Visite o gite scolastiche

VISITE O GITE SCOLASTICHE di Umberto Tenuta

CANTO 444 Visite didattiche o Gite scolastiche?

Questo è il problema.

 

Gian Giacomo Rousseau andava nel Bosco dietro il palazzo del suo Emilio per fargli scoprire come orientarsi.

Era una visita didattica!

Quali le sue caratteristiche?

Un obiettivo preciso: scoprire come ci si orienta.

E quindi scoprire i punti cardinali e come individuarli.

Prima senza bussola e poi con bussola.

Giangiacomo non va lontano.

Va nel bosco dietro casa.

Una passeggiatina.

Senza carrozza e senza cavalli.

Ai suoi tempi non c’erano i treni, non c’erano gli autobus, non c’erano gli aerei.

Ma Giangiacomo ed Emilio non usano nemmeno le carrozze!

Camminano a piedi, e fanno anche educazione fisica.

I troppo presto dimenticati Programmi didattici per la Scuola Primaria del 1955 fondavano l’apprendimento sulla esplorazione dell’ambiente.

E didatticamente facevano bene!

Lingua italiana, Matematica, Geografia, Storia, Scienze, Arte, Musica e Canto si possono −si debbono− apprendere cominciando dall’esplorazione dell’ambiente scolastico ed extrascolastico, senza andare lontano.

Si fa questo oggi?

Si studia l’Aritmetica e la Geometria cominciando a contare persone, animali e cose della scuola?

Girando intorno al perimetro dell’aula, della palestra, dell’edificio scolastico, del quartiere…?

Si studia la Lingua italiana cominciando a parlare dell’aula, dell’edificio scolastico, del giardino della scuola, del quartiere?

Si studia la Botanica coltivando fiori e piante nell’aula, nei corridoi, nel giardino, ed osservando i campi ed i boschi?

Si studia la Zoologia osservando le formiche, i cani e i gatti del portiere della scuola?

Si studia il Canto e la Musica, cantando e suonando i flauti dolci?

Si modellano con l’argilla oggetti, piante ed animali dell’ambiente?

Si studia l’ambiente?

Si studia nell’ambiente?

Si studia senza andare lontano.

Magari sulla collina antistante la scuola, come faceva Renzo Ammannati nella Scuola del Giglio fiorentino.

DAL VICINO AL LONTANO.

Magari non si conoscono le erbe del prato antistante la propria scuola e si va a visitare la mia amata Sila.

DAL VICINO AL LONTANO.

Lontano da chi?

Se non conosci chi ti sta vicino non puoi conoscere chi ti sta lontano.

Vicus, vico, vicolo, il tuo abitato: il tuo vicinato, il tuo paesello, il tuo ambiente.

È quello il tuo mondo, il tuo piccolo mondo antico, il mondo che ti ha forgiato, ti ha modella, ti ha regalato la sua lingua, ti ha regalato la sua cultura e ti ha fatto uomo!

Ti ha inculturato.

Il resto è acculturazione.

Apolide è chi non ha la sua polis, la sua città, il suo vicolo, la sua lingua materna.

Certamente poi gli orizzonti si allargano.

Altre piante, altri animali, altre genti…

Altro da te.

Prima TU e poi gli ALTRI.

Se non sei un TU sarai un TU ALTRO.

Ma sempre un TU.

Sottile discorso!

Forse, o senza forse, è bene che ci siano tanti TU.

Tanti TU che diventano, che si fanno tanti NOI.

Prima il vicino.

AMA IL PROSSIMOTUO COME TE STESSO!

Se non ami TE non puoi amare l’ALTRO.

Se non conosci TE, non puoi conoscere l’ALTRO.

VISITE DIDATICHE nel proprio ambiente.

Poi in altri ambienti.

Comunque, sempre VISITE DIDATTICHE.

Mai SCAMPAGNATE!

La SCAMPAGNATA facciamola il prossimo LUNEDì!

 

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:

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