Disabilità intellettiva, la parola ai politici: online cinque interviste

da Redattore sociale

Disabilità intellettiva, la parola ai politici: online cinque interviste

Iniziativa Aipd. Confronto con i politici sul Programma d’azione biennale, sulla situazione generale delle persone disabili, su temi concreti come lavoro, residenzialità, diritto di voto. Online le interviste al sottosegretario al Welfare Franca Biondelli e ai parlamentari Eugenia Roccella (Ncd), Giulia Di Vita (M5S), Maria Cecilia Guerra (Pd) e Antonio Palmieri (Forza Italia)

ROMA – Cinque interviste ad altrettanti esponenti politici per riflettere sui diritti delle persone con disabilità intellettive: è l’iniziativa portata avanti dall’Aipd (Associazione Italiana Persone Down), che sulla scia del progetto europeo “L’essenziale è invisibile agli occhi”, pubblica a partire da oggi, sui propri canali social, i “faccia a faccia” con i protagonisti. Nelle interviste si fotografa la situazione delle persone con disabilità oggi in Italia, si fa il punto sull’attuazione del Programma di azione biennale che il governo è chiamato da applicare, si affrontano tutta una serie di temi – dalla residenzialità al lavoro, passando per il diritto di voto – dai quali dipende l’integrazione reale delle persone con disabilità intellettiva.

La prima intervista è quella di Franca Biondelli, sottosegretario al ministero del Lavoro e Politiche sociali, alla quale è stata assegnata la delega alle politiche per la disabilità. Con lei, è stata ascoltata anche Maria Cecilia Guerra, oggi senatrice del Partito Democratico, che in passato aveva a sua volta curato le politiche della disabilità come viceministro (nel governo Letta) e come sottosegretario (nel governo Monti) dello stesso ministero del Lavoro e Politiche sociali. Terza interlocutrice Eugenia Roccella, oggi deputata del Nuovo Centro Destra (Ncd) e vicepresidente della Commissione Affari sociali, ma in passato (ultimo governo Berlusconi)  sottosegretario ai ministeri della Salute, Lavoro e Politiche sociali con delega alla disabilità. Per il Movimento Cinque Stelle è stata intervistata Giulia Di Vita, anche lei impegnata in Commissione Affari sociali a Montecitorio, mentre per Forza Italia è stato sentito Antonio Palmieri, deputato della commissione Cultura e grande esperto di comunicazione politica.

Le interviste nascono dalle sette raccomandazioni politiche che sono state elaborate all’interno del progetto europeo “L’essenziale è invisibile agli occhi”, conclusosi a gennaio 2015 con l’elaborazione di un nuovo modello pedagogico che propone un nuovo atteggiamento da parte degli operatori che lavorano con le persone con disabilità intellettiva in situazione di gravità. I risultati più che positivi della sperimentazione hanno dimostrato la validità del modello che promuove una relazione adulta su base di parità tra la persona che assiste e quella assistita e presuppone la responsabilizzazione (empowerment) della persona con disabilità intellettiva. Tale responsabilizzazione, come anche la promozione di una vita indipendente e autonoma da parte delle persone con disabilità intellettiva, non costituiscono solo un modello per gli operatori e coloro che in generale gestiscono I servizi sociali e assistenziali ma, allo stesso tempo, rappresentano un messaggio per chi ha responsabilità politiche e legislative, di non ostacolare l’emancipazione delle persone con disabilità intellettiva.

Le raccomandazioni sollecitano una riflessione sulle responsabilità politiche e legislative e puntano a promuovere (e non ostacolare) l’emancipazione delle persone con disabilità intellettive. La prima raccomandazione è quella di adottare una pratica educativa e assistenziale individualizzata e centrata sulla persona; la seconda è quella di “convertire“ la tutela giuridica in sostegno attivo al processo decisionale della persona con disabilità; la terza raccomandazione è quella di garantire la libertà di movimento, di decisione sul luogo dove vivere e lavorare della persona con disabilità; la quarta è incoraggiare la partecipazione delle persone con disabilità intellettiva nelle decisioni politiche senza restringere il loro diritto di voto; la quinta è riconoscere il loro il diritto di avere un proprio partner e una famiglia; la sesta è garantire un ambiente mentalmente accessibile, a cominciare dagli uffici pubblici e dai servizi di base e applicando tale principio anche nei servizi alla persona, la settima è aprire uno spazio per la partecipazione della persone con disabilità intellettiva in situazione di gravità nella vita “normale”.