La questione della dirigenza scolastica

La questione della dirigenza scolastica

FLC-CGIL E A.N.P.

LA GARA A CHI SBAGLIA DI PIU’

di Giuseppe Guastini

 

 

Probabilmente siete in pochi a conoscere il disegno di legge di iniziativa popolare (lip), sostenuto da alcuni senatori, denominato: “norme generali sul sistema educativo d’istruzione statale nella scuola di base e nella scuola superiore. Definizione dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di nidi d’infanzia” . Sul piano sindacale la predetta lip è appoggiata anche dalla flc-cgil :

 

http://www.flcgil.it/comunicati-stampa/flc/la-scuola-che-vogliamo-pantaleo-il-parlamento-inizi-discussione-per-una-rapida-approvazione.flc

 

Se non lo conoscete non dovete preoccuparvi, si tratta di un testo modesto e approssimativo, tarato sul trapassato (vengono ancora utilizzate diverse espressioni gentiliane), totalmente fondato sulle consuete e consunte categorie quali “classi”, “orari” e tutto il repertorio della scuola tradizionale, centrato sugli attori e per niente sullo studente e sull’apprendimento (manca, fra l’altro, ogni riferimento all’idea di scuola come risorsa del territorio, luogo aperto e inclusivo anche in orari post-curricolari). Una delle poche cose positive rintracciabili, al di là di un’esibita retorica scolasticista, è il ripristino della situazione pre-gelminiana.

Nulla di strano quindi che tale siffatta “lip” sia passata del tutto inosservata; in tempi recenti tuttavia ha attirato una certa attenzione per il fatto che, all’Art. 29 (lettera “r”), prevede l’abrogazione dell’articolo 25 del D.L.vo 165/2001, quello che (diciamo) istituisce la dirigenza scolastica; situazione che, di fatto, riporterebbe la scuola italiana al regime pre-autonomistico.

E questo è bastato a agitare le acque sindacali intorno alla sorte della dirigenza scolastica: da un lato la flc-cgil, che ora sembra prendere le distanze dalla lip, dall’altro l’ANP (Associazione Nazionale Presidi; a dispetto del nome, sindacato autonomo dei DS) a difesa del “ruolo”.

 

LA POSIZIONE DELLA FLC

Francamente si fatica a comprendere il feeling (senza dibattito) della flc per questo disegno di legge, non solo per la posizione anti-dirigenziale (forse sopravvive un vecchio automatismo psico-politico di avversione per una figura dotata di troppi poteri e controparte contrattuale; peraltro è proprio la “controparte” che giustifica l’esistenza sindacale nelle scuole) ma soprattutto per i suoi contenuti generali.

Ciò che davvero è condivisibile delle posizioni della flc è la battaglia per liberare la scuola e la dirigenza dalle molestie amministrative (se non ricordo male è stata proprio la flc a coniare questa espressione).

 

LA POSIZIONE DELL’ANP

“…Basterà prendere in esame la definizione di legge del profilo (DLgs.

                 165/01, art. 25) per rendersi conto che gli aspetti legati alla gestione ed

                   organizzazione delle risorse umane, finanziarie e strumentali sono di

                 gran lunga prevalenti su quelli connessi con la didattica….” Documento ANP.

 

Dall’altra parte c’é l’ANP la quale, invece, vede nella diminuzione burocratica l’eziologia dell’esclusione dei DS dalla dirigenza statale.

Per i non addetti ai lavori occorre ricordare che uno dei più aberranti teoremi della dirigenza pubblica (e solo quella pubblica) afferma questo: “vero dirigente è solo il dirigente amministrativo”, tutti gli altri, contaminati da una sia pur minima dose di professionalità specifica, non sono veri dirigenti (di qui l’esclusione dei DS, dei medici etc dalla dirigenza statale, come previsto nel ddl di riorganizzazione della pubblica amministrazione n° 1577).

Questo spiega la burofilia dell’ANP. e la conseguente allergia per “gli aspetti connessi con la didattica”. L’avversione dell’ANP per l’alleggerimento burocratico è così forte che definisce “demansionamento” ogni tentativo di liberazione dalle molestie amministrative e guarda con diffidenza tanto all’antica figura del “direttore didattico” (per via di quell’aggettivo troppo compromettente: “didattico”) che a quella più moderna di leadership educativa.

Dalle parti dell’ANP il profilo burocratico è la rete a strascico per alimentare le iscrizioni e suggestionare taluni colleghi, speranzosi, grazie ad esso, di diventare come i “burosauri ministeriali” .

 

LE POSIZIONI A CONFRONTO

Schematizzando al massimo, le posizioni si possono ricondurre a questo:

  • flc-cgil: liberate la scuola e la dirigenza da ogni burocrazia inutile (come se per lottare contro la

burocrazia inutile e dannosa sia necessario destrutturare alla radice il profilo del DS);

  • ANP: dateci quante più burocrazie possibili.

La posizione dell’ANP risulta però, a mio parere, doppiamente perdente:

  1. a) primo perché è una posizione puramente rivendicazionista, fondata su una mera questione di

status soggettivo (perché una nazione dovrebbe appassionarsi ai pruriti di 8000 dirigenti

scolastici messi alla porta dal teorema burocraticista ?);

  1. b) soprattutto risulta perdente la questione del profilo: rivendicare la preponderanza del profilo

amministrativo su quello didattico dei DS non fa che confermare e dare ulteriore validità al

teorema burocraticista (vero dirigente è solo il dirigente amministrativo), esattamente quello che

sbarra la strada ai DS per la dirigenza statale.

Dunque ANP batte flc-cgil 2 a 1 (ma in autogol).

 


L’articolo 25 del D.L.vo 165/2001 (proprio quello che la lip vorrebbe abrogare) stabilisce:

“Il dirigente scolastico assicura la gestione unitaria dell’istituzione…”.

Come si vede, il legislatore del 2001 ha voluto unificare competenza educativa e competenza gestionale-amministrativa in un’unica figura e le opposte tendenze riduzioniste (ridimensionare la leadership educativa, secondo ANP; ridimensionare la leadership amministrativa, secondo flc-cgil) appaiono non solo antistoriche ma, soprattutto, antiscolastiche.

 

AL PRIMO POSTO LA SCUOLA

1) Chiedere il reintegro dei DS nella dirigenza statale è giusto non per una questione di rivendicazionismo di status ma perché la buona scuola ha bisogno di un dirigente di alto profilo.

2) Non fate l’errore di separare la leadership educativa da quella gestionale-amministrativa.