Prove Invalsi, la maggior parte dei docenti sembrerebbe d’accordo

da La Tecnica della Scuola

Prove Invalsi, la maggior parte dei docenti sembrerebbe d’accordo

A sostenerlo è lo stesso Istituto di valutazione nazionale, al termine di un’indagine condotta dall’a.s. 2011/12 che ha coinvolto 9.968 insegnanti e 1.561 dirigenti scolastici: oltre due terzi dei docenti della V primaria ritengono che vi sia corrispondenza tra i contenuti delle prove e le competenze richieste dalle nuove Indicazioni nazionali per il curricolo. Via libera pure da tanti capi d’istituto. Non mancano però i punti critici, come il gap tra la personalizzazione della didattica e la standardizzazione delle prove.

La maggior parte dei docenti si dice d’accordo nel somministrare agli alunni i questionari standard preparati dall’Invalsi per verificare e migliorare la qualità degli apprendimenti. A sostenerlo è lo stesso Istituto di valutazione nazionale, dopo aver realizzato un’indagine condotta a partire dall’anno scolastico 2011/12: l’esito della ricerca è stata presentato il 28 ottobre a Formia, in apertura della due giorni di seminari, Invalsi “Il Questionario Insegnante e il Questionario Scuola: teorie, strumenti e risultati”.

Nell’ambito delle Rilevazioni nazionali sugli apprendimenti degli studenti, attraverso la somministrazione di due questionari on line, l’Invalsi ha raccolto le opinioni di 9.968 insegnanti e 1.561 dirigenti scolastici sulle prove nazionali e sulla valutazione, reperendo informazioni approfondite sulle caratteristiche dell’attività didattica – in particolare per la matematica e l’italiano – e sulle pratiche delle istituzioni scolastiche coinvolte sui temi della valutazione.

Il Questionario Insegnante

Il Questionario Insegnante ha coinvolto 9.968 insegnanti di italiano e matematica delle classi II e V della scuola primaria, della classe III della scuola secondaria di primo grado e della classe II nella scuola secondaria di secondo grado, distribuiti su tutto il territorio nazionale. La somministrazione è avvenuta on line e su base volontaria e riscontrato un’alta partecipazione – superiore all’80% – dei docenti interpellati.

L’indagine ha approfondito l’opinione degli insegnanti rispetto alla corrispondenza tra il divario nei risultati delle Prove INVALSI tra le macro-regioni e la presenza di divari nelle competenze degli studenti. La maggioranza dei docenti nel Nord Ovest e nel Nord Est si è dichiarato molto o abbastanza d’accordo con tale corrispondenza, mentre nel Sud e nelle Isole circa un terzo dei docenti si dimostra d’accordo. In tutte le macro-regioni la maggioranza degli insegnanti ritiene che il divario sia soltanto in parte o per nulla risolvibile tramite l’azione dei docenti e del dirigente scolastico.

La ricerca ha chiesto agli insegnanti di esprimere un giudizio sulle rilevazioni dell’INVALSI sui livelli di apprendimento. La maggioranza dei docenti esprime un giudizio positivo sulle Prove INVALSI, sia rispetto alla reperibilità e fruibilità delle informazioni (oltre il 70%), sia rispetto ai tempi di restituzione dei risultati (superiore al 60%). Anche per quanto riguarda l’utilizzabilità dei risultati delle Prove dai singoli insegnanti e dal Consiglio di classe la maggioranza dei docenti esprime un giudizio positivo, una percentuale che raggiunge il 70% dei docenti nelle Regioni PON (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia). Il 40% del campione ritiene che le informazioni restituite alle scuole sui risultati delle Prove siano dotate di chiarezza.  Ma soprattutto, oltre due terzi dei docenti della classe V della scuola primaria ritengono che vi sia corrispondenza tra i contenuti delle Prove e le competenze richieste dalle nuove Indicazioni nazionali per il curricolo.

Il Questionario Scuola

Hanno risposto al Questionario Scuola 1.561 dirigenti scolastici distribuiti su tutto il territorio nazionale. Emerge un giudizio positivo prevalente sulle Prove INVALSI, spiegato sia dagli aspetti legati alle procedure (gestione delle scadenze, somministrazione, comunicazione con le scuole), ma anche da quelli legati ai risultati (chiarezza, utilizzabilità, reperibilità delle informazioni restituite alle scuole). Per gli aspetti legati alle procedure, i giudizi positivi sono maggiori nelle macro-regioni Sud e Sud e Isole.

Rispetto al possibile utilizzo dei risultati delle Prove INVALSI, il 70% dei dirigenti ritiene che debbano servire all’autovalutazione da parte della singola scuola e circa il 60% per confrontare i livelli di apprendimento tra le classi di una stessa scuola. Al contrario, una minoranza dei dirigenti scolastici ritiene che i risultati debbano essere utilizzati per valutare gli studenti e che debbano essere pubblicati per effettuare confronti tra diverse scuole. I risultati delle Prove nelle scuole del campione vengono utilizzati prevalentemente per una discussione all’interno del Collegio dei docenti o con gli insegnanti di una medesima disciplina.

Secondo i dirigenti scolastici che hanno partecipato all’indagine, i membri del Consiglio di Istituto e i genitori hanno un giudizio positivo sulle Prove INVALSI, mentre risulta meno positivo il giudizio di studenti e insegnanti. Inoltre, i dirigenti delle macro-regioni Nord Ovest e Nord Est percepiscono un giudizio migliore sulle Prove per tutte e quattro le categorie rispetto ai dirigenti delle scuole del Sud e delle Isole.

Criticità nelle Prove INVALSI

All’interno del Questionario Insegnante, il 12,3% del campione ha usufruito della possibilità di esprimere commenti liberi riguardo al giudizio sulle Prove INVALSI. Le principali criticità emerse riguardano il contrasto tra la personalizzazione della didattica perseguita dalle Indicazioni nazionaliper il curricolo e da tutti i documenti di indirizzo più recenti e la standardizzazione delle prove. In particolare risulta evidente questo contrasto nella scuola primaria, con riferimento agli alunni di cittadinanza non italiana e ai bisogni educativi speciali, e nella scuola secondaria di secondo grado, rispetto alle diversità presenti tra i diversi indirizzi scolastici. Si riscontra inoltre una criticità rispetto alla presenza delle Prove nell’esame conclusivo del primo ciclo d’istruzione e la loro incidenza sulla valutazione finale degli alunni.

Tali criticità rimandano a questioni dibattute da tempo nelle scienze dell’educazione, ma anche alla necessità di maggiore chiarezza nelle scelte di fondo di natura politica, che esulano dai compiti dell’INVALSI.

Anche per questo i risultati della presente indagine possono fornire una traccia utile per la discussione presente e futura sulla valutazione.

Il commento del direttore Invalsi

“I risultati della ricerca confermano un’evoluzione positiva nel rapporto delle scuole con la valutazione” – ha detto Annamaria Ajello, presidente Invalsi –. Gli insegnanti e i dirigenti coinvolti riconoscono l’utilità delle informazioni che restituiamo alle scuole sui risultati delle Prove e ne fanno tesoro soprattutto per un confronto tra docenti e per i processi di autovalutazione”.

“La ricerca mette in luce anche alcune criticità che ci servono per continuare a migliorare – ha continuato Ajello – e che possono fornire utili indicazioni anche per scelte politiche e istituzionali che sostengano le scuole per una didattica efficace anche attraverso gli strumenti della valutazione. La ricerca, infine, rende evidente che è possibile un’idea ricca della valutazione e aiuta ad ampliare il dibattito su questo tema”.

Le prove Invalsi 2015: il calendario

Lo svolgimento delle prove Invalsi 2015 riguarderà gli stessi livelli scolastici già coinvolti nelle rilevazioni dell’anno scolastico passato e si articolerà secondo il seguente calendario:

  • 5 maggio 2015: prova preliminare di lettura (II primaria) e prova d’Italiano (II e V primaria);
  • 6 maggio 2015: prova di Matematica (II e V primaria) e questionario studente (V primaria);
  • 12 maggio 2015: prova di Matematica, prova d’Italiano e questionario studente (II secondaria di secondo grado);
  • 19 giugno 2015: prova di Matematica, prova d’Italiano (III secondaria di primo grado – Prova nazionale all’interno dell’esame di Stato).