Studenti, tre mesi di vacanze sono troppi: d’estate facciamoli lavorare

da La Tecnica della Scuola

Studenti, tre mesi di vacanze sono troppi: d’estate facciamoli lavorare

La proposta arriva dal ministro del lavoro, Giuliano Poletti: i miei figli d’estate sono sempre andati al magazzino della frutta a spostare le casse, sono venuti su normali, non speciali. Esperienze professionali in azienda garantiscono formazione.

“I miei figli d’estate sono sempre andati al magazzino della frutta a spostare le casse. Sono venuti su normali, non sono speciali”. Utilizza l’esperienza personale, anzi familiare, il ministro del lavoro, Giuliano Poletti, per schierarsi a favore delle esperienze stagistiche o lavorative degli studenti nel periodo estivo.

Lo fa, il 23 marzo, parlando ad un convegno a Firenze sui fondi sociali europei. “Un mese di vacanza va bene. Ma non c’è un obbligo di farne tre. Magari uno potrebbe essere passato a fare formazione. Una discussione che va affrontata”, ha detto il responsabile del dicastero del Lavoro. Secondo il ministro occorre quindi cominciare a pensare che una relazione con il lavoro “è una cosa che vale la pena di fare”. Il ministro sostiene, quindi, che questo genere di esperienze sarebbero sicuramente utili “per garantire una formazione”.

Poi Poletti parla da genitori e si rivolge a costoro: “anche noi genitori, la società, dobbiamo riconsiderare il tema del lavoro e le giovani generazioni. Un mese di vacanza va bene, un mese e mezzo – ha proseguito il ministro – ma non c’è un obbligo di farne tre. Magari uno potrebbe essere passato a fare formazione. Una discussione che va affrontata”. Secondo il ministro, insomma, non si distruggerebbe un ragazzino se invece “di stare a spasso per le strade della città va a fare quattro ore di lavoro”.

Il dibattito è aperto. Soprattutto perchè per molti, ad iniziare da una parte degli stessi formatori, le dichiarazioni del ministro potrebbero essere condivisibili.