La “casa” senza reticolati dove i ragazzi autistici imparano l’autonomia

La “casa” senza reticolati dove i ragazzi autistici imparano l’autonomia

A Forlimpopoli la più grande realtà italiana dedicata all’autismo e al disagio psichico, dove i ragazzi vengono impiegati anche nella serra e nella stalla. Struttura residenziale e centro diurno voluti dalle famiglie Fornino e Valmori, che hanno dato vita all’omonima fondazione per il futuro dei loro figli

da Redattore Sociale

30 ottobre 2014

BOLOGNA – Quello che colpisce quando arrivi è che non ci sono cancelli. Chiaro che il giardino della villetta dove per un po’ abitano i ragazzi è recintato, ma per il resto nessuna gabbia. Questo perché alla Fondazione ForninoValmori, la più grande realtà italiana dedicata all’autismo e al disagio psichico, credono che agli ospiti servano “spazi senza reticolati” per potersi esprimere al meglio, “in un luogo che non sia chiuso in se stesso ma aperto a tutti all’insegna dell’integrazione con chiunque voglia venire a trovarci”, dice Vincenzo Fornino, uno dei due fondatori, intervistato per il numero 10/2014 di SuperAbile Magazine, la rivista dell’Inail sulla disabilità. E poi questo “villaggio protetto” inaugurato un anno fa è lontano dalla strada, immerso nel verde tra le campagne di Forlimpopoli e le colline di Bertinoro (in provincia di Forlì-Cesena), e i ragazzi autistici o con disagio psichico sono costantemente seguiti dagli operatori.

Così che Nicolò, Andrea, Roberto, Leonardo, Tiziano, Stefano e Davide, se vogliono, possono andare tranquillamente in giro per la serra, i campi sportivi e il maneggio sempre sotto l’occhio vigile di due psicologi, due educatori e tre operatori sociosanitari che si alternano nelle 24 ore. Ecco allora che capita di imbattersi in uno di loro che porta una carriola, mentre un altro sorride nel farsi spingere dentro un carrello. Ma gli ospiti sono liberi anche di guardare la tv, di prendersi un bicchiere d’acqua, di stare seduti sul divano o sul dondolo proprio come fossero a casa propria. Una casa che alla Fondazione ForninoValmori è una bella villetta su due piani dove ognuno ha la propria stanza e il proprio bagno, mentre la cucina e il salotto sono in comune. Infatti in questo centro residenziale con 20 posti letto (otto per l’autismo e dodici per il disagio psichico in due strutture separate), i ragazzi vivono insieme per qualche settimana o qualche mese scandendo il ritmo delle giornate – dalla sveglia ai pasti fino all’ora di andare a dormire – e seguendo le attività proposte dalla cooperativa sociale Insieme per crescere, creata ad hoc per gestire questa realtà.

La struttura, inoltre, funge anche da centro diurno per le persone con disagio psichico e da luogo di stage ai fini dell’inserimento lavorativo. Oltre al cosiddetto “sollievo”, “l’obiettivo delle famiglie che dal territorio ma soprattutto dal resto d’Italia portano qua i propri figli – e che possono fermarsi per qualche giorno soprattutto durante l’inserimento – è quello di aumentare o recuperare la loro autonomia personale e domestica nonché le capacità di relazione”, spiega Galeazzo Garavini, coordinatore socio sanitario. “Noi lavoriamo secondo progetti individualizzati e in base a un ventaglio di attività occupazionali che vanno dall’ippoterapia e dalla riabilitazione equestre a tutto quello che riguarda i prodotti della terra, dal laboratorio di ceramica al mantenimento delle abilità scolastiche, passando per un po’ di palestra e di sport all’aria aperta fino al portare la propria roba sporca in lavanderia. Inoltre una volta a settimana vengono un fisiatra, un terapista della riabilitazione e, a richiesta, un medico di base che è anche psichiatra”.

La struttura nasce grazie a due famiglie di imprenditori agricoli, i Fornino e i Valmori, decise a dare un futuro sia ai propri figli sia a quelli degli altri. Vincenzo Fornino è il papà di Antonio, un 42enne che soffre di disagio psichico, mentre Edo Valmori lo è di Nicolò, un ragazzo poco più che ventenne affetto da autismo. I due pian piano maturano l’idea di dover fare qualcosa per quello che viene chiamato il “dopo di noi”, perché non sono soddisfatti dei centri visitati fino a quel momento. Nei primi anni Duemila prende piede la convinzione che una fondazione sia la strada giusta, e così investono gran parte dei loro risparmi in questo progetto totalmente a capitale privato nonostante, da statuto, i futuri garanti della struttura – quando le due famiglie non ci saranno più – siano i comuni di Forlimpopoli e Bertinoro. “Abbiamo deciso di convertire i nostri averi in capitale sociale perché altrimenti sarebbero andati dispersi. E lo abbiano fatto aprendoci all’esterno. Un’apertura nuova che significa sia integrazione dei ragazzi con il territorio sia possibilità di autofinanziare la cooperativa Insieme per crescere”, commenta il signor Fornino. Da qui il ristorante Fiori di zucca, la vendita dei prodotti coltivati e magari anche di quelli di ceramica, le lezioni di equitazione per tutti, lo stallaggio dei cavalli, il noleggio dei campi da calcetto, basket, pallavolo e tennis, l’affitto degli spazi per feste, convegni o ambulatori, la raccolta di vestiti, mobili, giocattoli e libri. Ma anche un centro estivo per i bambini della zona, anche disabili, che ha funzionato da giugno a settembre. E in futuro la lavanderia (nonché stireria) dovrà trovare alcune commesse esterne, così come si lavorerà per rendere operativa anche una piccola sartoria. Senza nascondere i ritardi e le difficoltà di una realtà che, in fondo, ha appena compiuto il suo primo anno di vita.

Il villaggio in cifre. Finora otto ospiti residenziali (tutti autistici non verbali), cinque persone con disagio psichico seguite dal centro diurno e una decina di richieste per i mesi futuri. E poi 22 ettari di terreno tra maneggio – con una ventina di cavalli –, serra, farmer’s market, laboratorio di ceramica, campi sportivi, e 6mila metri quadrati al coperto tra appartamenti, palestra, spazio infanzia e per l’analisi comportamentale applicata, ristorante, lavanderia, parrucchiere, due sale convegni. (Michela Trigari)

 

A Forlimpopoli la più grande realtà dedicata all’autismo e al disagio psichico

Centro diurno e residenziale per disabili. Ma anche servizi per tutti. Dal 27 al 29 settembre tre giorni di festa per l’inaugurazione della struttura voluta dalle famiglie Fornino e Valmori e gestita dalla coop sociale “Insieme per crescere”

25 settembre 2013 – 15:58

FORLIMPOPOLI –  Sulle colline tra Bertinoro e Forlimpopoli, apre la più grande realtà italiana dedicata all’autismo e al disagio psichico: 6 mila metri quadrati di spazi coperti, 22 ettari di terreno e un nuovo modello di assistenza per le persone disabili basato sulla qualità della relazione umana, sul potenziamento delle autonomie, anche attraverso il lavoro, e sul coinvolgimento di famiglie, imprese e comunità intera. Gestita dalla cooperativa sociale “Insieme per crescere”, la Fondazione Fornino Valmori nasce per volontà delle omonime famiglie, unite da 34 anni di amicizia e dal bisogno di dare un futuro ai propri figli, Antonio e Nicolò, il primo soffre di disagio psichico e il secondo affetto da autismo. Un atto d’amore, l’ha chiamata Vincenzo Fornino, “quello che ogni padre e madre ha per i propri figli”. Ma con cui le due famiglie aiuteranno i figli di tutti. “Quando noi non ci saremo più, la fondazione passerà al territorio – ha precisato Fornino, che della fondazione è il presidente – mi auguro che avrà il sostegno dei Comuni”. Segnali positivi dai sindaci di Bertinoro, Nevio Zaccarelli, e Forlimpopoli, Paolo Zoffoli. Mentre Zaccarelli ha sottolineato come “il pubblico non basta più per rispondere alla domanda del sociale”, Zoffoli ha detto: “Faremo in modo che fondazione e servizi, comunali e sanitari, dialoghino sempre di più per garantire prese in carico personalizzate per le persone con disagio psichico e autismo”. A ottobre i primi inserimenti, già numerose le richieste da tutta Italia: da Torino a Trieste, da Firenze a Napoli. Dal 27 al 29 settembre sono in programma 3 giorni di festa per l’inaugurazione

Ci sono voluti 7 anni per realizzare il progetto. “Cinque di burocrazia e 2 per la costruzione – precisa Fornino – La colpa però non è degli enti locali, ma di uno Stato che ostacola il privato anche quando dona al sociale”. Preoccupati dal “dopo di noi” ovvero da chi si sarebbe occupato di Nicolò, 21 anni, e Antonio, 42, quando loro non ci saranno più, Edo Valmori e Vincenzo Fornino, hanno visitato alcune strutture in giro per l’Italia. “Ma  nessuna ci ha soddisfatto – ha precisato Valmori, vicepresidente della fondazione – Da qui l’idea di creare qualcosa di nuovo”. I due sono allora passati all’azione e hanno investito nel progetto tutto ciò che avevano. La famiglia Fornino, che gestisce un’azienda avicola dal 1968, ha messo a disposizione strutture e terreni, mentre i Valmori, titolari di un mangimificio dal 1955, tutti i loro risparmi. In totale, la struttura è costata 13,8 milioni di euro (di cui 6 per la costruzione, il resto è il valore del terreno). A pieno regime impiegherà una cinquantina di persone, da psicoterapeuti a chef, da operatori socio-sanitari alle stesse persone con disabilità.

La fondazione è un centro diurno e una struttura residenziale e semiresidenziale in cui, per qualche ora al giorno o periodi più lunghi, le persone con disturbo dello spettro autistico o con disagio psichico possono frequentare laboratori e servizi per acquisire abilità e competenze utili nella vita di tutti i giorni (fare la spesa, cucinare, ecc.) o potenziare le loro capacità relazionali, anche attraverso il lavoro o l’equitazione creativa. “Dare un futuro a persone non completamente autonome è un obiettivo perseguibile perché, se sostenute e inserite in un contesto educativo e lavorativo adeguato, queste persone possono sviluppare una propria identità personale e vivere con  maggiore serenità e benessere”, ha detto Pietro Berti, presidente della cooperativa sociale. La fondazione punta sull’integrazione con il territorio attraverso servizi aperti a tutti: un ristorante biologico a km zero, un impianto sportivo, tre maneggi con scuola di equitazione, un farmer’s market per vendere i prodotti dell’orto e della serra di 800 metri quadrati e poi sale per convegni, una lavanderia industriale che servirà asili e scuole materne del circondario per noleggio e lavaggio dei pannolini multiuso e uno spazio infanzia. Grazie alla collaborazione con l’Università di Bologna (cinque docenti fanno parte ‘a titolo gratuito’ del comitato scientifico), studenti dell’Alma Mater potranno seguire tirocini formativi all’interno della struttura.

Gli appuntamenti per l’inaugurazione partono il 27 settembre alle 18 con la presentazione del libro “Una notte ho sognato che parlavi”, in cui il giornalista e scrittore Gianluca Nicoletti racconta il rapporto con il figlio autistico. Il 28 settembre alle 9.30 è previsto il taglio del nastro con le autorità, mentre il 29 settembre sempre alle 9.30 la fondazione si apre alla cittadinanza con una tavola rotonda su approcci e metodologie di intervento per trattare i disturbi comportamentali e poi visita alle strutture. (lp)

Disabilità, a Forlimpopoli 22 ettari per il “dopo di noi”

Verrà inaugurata a fine settembre sulle colline romagnole una delle più grandi residenze d’Italia. Il progetto ha portato alla creazione di una Fondazione e di una cooperativa “Insieme per crescere” che gestirà i servizi. A regime impiegherà 50 persone

07 agosto 2013 – 12:27

FORLIMPOPOLI – Seimila metri quadrati di spazi coperti, 22 ettari di terreno. Cinquanta persone al lavoro quando sarà a regime. Potrebbe essere la struttura per il “dopo di noi” più grande d’Italia quella che verrà inaugurata a fine settembre sulle colline romagnole, tra Bertinoro e Forlimpopoli. Nata su iniziativa delle famiglie Fornino e Valmori, due imprenditori della zona che si sono trovati a condividere in famiglia un figlio con disabilità, la struttura – che ha già cominciato lentamente a lavorare – punta tutto sull’integrazione con il territorio. Così la grande mensa, per circa 200 pasti giornalieri, servirà anche aziende della zona, le palestre saranno aperte a tutti, la lavanderia industriale sta chiudendo accordi per il lavaggio dei pannolini degli asili e delle scuole materne dei comuni limitrofi, il maneggio, pensato per la pet-therapy, aprirà i cancelli a anche a tutti coloro che vorranno avventurarsi sulle colline a cavallo. Ma resterà, su tutto, la mission iniziale, il progetto che ha portato alla creazione di una Fondazione e alla nascita della cooperativa “Insieme per crescere” che gestirà tutti i servizi.
“La preoccupazione dei genitori nella difficile gestione della disabilità è anche quella legata al “dopo di noi” – si legge sul sito della Fondazione Fornino Valmori onlus –  a quella fase di incertezza derivante dalla preoccupazione che i propri figli non possano avere una piena identità personale. La Fondazione si configura quindi come risposta al ‘dopo di noi’, da realizzarsi nel ‘durante noi. I famigliari possono infatti essere accolti per periodi più o meno lunghi o permanere in specifici appartamenti messi a disposizione dalla Fondazione stessa”. Pietro Berti, presidente della neonata cooperativa, racconta dei tanti sacrifici che sono stati fatti per potere a termine questa grande operazione. E non si riferisce solo alla metratura: “Vogliamo partire un po’ alla volta – spiega – perché ci sentiamo addosso tutto il peso delle responsabilità. Abbiamo aperto un tavolo di collaborazione con il pubblico, ma partiremo in un primo tempo come struttura unicamente privata, e puntando molto a un nuovo modello di residenzialità per le persone disabili che vogliono, e possono, sperimentare percorsi di autonomia”.

Ogni settore della cooperativa dovrà dunque puntare all’autosufficienza, e non mancheranno le sperimentazioni: la prima, dove saranno impiegati anche operatori con disabilità, sarà l’apertura di un ristorantino biologico a km zero (il nome non c’è ancora), pensato anche per una clientela turistica. Poi lo spazio infanzia, che – da ottobre –  si occuperà anche di riabilitazione per bambini con disabilità. “Tutte le risorse necessarie sono state messe dalle due famiglie che hanno costituito la Fondazione – continua Berti – e solo saltuariamente abbiamo ricevuto fino ad oggi qualche donazione. La scommessa sarà andare avanti: cominceremo mettendo a disposizione sei posti nella struttura residenziale, e con una dozzina di operatori. Poi,  a Natale, dovremmo essere quasi a posto”. Inaugurazione il 28 settembre con le autorità della regione Emilia-Romagna, è stato invitato Vasco Errani, e i sindaci della zona. Il 29, domenica, open day per chi vorrà visitare la struttura. (mauro sarti)