Pensioni, urge una modifica che consenta di uscire prima dal lavoro

da La Tecnica della Scuola

Pensioni, urge una modifica che consenta di uscire prima dal lavoro

A chiederlo è stata la Cisl, al termine del comitato esecutivo nazionale: bisogna rispondere alle esigenze di vita delle persone, ai problemi del lavoro più faticoso e pesante e ai cambiamenti dell’organizzazione del lavoro e dei sistemi produttivi. Chieste anche nuove norme su reversibilità, ricalcolo e previdenza complementare.

Bisogna rimettere mano alle norme sulle pensioni. A chiederlo stavolta è stata la Cisl, al termine del comitato esecutivo nazionale.

“E’ indispensabile reintrodurre meccanismi di flessibilità nell’accesso alla pensione”, per consentire a chi lavora “di scegliere liberamente il momento di uscita dal lavoro”. Tra le modifiche indicate dal sindacato Confederale guidato da Anna Maria Furlan, spicca l’esigenza di introdurre più flessibilità, “per rispondere alle esigenze di vita delle persone, ai problemi del lavoro più faticoso e pesante e ai cambiamenti dell’organizzazione del lavoro e dei sistemi produttivi”.

Secondo la Cisl, “è indispensabile garantire il diritto dei pensionati a godere della giusta pensione, oggi compromesso da leggi che limitano a 3 anni il termine entro il quale chiedere il ricalcolo della pensione qualora, dopo la liquidazione, ci si accorga della mancanza di periodi contributivi o di errori dell’Inps nella determinazione dell’assegno”.

Inoltre, “vanno migliorate le pensioni di reversibilità a fronte di effettive condizioni di disagio economico che si manifestino in caso di premorienza con figli a carico” e “il potere di acquisto delle pensioni in essere va tutelato”. Infine, “bisogna rendere di fatto obbligatoria la previdenza complementare, specie per i lavoratori più giovani, favorendo tramite i contratti collettivi di lavoro l’adesione generalizzata dei lavoratori ai fondi pensione, nella forma della destinazione obbligatoria del contributo contrattuale posto a carico del datore di lavoro”.