Ue, riforme scolastiche italiane promettenti

da tuttoscuola.com

Ue, riforme scolastiche italiane promettenti

Il governo sta dando priorità alle spese per l’istruzione scolastica dopo numerosi anni di tagli“, e le “misure volte a migliorare i risultati scolastici sono promettenti“. Lo sostiene un rapporto di lavoro della Commissione europea, pubblicato ieri, sulle politiche economiche e strutturali dell’Italia nel quadro della strategia Europa 2020.

Il rapporto include anche il monitoraggio sulle raccomandazioni del 2014 e sui progressi verso la correzione degli squilibri macroeconomici, e contiene precisi riferimenti anche alle riforme della “buona scuola”.

Dopo aver ricordato il metodo adottato dal Governo italiano (consultazione pubblica di due mesi per arrivare a fine febbraio a un follow up legislativo), il rapporto sottolinea che una delle principali misure della riforma consiste nel sostituire l’attuale sistema di carriera degli insegnanti esclusivamente a base di anzianità con un sistema che include anche elementi basati sul merito. “Questo – afferma – sarebbe una grande innovazione per il sistema educativo in Italia“.

Si ricorda quindi che il governo propone anche di assumere su base permanente a partire dal settembre 2015 quasi 150.000 insegnanti che hanno finora lavorato con contratti a breve termine e che dal 2016 in poi l’accesso alla professione sarà possibile solo attraverso concorsi pubblici.

Nel documento si parla anche dell’apprendimento basato sul lavoro sottolineando che in Italia “è ancora limitato” ma che il Governo prevede, nella riforma, tirocini di almeno 200 ore annue obbligatorie per gli alunni negli ultimi tre anni delle Superiori.

Un cenno anche all’istruzione terziaria a orientamento professionale: “un modello di finanziamento che premia la qualità per gli Istituti Tecnici Superiori sarà introdotto nel 2015, con il 10% dei fondi assegnati in base agli indicatori di performance. Si tratta di un passo positivo, anche se gli Istituti Tecnici Superiori rimangono una piccola nicchia di istruzione: solo circa 5.000 studenti li hanno frequentati a fine 2013 sebbene i dati sulla occupabilità dei giovani in uscita siano incoraggianti”.