Occupazione delle scuole: quanti vaniloqui!

Occupazione delle scuole: quanti vaniloqui!

di Enrico Maranzana

Davide Faraone, sottosegretario all’istruzione, ha sollevato un vespaio valorizzando le occupazioni delle scuole: “ Iniziative culturali e sociali, momenti di aggregazione e di partecipazione democratica che, con quelle di oggi, hanno in comune il tema centrale intorno al quale ruotavano: la riforma della scuola di cui anche allora si discuteva».

Il fatto è significativo e inquietante: un inequivocabile sintomo del generale disorientamento e del mancato riconoscimento della mission della scuola.

Traslando la situazione in ambito sanitario se ne coglie la sostanza.

 

Una questione di professionalità

Finalità    

L’apparato ospedaliero tratta i degenti in base a specifici protocolli: la loro condizione di salute è da riequilibrare avendo a riferimento i valori elaborati e esplicitati per l’occorrenza.

 

L’apprendimento, lo sviluppo di capacità e di competenze, sono le linee guida del sistema educativo.

Traguardi dal significato variegato:

  • apprendimento: si tratta dell’acquisizione della conoscenza o della promozione di comportamenti produttivi?
  • capacità: da un lato chi afferma “ho le mani e perciò ho la capacità di suonare il piano” dall’altro lato chi le considera dei processi e ne esplicita l’evoluzione: necessaria premessa alla “Programmazione dell’azione educativa”.
  • Competenze: l’attenzione generale si concentra sull’aspetto certificativo. L’elaborazione strategica delle modalità per la loro promozione è trascurata.

 

Progettazione

Le èquipe mediche operano sui singoli pazienti seguendo le indicazioni terapeutiche che elaborano nel momento del loro ricovero.

 

La progettualità è pratica che la scuola non conosce, sorda al decreto sull’autonomia delle istituzioni scolastiche che l’ha prescritta nel 1999.

Progettare implica:

  • la definizione degli obiettivi,
  • il reperimento e l’organizzazione delle risorse,
  • la formulazione di ipotesi,
  • la concretizzazione delle ipotesi in strategie,
  • l’applicazione delle strategie,
  • l’ottenimento di risultati,
  • la capitalizzazione degli scostamenti obiettivi-risultati.

La progettualità unifica tutti gli insegnamenti: i traguardi formativi, quelli educativi e dell’istruzione sono condivisi.

E’ da abbandonare la gestione scolastica parcellizzata, come dispone la legge del 1974 che ha mutuato dalla scienza dell’amministrazione una struttura organizzativa articolata che incrocia le responsabilità dei soggetti interagenti.

 

Punti di vista

L’identificazione e la prescrizione dei farmaci sono compiute in base alle necessità.

 

Nella scuola la scelta degli ambienti e delle occasioni di apprendimento avviene o per motivi esogeni o per le qualità dei singoli oggetti.

Il Piano nazionale scuola digitale e il coding sono d’esempio: ogni riferimento alle finalità del sistema educativo e ai canoni d’una comunicazione efficace è assente.

Emblematico il caso delle Lim introdotte a difesa della tradizionale, unidirezionale, versativa lezione.

Sul versante comunicativo/tecnologico si consideri il tema “La battaglia di Waterloo”:

  • L’origine, le date, i luoghi, i personaggi, gli effetti sono gli aspetti che qualificano l’attività scolastica.
  • Nel gioco di simulazione sulla battaglia di Napoleone si sollecitano l’analisi del campo, la modellazione, lo formulazione d’ipotesi, la loro concretizzazione in strategie, la validazione delle scelte, l’analisi critica dei piani d’attacco dei due schieramenti: capacità e competenze di cui si sostanzia la finalità del sistema educativo.

Due mondi separati:

  • Il primo descrittivo, finalizzato alla trasmissione d’un sapere statico;
  • il secondo coinvolgente e dinamico che,  utilizzando strumentalmente la  conoscenza, promuove comportamenti produttivi.

L’immagine delle discipline insegnate si dilata: le conoscenze sono correlate ai problemi e ai metodi risolutivi che le hanno generate.

 

 

Sono questi i temi di cui discutono gli studenti che occupano gli istituti prefigurando la scuola riformata?

 

La professionalità dei medici e dei docenti matura in anni di studio e di pratica: con quale preparazione ne possono discutere malati e studenti?