In arrivo gli assistenti di lingua straniera

da La Tecnica della Scuola

In arrivo gli assistenti di lingua straniera

Ogni anno il Miur assegna a un numero limitato di scuole l’esperto di lingua straniera che affianca il docente curricolare per 12 settimane. In prevalenza sono universitari o neolaureati che vengono selezionati anche in base alla conoscenza della lingua del Paese di destinazione

Quest’anno il Miur, si legge sul Sole 24Ore,  ha messo a bando 240 posti di assistente di lingua straniera in Italia suddivisi per diversa provenienza e quindi per diverso insegnamento: 25 dall’Austria, 3 dalla comunità francofona del Belgio, 105 dalla Francia, 6 dall’Irlanda, 52 dal Regno Unito, 25 dalla Germania e 24 dalla Spagna. L’impegno settimanale dell’assistente è di 12 ore ed è retribuito con una borsa di studio di 850 euro, che il Miur eroga direttamente alle scuole assegnatarie.

Per scegliere a quale scuola attribuire l’assistente di lingua, tra le tante che ne fanno richiesta, il Miur ha stilato dei criteri specifici e in ogni caso si tratta di scuole che di base puntano sul bilinguismo: per richiedere l’assistente, infatti, è necessario avere almeno 24 ore settimanali di insegnamento curriculare della lingua per cui si fa domanda.

Per l’anno 2014-2015 la parte del leone la faranno gli esperti di lingua francese che arriveranno in Italia in 108, a seguire i 58 di lingua inglese, i 50 tedeschi e i 24 di lingua spagnola.

La regione Lombardia ne riceverà 30 e la Campania 25, 23 andranno in Emilia Romagna, in Sicilia e nel Lazio, 20 in Piemonte e 17 in Toscana. E così a scendere, anche in base al numero delle istituzioni scolastiche sul territorio, fino alla regioni Molise e Basilicata con soli 2 assistenti a disposizione.

Ovviamente anche gli studenti italiani hanno questa possibilità: per il 2014-2015 infatti partiranno 281 ragazzi: 30 andranno in Austria e 5 in Belgio per la lingua francese, 169 in Francia e 6 in Irlanda, 29 in Germania, 15 nel Regno Unito e 29 in Spagna. Nasce come uno scambio culturale ma, di fatto, potrebbe rappresentare un valido supporto all’annunciato raggiungimento del bilinguismo nella didattica.