palazzo Marini ha presentato il XII Rapporto sulla sicurezza, qualità e accessibilità a scuola, bocciando il piano del premier Matteo Renzi e denunciando i troppi ritardi per uscire dall’emergenza. Quattro edifici su dieci hanno una manutenzione carente, oltre il 70% presenta lesioni strutturali, in un caso su tre gli interventi strutturali non sono effettuati e più della metà delle scuole si trova in zona a rischio sismico. Ancora troppe anche le barriere architettoniche. “Solo nell’ultimo anno scolastico – ha spiegato la coordinatrice nazionale del settore scuola di Cittadinanzattiva, Adriana Bizzari – sono state sfiorate 36 tragedie a causa di crolli di solai, controsoffitti e distacchi di intonaco”.

L’hashtag stavolta lo fa Cittadinanzattiva per dire a Renzi che “pur apprezzando il notevole sforzo dell’attuale governo, affidarsi esclusivamente a quanto segnalato dai sindaci, significa non aver agito secondo criteri oggettivi e misurabili di urgenza e gravità”. Parole che Adriana Bizzarri fa seguire ad un esempio chiaro: “L’istituto Giovanni Caso di Piedimonte Matese, monitorato nel nostro rapporto, è in condizioni pessime dal punto di vista della sicurezza ma non ha ricevuto alcun finanziamento. L’assenza di un’anagrafe dell’edilizia scolastica nazionale e regionale ha pesato fortemente sull’individuazione degli interventi dei tre filoni del Piano scuole, mettendo in pista troppi interventi di facciata al Sud”.

Per elaborare il dossier Cittadinanzattiva ha preso in esame 213 edifici scolastici di tutti gli ordini e gradi, monitorati in 14 regioni e 22 province, ha vagliato 26 fattori e usato 350 indicatori legati allo stato degli edifici, a qualità delle scuole, sicurezza interna, prevenzione, certificazioni, igiene e pulizia. Numeri che rispetto allo scorso anno, quando erano state monitorate 165 scuole, sono proporzionalmente peggiorati o nel migliore dei casi rimasti simili a quelli di quest’anno nella maggior parte delle situazioni.

Scuole a rischio crollo
La situazione è gravissima. Delle scuole monitorate il 65% è situata in zona a rischio sismico e il 24% è stata costruita in terreni a rischio idrogeologico. E se, secondo i dati dell’Ance (Associazione nazionale costruttori edili), proposti da Cittadinanzattiva, in Trentino, Sardegna, Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta non c’è una sola scuola a rischio, tra Calabria, Campania e Sicilia si contano 12.964 istituti in contesti ambientali dove un terremoto potrebbe causare danni. Una curiosità: nell’Italia dal pollice verde sono solo il 4% delle scuole ha piste ciclabili in prossimità.

Scuole in cattivo stato
E’ la nota più dolente del rapporto. Quasi tre scuole su quattro (73%) presentano lesioni strutturali per lo più sulla facciata esterna. Sui quaderni e nei piatti dei ragazzi potrebbero finire pezzi di muro: il 25% dei corridoi, il 21% delle mense, dei bagni e delle palestre e il 18% delle aule presenta distacchi d’intonaco. Solo il 41% delle scuole ha uno stato di manutenzione mediocre o pessimo. E di fronte alla richiesta di piccoli lavori di manutenzione, nel 15% dei casi l’ente proprietario non è mai intervenuto e nel 23% è arrivato con molto ritardo.

Scuole fatiscenti e sporche
Vogliamo insegnare ai bambini le norme igieniche ma abbiamo scuole sporche. Basta pensare che dei 213 edifici monitorati nel 40% dei bagni mancava la carta igienica, nel 44% il sapone, nel 66% gli asciugamani e gli scopini per il wc. Gli ambienti più sporchi sono proprio le aule, i corridoi, i laboratori e le palestre.

Scuole off limits per i disabili
Il percorso casa – scuola per un diversamente abile è una gincana. Dall’accesso alle scuole agli spazi interni, non c’è luogo che non presenti barriere in ancora troppe scuole. L’ingresso è reso difficile dalla presenza di scalini all’entrata in 50 edifici monitorati su 213. Nel campione di scuole prese in considerazione il 13% sono a piano terra: nel resto delle strutture c’è un ascensore ma nel 20% dei casi non funziona e nel 6% non è abbastanza largo da consentire l’ingresso di una carrozzina. In aula la situazione non migliora perché in una scuola su due non ci sono banchi adatti e il 21% delle aule non può accogliere un disabile a causa delle dimensione della classe. Mancano bagni per i portatori di handicap in una scuola su tre.

L’omertà dei responsabili del servizio protezione e prevenzione
Il tema certificazioni resta un mistero. Sapere con esattezza quante scuole hanno le certificazioni di agibilità statica, di prevenzione incendi e di agibilità igienica sanitaria, sembra impossibile dal momento che in media il 30% dei responsabili del servizio di protezione e prevenzione delle scuole non rispondono. Ad esempio, per quanto riguarda le certificazioni di agibilità statica, il 31% dice di non avere la certificazione, il 36% risponde di non sapere se esiste o meno il documento e solo il 33% afferma di averlo.

Come e dove si mangia e beve a scuola
Il rapporto presentato da Cittadinanzattiva fotografa anche 129 mense: la maggior parte (66%) appalta all’esterno il servizio di ristorazione, il resto ha un servizio comunale. Purtroppo ci sono ancora bambini che non hanno uno spazio dedicato al pranzo (7%) ma devono sedersi davanti al piatto in aula o nell’atrio. Dove c’è una mensa non sempre è a norma visto che il 38% di quelle “visitate” non aveva porte con aperture antipanico e nel 32% dei casi nemmeno l’impianto elettrico a norma. Nota positiva sul versante cibo: circa la metà (47%) usa prodotti bio e il 76% rispetta la stagionalità. Ancora troppo poche (42%) le mense che usano l’acqua del “sindaco”.