Uomo come risultato della sua storia

UOMO COME RISULTATO DELLA SUA STORIA di Umberto Tenuta

CANTO 309 Osservate lo spaccato di una montagna.

Strati paralleli di rocce sovrapposte!

Non interferenti.

Nell’uomo, sì, interferiscono, si mescolano, si fondono.

Prendete un foglio di carta da disegno ed una scatola di colori a tempera.

 

Intingete il pennello in uno qualsiasi dei colori.

Disegnate lo sfondo della pagina.

Sullo sfondo create la vostra figura.

Il colore da voi scelto risulterà modificato dallo sfondo.

Su questa prima figura create una seconda e fate la stessa osservazione.

Poi, via via, altre ancora!

L’ultima pennellata, di color rosso, non sarà rossa, ma risulterà come sintesi dei tanti colori sottostanti.

Potete fare la stessa esperienza con vetri di diversi colori, sovrapponendoli via via, l’uno all’altro.

L’ultimo vetrino apparirà modificato dai sottostanti vetrini colorati.

Una metafora della formazione umana.

Noi siamo il risultato delle mille e mille e mille esperienze fatte sin dal primo momento del nostro concepimento.

CONSIDERAZIONI PEDAGOGICHE

Panta rei!

Panta rei, tutto scorre.

Ma quello che ho visto ieri è il vetrino colorato col quale vedo il panorama di oggi.

Attenti al primo vetrino!

Le prime esperienze del bambino hanno un’influenza grandissima sulla sua formazione.

Pensate alla fiducia di base, acquisita nei primi anni di vita!

Ma non trascurate nessuna delle esperienze che il bambino fa.

Ciascuna lascerà il segno nella sua personalità.

L’Educazione non comincia, né a tre, né a sei, né a undici anni…

L’Educazione comincia sin dal primo momento del concepimento.

Nove mesi di gestazione , nove mesi di educazione.

Mamme, attenzione!

La prima luce del sole, la prima carezza della mamma, il primo orizzonte che gli si squaderna intorno!

Ambiente formativo.

Curatelo, o mamme, con tutto il vostro amore!

Poi, tre anni, tre anni che fanno un uomo.

Lo sapete, a quattro anni è già a metà del suo cammino.

Società educante!

Educa la Scuola dell’infanzia.

Ma educa tutta la restante esperienza che il bimbo fa.

Nel mondo reale.

Oggi anche in quello virtuale.

Coi tablet nelle mani dei bimbi appena nati.

Non cercate di toglierli dalle loro mani.

Non ci riuscireste.

Fate invece attenzione ai contenuti.

I vostri figli si nutrono di quello che mangiano.

Poi verrà la scuola.

Le scuole, una di seguito all’altra, una in continuità con l’altra, come i ricami che fate sulla vostra tela, non sovrapponendo, ma continuando la scena primamente abbozzata.

Come le pennellate sul foglio di carta.

Continuerà questo lavoro oltre la scuola, per tutta la vita.

Educazione permanente.

Non permane, continua.

Impariamo fino all’ultimo giorno della nostra vita.

Nulla dies sine linea.

Anche noi, Maestri.

Non è mai troppo tardi per farsi Maestri, maestri migliori di quelli di ieri.

La BUONASCUOLA non la facciamo oggi, non la faremo domani, non finiremo di farla dopodomani.

Sempre Maestri migliori saremo.

Soprattutto se Uomini migliori ci faremo.

Soprattutto se Madri migliori ci faremo.

BUONASCUOLA che buona si fa ogni giorno di più.

BUONASCUOLA che materna si fa ogni giorno di più.

BUONASCUOLA che ogni giorno gioisce di più per il successo della formazione dei suoi giovani studenti!

 

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:

http://www.edscuola.it/dida.html