Da precari a presidi: parola del Consiglio di Stato

da La Tecnica della Scuola

Da precari a presidi: parola del Consiglio di Stato

        

I precari possono diventare presidi: parola del Consiglio di Stato. E’ stato respinto, infatti, l’appello del Miur che chiedeva la sospensione cautelare della sentenza n. 5011/14 con cui gli avvocati F. Ganci e W. Mi‎celi avevano ottenuto la validazione della partecipazione dei precari con cinque anni di servizio all’ultimo concorso per dirigenti scolastici.

Tre precari potranno, dunque, diventare presidi, senza aspettare l’immissione in ruolo da docenti.

Per i giudici di Palazzo Spada appare infatti infondata, a una prima delibazione, la tesi sostenuta dall’avvocatura dello Stato a dispetto delle argomentazioni convincenti del Tar Lazio che – applicando il principio di non discriminazione sotteso alla direttiva comunitaria 1999/70 sui contratti a termine – aveva disapplicato la normativa italiana e ammesso i docenti precari alle prove concorsuali per diventare dirigenti scolastici Ora tre di essi, difesi in appello dagli avvocati S. Galleano e V. De Michele dell’Anief, possono finalmente invocare l’assunzione nei ruoli della dirigenza della scuola.

Dunque il principio di non discriminazione, come formato dalla giurisprudenza europea in applicazione della direttiva comunitaria 1999/70/CE per la parità di trattamento garantita dalla Suprema Corte di Lussemburgo tra personale a tempo determinato e indeterminato, si applica anche ai concorsi riservati ai dipendenti pubblici in Italia.

Per Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario Confedir, quella del Consiglio di Stato “è una sentenza storica che riconosce finalmente anche nel pubblico impiego, in materia concorsuale, di fronte a chiare quante illegittime leggi dello Stato, la primazia del diritto comunitario sulla legislazione nazionale”.

“In nome di tale principio- continua Pacifico – il sindacato ha promosso ricorsi al giudice del lavoro per far restituire gli scatti di anzianità per i periodi di precariato, far riconoscere per intero tutto il servizio preruolo nella ricostruzione di carriera e far recuperare il primo gradone stipendiale tolto ai neoassunti dal 2011”. Da precari a presidi. Adesso è una realtà sancita per legge.