Il 25 ottobre gli studenti tornano in piazza

da tuttoscuola.com

Il 25 ottobre gli studenti tornano in piazza

Il 25 ottobre gli studenti tornano in piazza, questa volta nella manifestazione nazionale proclamata dalla Cgil con corteo a Roma. La Rete della Conoscenza ha infatti lanciato un concentramento dello spezzone della “generazione senza diritti”, con partenza da P.le Aldo Moro (Università La Sapienza) alle ore 9.30, per poi raggiungere il corteo sindacale all’altezza della stazione Termini. “Già nella manifestazione nazionale del 10 ottobre abbiamo rivendicato scuole e università libere da interessi privati e reddito e diritti contro la precarietà – dichiara Riccardo Laterza, Portavoce Nazionale della Rete della Conoscenza – entrando in scena e irrompendo nel teatrino di una politica impegnata, tanto rispetto alla formazione che rispetto al lavoro, a smantellare quei pochi diritti rimasti dopo il ciclo di politiche d’austerità degli ultimi anni“.

Le connessioni tra il Piano Scuola e il Jobs Act sono evidenti – continua Danilo Lampis, Coordinatore Nazionale dell’Unione degli Studenti –, dall’estensione dell’apprendistato sperimentale a misure come lo School Bonus e la School Guarantee che agevolano l’entrata dei privati nelle scuole. Inoltre la Legge di Stabilità prevede tagli tali da azzerare il Fondo per l’autonomia scolastica, impoverendo ulteriormente l’offerta formativa delle scuole“.

Il disegno del Governo Renzi “rispetto a lavoro e formazione è in continuità con i Governi precedenti – è la dichiarazione di Alberto Campailla, Portavoce Nazionale di Link – Coordinamento Universitario – tant’è che nel Decreto Sblocca Italia troviamo un altro grave attacco all’università: 150 mln di euro di risorse destinate alle borse di studio universitarie vengono inserite nel Patto di Stabilità, determinando un calo di 50.000 borse a livello nazionale; inoltre nella Legge di Stabilità ci sono ancora tagli al Fondo di Finanziamento Ordinario per quasi 300 mln di euro“.

Anche il Jobs Act “una legge delega in bianco approvata a colpi di fiducia al Senato, è in perfetta continuità con le politiche dei Governi precedenti – conclude Laterza – Lo smantellamento definitivo dell’articolo 18, a conclusione di un processo iniziato dalla Riforma Fornero di due anni fa, l’abolizione di altre norme di civiltà come il divieto di controllo a distanza dei lavoratori, l’introduzione del demansionamento, segnano un ritorno al passato che estende la precarietà, in forme diverse, a tutti i lavoratori, non agevolando affatto la nostra generazione. Per quanto ci riguarda, dunque, non abbiamo più nulla da difendere. Per questo, accanto alla solidarietà attiva per chi lotta in difesa dei propri diritti, non possiamo che organizzare un contrattacco per il lavoro di qualità, il reddito e il welfare universale, il diritto alla conoscenza contro la precarietà“.