Per la prima volta verrà valutato anche l’operato dei presidi

da  Il Sole 24 Ore

Per la prima volta verrà valutato anche l’operato dei presidi

di Eugenio Bruno

Il ministro Stefania Giannini pone la prima pietra per la costruzione della scuola “di vetro” progettata dal governo con le linee guida sull’istruzione. Ma la sua edificazione sarà lenta. La direttiva sul Sistema nazionale di valutazione, che la responsabile del Miur ha firmato ieri, fissa le tappe di un percorso che giungerà a compimento solo nell’anno scolastico 2016/2017 quando sul portale “Scuola in chiaro” ogni istituto dovrà pubblicare il suo primo rapporto di rendicontazione sociale: un documento sui risultati raggiunti nell’apprendimento e sulle azioni messe in campo per migliorarli. Un primo step è previsto già nel luglio 2015 quando andranno messi online i singoli rapporti di autovalutazione. Regole – ed è forse una delle novità principali del documento – che varranno anche per le paritarie.

L’impatto della direttiva
Il testo siglato ieri, che intende dare attuazione al Dpr n. 80 del 2013 ricalca quanto anticipato mercoledì su Scuola 24 . Tre gli ambiti operativi del provvedimento: «Le priorità strategiche della valutazione del Sistema educativo di istruzione e formazione, che costituiscono il riferimento per le funzioni di coordinamento svolte dall’Invalsi»; «i criteri generali per assicurare l’autonomia del contingente ispettivo»; decidere i «criteri generali per la valorizzazione delle scuole del sistema scolastico nazionale, statali e paritarie, nel processo di autovalutazione». Avendo come orizzonte il prossimo triennio. E cioè gli anni scolastici 2014/15, 2015/16 e 2016/17.

L’inizio del percorso
La novità più rilevante rispetto alla direttiva precedente, che risale al 2012 e porta la firma dell’ex ministro Francesco Profumo, è forse la scomparsa del termine «sperimentale» che compariva in più punti. Stavolta si cercherà di mettere finalmente a sistema la valutazione delle scuole e (come si vedrà più diffusamente in un altro articolo) dei dirigenti scolastici. Con quattro obiettivi dichiarati: riduzione della dispersione scolastica e dell’insuccesso scolastico; riduzione delle differenze tra scuole e aree geografiche nei livelli di apprendimento degli alunni; rafforzamento delle loro competenze di base rispetto alla situazione di partenza; valorizzazione degli esiti a distanza degli studenti con attenzione all’università e al lavoro. Per riuscirci il primo passaggio sarà quello dell’autovalutazione. Entro ottobre 2014 l’Invalsi dovrà fornire agli istituti scolastici gli indicatori e i dati comparabili, su cui la direttiva non si pronuncia e che dovranno poi essere alla base dei rapporti di autovalutazione. Attesi online su “Scuola in chiaro” e sui singoli siti internet, come detto, entro luglio 2015. Sarà poi l’Istituto nazionale di valutazione, attualmente guidato da Anna Maria Ajello, a elaborare entro ottobre 2015 un rapporto sul sistema scolastico nazionale che ne consenta «un’analisi su base nazionale e una comparazione su base internazionale». A tal fine dovrà tenere conto sia «dei livelli degli apprendimenti» sia «degli altri indicatori di risultato delle scuole in relazione ai diversi contesti territoriali».

La valutazione esterna
I rapporti di autovalutazione non saranno l’unico strumento per tastare il polso alle scuole. La direttiva prevede infatti anche le verifiche dei nuclei di valutazione formati da esperti esterni selezionati dall’Invalsi. I criteri e gli indicatori per la scelta degli istituti da controllare saranno pronti entro marzo 2015 in modo che dall’anno scolastico 2015/16 si possa procedere alle prime “visite”. Che – si legge nel testo – dovranno coinvolgere fino al 10% del totale per ciascun anno scolastico, di cui: il 7% attraverso gli indicatori di cui sopra e il 3% in base a campionamento casuale. Per evitare conflitti d’interesse è sancito esplicitamente che gli esperti svolgano la loro funzione in regione diversa da quella nella quale prestano eventualmente servizio, a qualsiasi titolo, presso le istituzioni scolastiche o gli uffici dell’amministrazione scolastica.

Il destino dei test
Su questo punto il documento a firma Giannini dice molto poco. Limitandosi a stabilire che, nel prossimo triennio, le rilevazioni nazionali degli apprendimenti «saranno svolte in conformità alle indicazioni contenute nella Direttiva n. 85 del 2012». Che prevedeva – tra l’altro – la somministrazione dei test all’ultimo anno delle superiori. Un’eventualità dunque che potrebbe tornare a materializzarsi. Gli stessi test vengono poi definiti « la base per l’avvio dei processi di autovalutazione e di miglioramento per tutte le istituzioni scolastiche». Da qui l’attribuzione all’Invalsi del compito di fissare le linee guida per la lettura e l’utilizzo dei dati contenuti al loro interno.

L’estensione agli istituti paritari
Nel rinviare a un decreto ministeriale la fissazione dei dirigenti tecnici da destinare alla funzione di ispettori la direttiva si sofferma sul nodo dei fondi. Mettendo nero su bianco l’impegno a dotare Invalsi e Indire delle risorse di cui avranno bisogno. Dopo aver specificato che i criteri generali alla base dell’autovalutazione varranno anche per gli istituti paritari il documento fissa la dead line dell’intero procedimento alla fine dell’anno scolastico 2016/17 quando le scuole dovranno pubblicare un «primo rapporto di rendicontazione sociale» nel portale “Scuola in chiaro” per diffondere i risultati raggiunti, in relazione agli obiettivi di miglioramento individuati e perseguiti negli anni precedenti. Nel nome – si spera – della trasparenza e del miglioramento del servizio alla comunità di appartenenza.