Spariti gli scatti di merito per gli insegnanti Pesa ancora l’anzianità

da Corriere della sera

Spariti gli scatti di merito per gli insegnanti Pesa ancora l’anzianità

Dietrofront del Pd sulla riforma della «Buona Scuola»

ROMA Scatti di merito, addio. Promessi a settembre, contestati con tanto di raccolta firme dai sindacati, bocciati sabato scorso dal Pd. Che fa retromarcia sulla Buona Scuola, prima ancora che diventi un testo di legge da discutere in Parlamento. Quello che è (o era) uno dei cardini della bozza di riforma del sistema educativo firmata Renzi-Giannini è stato giudicato inadeguato dal Partito democratico e dunque molto difficilmente potrà restare nel progetto del governo.
Nella giornata dedicata alla discussione sulla Buona Scuola, il partito del premier ha proposto un modello alternativo di carriera per gli insegnanti. Nella nuova bozza, che dovrà passare al vaglio di ministero e maggioranza, non ci sono più gli scatti per due terzi del corpo docente, decisi dal preside di ogni scuola sulla base dell’impegno e della bravura dell’ insegnante, al posto degli scatti di anzianità. C’è invece un sistema misto: resta l’anzianità (non è specificato con che cadenza) e compare una nuova figura professionale, a metà tra l’insegnante e il dirigente: è il «docente esperto», un livello superiore rispetto a quello di ingresso nella scuola al quale si accede con una specie di formazione permanente, che nelle intenzioni del documento Pd dovrà essere obbligatoria, e una sorta di concorso: non più i presidi ma commissioni provinciali esamineranno i titoli dei docenti sulla base anche di un esame o di un colloquio.
«Il meccanismo del 66% — spiega Maria Grazia Rocchi del Pd — è stato quello più contestato dai docenti nella consultazione della Buona Scuola: la nostra ipotesi è quella di non escludere una retribuzione basata sull’anzianità perché un insegnante diventa un buon insegnante anche grazie alla pratica». A regime, secondo il piano Pd, dovranno essere tra il 15 e il 25% gli insegnanti che possono accedere al livello di «docente esperto».
Nel documento del Pd è molto duro il giudizio sul sistema invece proposto a settembre dalla Buona Scuola: il punto di partenza, si legge, è che «nessuno (nel testo scritto tutto maiuscolo per far capire che è proprio un no) condivide il principio enunciato dalla Buona Scuola secondo cui un insegnante mediamente bravo per ricevere lo scatto di competenza dovrebbe cercarsi la scuola dove vi sono insegnanti scarsi per poter emergere visto che lo scatto di competenza sarà assegnato solo al 66% del corpo docente. Lo scatto così sarebbe semplicemente un diverso sistema di fasce stipendiali non una differenziazione delle carriere all’interno delle scuole autonome». E ancora: va bene valutare le competenze didattico-disciplinari, cioè la bravura di un insegnante ma questa «anche se posseduta al sommo grado non potrà automaticamente tradursi in un passaporto per il livello superiore».
La questione dello stipendio è centrale, perché il docente esperto dovrà avere un «aumento retributivo non simbolico e permanente anche in caso di successivo trasferimento». Che cosa farà il docente esperto? Può aspirare alla carriera di dirigente ma dovrà «assumere incarichi e responsabilità organizzative dentro la propria scuola».
La proposta del Pd non è del tutto nuova. Ricorda in parte l’idea proposta negli anni scorsi da Forza Italia con Valentina Aprea e durante l’estate l’opzione era circolata come opzione alternativa agli scatti di merito ma alla fine non era stata presa in considerazione dal governo. «È una svolta positiva — spiega Massimo Di Menna, leader della Uil scuola —. L’idea degli scatti di merito a due insegnanti su tre in ogni scuola era offensiva, siamo soddisfatti di essere stati ascoltati».
Claudia Voltattorni