Scuole di montagna e delle isole in via d’estinzione

da La Stampa

Scuole di montagna e delle isole in via d’estinzione

3.600 istituti cancellati dal dimensionamento degli ultimi anni, 236 situate nelle aree più isolate
roma

Tra i 3.600 istituti cancellati dalle riforme e dal dimensionamento degli ultimi anni, vi sono 236 realtà scolastiche situate nelle aree più isolate e impervie del Paese. Nelle zone montane del Molise ne sono state fatte sparire il 37%: quattro su dieci. Nel Lazio il 25%, in Calabria e Campania il 24%. In Toscana sono state chiuse sei scuole, che corrispondono a 46 cattedre.

Nelle isole minori i tagli sono stati meno vistosi, ma si sta andando verso le classi “pollaio”, con utenti e insegnanti costretti a raggiungere le sedi rimaste in vita attraverso viaggi lunghi e al limite del sopportabile.

Lo denuncia l’Anief, ricordando che «per Tar e Consulta bisogna riparare il danno ma sembra che nessuno voglia tornare indietro».

Fino al 15 febbraio prossimo, dice il sindacato, le famiglie avranno la possibilità di potersi registrare nella pagina web e di prendere confidenza con il sito internet del Miur creato ad hoc, indicando l’istituto prescelto per il prossimo anno scolastico. Ma i titoli di studio rilasciati dalle scuole, avverte l’Anief, potrebbero essere messi in discussione dalla giustizia amministrativa: negli ultimi anni le cancellazioni e gli accorpamenti degli istituti hanno introdotto parametri minimi di iscritti spiccatamente elevati, con il risultato che le 12 mila sedi scolastiche italiane si sono ridotte alle attuali 8.400, con effetti negativi drastici sulla qualità dell’offerta formativa.

«Ora non venite a dirci che le lezioni online possono sopperire quelle reali. La realtà è che vi sono tutti i motivi formativi e legislativi per ridare vita e quelle scuole» afferma Marcello Pacifico (Anief-Confedir).

«Non abbiamo alcun preconcetto sulle nuove tecnologie applicate alla didattica, ma l’attività scolastica si fa in classe: il valore aggiunto alla formazione che può dare un insegnante in carne e ossa, il gruppo e l’interazione con i compagni, è imparagonabile rispetto a quello prodotto via web o attraverso lezioni virtuali. Se il Governo vuole davvero rilanciare la scuola pubblica, si impegni seriamente a ridare vita alle 3.600 scuole falcidiate dalle riforme e dal cosiddetto dimensionamento. Ad iniziare dagli istituti collocati in montagna e nelle piccole isole, dove la sparizione di tante scuole autonome ha prodotto danni irreparabili», conclude Pacifico.