Il Piano Nazionale Scuola Digitale non ha background

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Il Piano Nazionale Scuola Digitale non ha background

di Enrico Maranzana

 

Scrive Thomas Eliot:

Dov’è la saggezza che abbiamo perso in conoscenza?

Dov’è la conoscenza che abbiamo perso in informazione?

Interrogativi integrati da:

Dov’è l’informazione che abbiamo perso nei dati?

Un mantra che rende manifesto il disorientamento e la superficialità di cui è infarcita la proposta ministeriale per l’introduzione delle nuove tecnologie dell’informazione nelle scuole. Il giudizio ha la sua motivazione in rete: “La scuola regredisce. Dal Piano Nazionale Informatica al Piano Nazionale Scuola Digitale”.

Questo scritto propone un breve percorso didattico esemplificativo di informatica/logica matematica che persegue la finalità e rispetta le regole del sistema educativo di istruzione e di formazione[1],[2], attento ai moniti del poeta.

Le attività di classe gravitano intorno alla PROgrammazione LOGiga: sono orientate alla promozione e al consolidamento di capacità, traguardi verso cui tutti gli insegnamenti devono convergere[3],[4].

Gli studenti sono collocati in situazione non strutturate, all’interno delle quali devono orientarsi, formulare ipotesi, elaborare risposte ai problemi loro posti: il tradizionale insegnamento cattedratico è superato. Le conoscenze perdono il carattere di definitività e intangibililità per assumere quello della plasticità e della strumentalità1.

La sistematizzazione del sapere é la fase terminale delle attività promosse dalle schede di lavoro.

L’approccio laboratoriale arricchisce l’immagine delle discipline trasmessa dall’ordinario insegnamento. Essa é integrata dai problemi che ne hanno caratterizzato la storia e dalle metodologie risolutive.

I nuovi regolamenti di riordino del 2010 che, per orientare la didattica, collocano “tra punti fondamentali e imprescindibili, la pratica dei metodi di indagine propri dei diversi ambiti disciplinari[5]“, non hanno prodotto alcun cambiamento alla gestione dell’aula.

Metodo disciplinare e competenze sono le due facce della stessa medaglia. Le competenze[6], che non possono essere insegnate, trovano nella pratica, nella soluzione di problemi, il loro terreno germinativo.

La staticità delle mappe concettuali, cardine dell’ordinaria organizzazione scolastica, é superata[7]. Gli itinerari procedono per approssimazioni successive. Si consideri la prima proposta di lavoro: la richiesta privilegia il coinvolgimento degli studenti rispetto alla proposizione d’una limpida e ben strutturata visione del campo disciplinare. Il compito assegnato si colloca in una posizione molto prossima al loro modo di pensare: l’astrattezza che possiedono le modellazioni informatiche è sacrificata, inizialmente.

Il materiale didattico è stato testato in tre classi prime dell’its Badoni di Lecco. La docente, Stella Beccaria, si è detta soddisfatta dall’esperienza e ha notato come l’introduzione delle strutture di controllo dei linguaggi di programmazione sia stata facilitata dall’esercizio di Prolog che ha costretto gli studenti a “ragionare” per far eseguire con rigore i passi di un algoritmo….

In appendice l’esito e il commento della produzione di un gruppo di lavoro.

 


 

[1]E’ promosso l’apprendimento in tutto l’arco della vita e sono assicurate a tutti pari opportunità di raggiungere elevati livelli culturali e di sviluppare le capacità e le competenze, attraverso conoscenze e abilità, generali e specifiche, coerenti con le attitudini e le scelte personali, adeguate all’inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro, anche con riguardo alle dimensioni locali, nazionale ed europea” art. 2 comma a) legge 53/2003.

[2] DPR 275/99 – art. 1 “ L’autonomia delle istituzioni scolastiche è garanzia di libertà di insegnamento e di pluralismo culturale e si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana”.

[3] CFR in rete “La professionalità dei docenti: un campo inesplorato”.

[4] In rete : “Probelma-modello-esecutore” propone un percorso per introdurre l’informatica

[5] Il profilo culturale, educativo e professionale dei Licei

[6] Si tratta della finalità del Sistema educativo – cfr art. 2 legge 53/2003 [nota 1]

[7] Albert Einstein scriveva: “La conoscenza è cosa morta. La scuola serve a vivere