Un appuntamento mancato

Un appuntamento mancato

di Maurizio Tiriticco

A proposito del cosiddetto “nuovo” esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione – Se si decide di affidare l’esame ad una commissione interna, agli insegnanti della stessa classe, occorre considerare la difformità a cui si va incontro. Attualmente, gli insegnanti dell’ultimo anno sono tenuti, in sede di uno scrutinio finale, ad ammettere o non ammettere gli alunni all’esame a seconda dei voti e dei crediti conseguiti da ciascuno di essi. E’ evidente l’incongruenza che si produrrebbe qualora un candidato fosse bocciato dagli stessi insegnanti che lo hanno ammesso. A parte i ricorsi che ne conseguirebbero, o meglio alle… promozioni generalizzate… antiricorso, il che mi conferma nella convinzione che un esame ha sempre un basso tasso di credibilità. Sono solito dire che basta un mal di testa o un colpo di fortuna a condizionare l’esito di un esame. Ed è una circostanza di cui tutti coloro che sono andati a scuola o hanno affrontato concorsi possono confermare. Mi chiedo: se saranno gli stessi insegnanti della classe ad esaminare i candidati, non sarebbe opportuno driblare gli scrutini di ammissione e andare direttamente alle prove d’esame?
E voglio anche sottolineare la circostanza più grave. Purtroppo, qualunque sia la scelta circa le modalità della prossima tornata di esame, ancora una volta la certificazione delle competenze non verrà effettuata. Sempre ammesso che la prova esame sia la più congruente per accertare e certificare una competenza! Si tratta di un discorso aperto e difficile, ma che nessuno intende affrontare! E le competenze sono ancora oggi un parola vuota… per la nostra amministrazione! Ingenuamente pensavo che con questa tornata di esami, completandosi il riordino dell’intero secondo ciclo, avviato con l’anno scolastico 2010/11, l’obiettivo della certificazione delle competenze, che la stessa legge 425/97 sancisce, venisse finalmente proposto e raggiunto. E un ‘amministrazione avveduta avrebbe dovuto muoversi su questa strada! Ma ciò non è avvenuto!
Così i risultati di apprendimento degli studi liceali, di cui all’allegato A del dpr 89/2010, relativo alle Indicazioni nazionali per i licei, non saranno affatto considerati. Né saranno testate le competenze terminali chiaramente indicate, definite e descritte nelle Linee guida degli istituti tecnici (dpr 88/2010) e in quelle degli istituti professionali (dpr 87/2010). Mi sono sbagliato! Ancora un volta un obiettivo di questo tipo, che dovrebbe riqualificare l’intero nostro sistema di istruzione, viene disatteso. E rinviato alle calende greche! Ancora una volta la nostra amministrazione non ha saputo prendere in carico questa questione. Perciò, le competenze da sempre e chissà per quanto tempo ancora, nella nostra scuola sono un’araba fenice!
I nostri ragazzi ancora non sapranno che cosa veramente sanno fare! E il mondo del lavoro aspetta! Anche l’Europa, come si suol dire, aspetta! E aspetta anche il mondo intero, stante il fatto che i nostri giovani sempre più sono costretti a cercare lavoro all’estero! Ma è difficile che possano trovarlo agevolmente perché, ancora una volta, il titolo di studio che produrranno non certifica assolutamente nulla!