10 aprile DEF 2015 in Consiglio dei Ministri

Il Consiglio dei ministri, nel corso delle riunioni del 7 e 10 aprile, esamina ed approva il Documento di economia e finanza 2015 – DEF, a norma dell’articolo 10 della legge 31 dicembre 2009, n. 196

DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA

Documento di economia e finanza 2015 – DEF, a norma dell’articolo 10 della legge 31 dicembre 2009, n. 196


(CdM, 10.4.15) Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’Economia e delle Finanze, Pietro Carlo Padoan, ha approvato il Documento di economia e finanza (DEF) previsto dalla legge di contabilità e finanza pubblica, n.196 del 2009 che si compone delle seguenti sezioni:

  • Sezione I: Programma di Stabilità dell’Italia
  • Sezione II: Analisi e tendenze della finanza pubblica
  • Sezione III: Programma Nazionale di Riforma

A questi si aggiungono i seguenti allegati:

  • Rapporto sullo stato di attuazione sulla riforma della contabilità e finanza pubblica
  • Le spese dello Stato nelle Regioni e nelle Province autonome
  • Relazione del Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare sullo stato di attuazione degli impegni per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra
  • Relazione sui fabbisogni annuali di beni e servizi della Pubblica Amministrazione e sui risparmi conseguiti con il sistema delle convenzioni Consip
  • Relazione del Ministro dello Sviluppo economico sugli interventi nelle aree sottoutilizzate
  • Programma delle infrastrutture strategiche del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti

Il Def sarà inviato alle Camere perché si esprimano sugli obiettivi programmatici in tempo utile per la trasmissione del Programma di Stabilità e del Programma Nazionale di Riforma al Consiglio dell’Unione europea e alla Commissione europea entro il 30 aprile.
Gli obiettivi della politica economica del Governo rappresentati nel documento di programmazione triennale approvato oggi possono essere così riassunti: sostenere la ripresa economica evitando aumenti del prelievo fiscale e allo stesso tempo rilanciando gli investimenti; avviare il debito pubblico (in rapporto al PIL) su un percorso di riduzione, consolidando così la fiducia del mercati e riducendo la spesa per interessi; favorire gli investimenti e le iniziative per consentire un deciso recupero dell’occupazione nel prossimo triennio. Nell’insieme il Def disegna un netto cambiamento di marcia nella situazione economica e finanziaria del Paese con il prodotto interno lordo che nel 2015 diventa positivo (+0,7%) dopo tre anni di recessione e imposta una politica economica a supporto di una crescita più sostenuta nel triennio successivo.

TABELLA CON L’ANDAMENTO DEL PIL

PIL (variazione su anno precedente)

2015

2016

2017

2018

Stime aprile 2015

+0,7%

+1,4%

+1,5%

+1,4%

Stime autunno 2014

+0,6%

+1,0%

+1,3%

+1,4%

Il Consiglio dei Ministri ha approvato l’Allegato Infrastrutture al DEF 2015.
Il testo rappresenta il documento strategico nazionale per quanto riguarda le infrastrutture di trasporto, disegnando un Paese più collegato all’Europa e al sistema Mediterraneo, con connessioni urbane più efficaci.
L’Allegato Infrastrutture dà rilevanza al collegamento strategico tra le scelte di investimento adottate dal Governo e dal Parlamento e gli indirizzi comunitari, a partire dall’integrazione tra i nodi portuali, aeroportuali, intermodali e urbani con i 4 Corridoi multimodali TEN-T che attraversano l’Italia.
In primo luogo, parte da un’attenta analisi del contesto trasportistico nazionale – in termini di dotazione e di domanda anche potenziale – e del quadro programmatorio e normativo europeo e nazionale.
Lo strumento principale di programmazione viene individuato nel Documento pluriennale di pianificazione (DPP), introdotto dal decreto legislativo 29 dicembre 2011, n. 288, che includerà e renderà coerenti tutti i piani e i programmi d’investimento nazionali per opere pubbliche a oggi presenti. Con questa scelta si intende dare forte preferenza alla scelta delle procedure ordinarie, anziché straordinarie, per la realizzazione delle infrastrutture pubbliche.
Data la rilevanza, il DPP dovrà essere definito rapidamente, entro settembre 2015, facendo perno su piani di settore, i contratti Anas e Rfi, intersecando le fonti di finanziamento europee, nazionali e private.
Nel DPP saranno quindi inserite le opere portuali e logistiche necessarie al perseguimento della strategia che sarà definita per ogni sistema portuale incluso nelle reti TEN, nonché le linee strategiche e le relative opere prioritarie per i collegamenti degli aeroporti principali con le reti core e con le città come stabilito dal piano aeroporti e quelle nei settori idrico e dell’edilizia scolastica come in corso di definizione dai rispettivi piani.
Il Programma delle Infrastrutture strategiche (PIS) 2015, contenuto nell’Allegato, corrisponde alle linee strategiche e si concentra su opere essenziali e di rilevanza nazionale, necessarie alla competitività del Paese e alla mobilità intelligente nelle aree urbane.
Viene indicato quindi un nucleo ristretto di opere, compiendo principalmente la scelta del ferro (ferrovie e metropolitane): opere che possono essere definite le “priorità delle priorità” su scala nazionale.
Gli interventi sono individuati secondo criteri di effettiva rilevanza dal punto di vista delle analisi Swot dei settori (punti di forza, di debolezza, opportunità e rischi), di positivo impatto sulla sicurezza, di reale
fattibilità nei tempi previsti, di strategicità complessiva del sistema logistico e infrastrutturale quale architrave della crescita economica e produttiva nazionale.
Il Programma delle infrastrutture strategiche 2015 identifica 25 opere prioritarie, per un costo totale di 70,9 miliardi di euro e coperture finanziarie pari a 48 miliardi di euro. Va rilevato che dei 41 mld di risorse pubbliche disponibile ben 31 sono dedicati alla mobilità ferroviaria e cittadina.
Rispetto ad altre opere pubbliche contenute nel precedente PIS 2012, di cui all’XI Allegato infrastrutture, si provvederà, a valle di un approfondito confronto con le Regioni, all’aggiornamento sullo stato di avanzamento in sede di definizione della nota di aggiornamento al DEF 2015 a settembre.
Relativamente alla capacità di realizzazione delle opere pubbliche – che secondo recenti statistiche vengono attuate scontando un 40% di tempi inerziali sui tempi complessivi di realizzazione – è stato elaborato un Piano di Rafforzamento Amministrativo (PRA) per affrontare le criticità dovute alla scarsa capacità amministrativa.
Sempre a questo fine e per la totale trasparenza dei dati, si assume l’impegno di un nuovo sistema di dati aperti, Opencantieri, in cui rendere disponibili ai cittadini tutte le informazioni.


(CdM, 7.4.15) Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’Economia e delle Finanze, Pietro Carlo Padoan, ha avviato l’esame del Documento di economia e finanza previsto dalla legge di contabilità e finanza pubblica, n.196 del 2009, la cui approvazione è prevista entro il 10 aprile di ogni anno.

Presentazione DEF
La programmazione economico-finanziaria viene aggiornata alla luce di un quadro macro favorevole all’Italia e all’Eurozona: il prezzo dell’energia ha subito un drastico calo e al tempo stesso il rapporto euro/dollaro è più coerente con i fondamentali delle due aree economiche. Questa seconda componente del quadro macro si è realizzata grazie alla politica di quantitative easing della BCE, resa possibile sia dalla gestione responsabile dei bilanci nazionali dei paesi dell’Unione europea, sia dal nuovo clima maturato durante la presidenza italiana dell’Unione europea.

Dopo un lungo periodo caratterizzato dall’instabilità politico-istituzionale e dall’emergenza finanziaria, il Governo lavora alla politica economica in una prospettiva non più emergenziale e intende cogliere l’opportunità offerta dalla finestra temporale favorevole dando continuità alla propria strategia di medio termine: riduzione delle tasse compensata da risparmi sulla spesa, ripresa degli investimenti, gestione responsabile del bilancio statale, riforme strutturali.

Il Documento di Economia e Finanza 2015 opera quindi in continuità con i principali provvedimenti assunti nei mesi precedenti (il decreto legge 66, la legge di stabilità, l’investment compact) e conferma l’ambizioso programma di riforme che costituisce il segno distintivo del Governo: piena realizzazione del jobs act, riforma della pubblica amministrazione, riforma della legge elettorale e dell’architettura istituzionale, riforma della scuola, adeguamento del settore del credito, revisione della spesa orientata sia alla generazione di risparmi che all’aumento dell’efficacia dei servizi pubblici offerti a cittadini e imprese. Un programma che ha l’obiettivo di migliorare strutturalmente la capacità competitiva del Paese a partire dal capitale umano e dalle infrastrutture.

L’affacciarsi della crescita dopo tre anni di recessione e la realizzazione di riforme lungamente attese consentono di impostare un ciclo della fiducia: il circolo virtuoso che fa risalire la domanda e insieme alla revisione della spesa crea spazio per la riduzione delle tasse e la ripresa degli investimenti pubblici; il risultato sarà un ritmo di crescita più elevato nel 2016 e 2017, il rafforzamento dell’occupazione e quindi della fiducia.

Questa strategia si sviluppa entro il vincolo stringente dovuti all’elevato debito pubblico che grava sulle finanze del paese. Questo vincolo trova manifestazione nelle regole comuni adottate nell’ambito dell’Unione europea, che il Governo italiano rispetta integralmente (vincolo del 3% nel rapporto deficit/PIL, saldo strutturale in evoluzione verso il pareggio, regola del debito). Una strategia che ha consentito finora di consolidare la fiducia dei mercati (con un beneficio consistente nella riduzione del costo del debito) e ha dato la possibilità alle istituzioni europee di mettere in campo una strategia per la flessibilità e per una politica monetaria espansiva.

Le stime di crescita e il programma di finanza pubblica
Il quadro programmatico contempla una crescita superiore alle precedenti previsioni, grazie alla cancellazione delle tasse contemplate per il 2016 dalle clausole di salvaguardia e nonostante l’impatto negativo dei risparmi sulla spesa:

PIL (variazione su anno precedente) 2015 2016 2017 2018
Stime aprile 2015

+0,7%

+1,4%

+1,5%

+1,4%

Stime autunno 2014

+0,6%

+1,0%

+1,3%

+1,4%

 
QUADRO PROGRAMMATICO 2015 2016 2017 2018
DEFICIT NOMINALE / PIL

-2,6%

-1,8%

-0,8%

0

DEFICIT STRUTTURALE / PIL -0,5% -0,4% 0 0
DEBITO PUBBLICO / PIL 132,5% 130,9% 127,4% 123,4%
 
QUADRO TENDENZIALE AGGIORNATO 2015 2016 2017 2018
DEFICIT NOMINALE / PIL

-2,5%

-1,4%

-0,2%

+0,5%

DEFICIT STRUTTURALE / PIL -0,5% 0 +0,5% +0,8%
DEBITO PUBBLICO / PIL 132,4% 130,3% 127,2% 123,7%
 
QUADRO PROGRAMMATICO
NOTA AGG. DEF
2015 2016 2017 2018
DEFICIT NOMINALE / PIL

-2,9%*

-1,8%

-0,8%

-0,2

DEFICIT STRUTTURALE / PIL -0,6%* -0,4% 0 0
DEBITO PUBBLICO / PIL 133,4% 131,9% 128,6% 124,6%

(*): Il rapporto deficit/PIL per il 2015 è stato corretto a 2,6% con la legge di stabilità 2015.
Il quadro tendenziale aggiornato consentirebbe di raggiungere il pareggio di bilancio strutturale già nel 2016, tuttavia il Governo ha ritenuto opportuno confermare al 2017 il conseguimento di tale obiettivo così da conferire una natura espansiva alla programmazione per il 2016.

Per il 2016, infatti, il Governo si impegna a cancellare l’aumento delle tasse contemplato dalle clausole di salvaguardia, per un valore corrispondente a 1 punto di PIL. Questo intervento viene effettuato grazie ai risparmi della revisione della spesa e al beneficio che si registra grazie alla crescita maggiore e alla spesa per interessi sul debito inferiore rispetto alle previsioni precedenti.

Il ricorso alla “clausola delle riforme” prevista dalle linee guida sulla flessibilità delle regole europee pubblicate dalla Commissione a gennaio di quest’anno, consente di contenere l’aggiustamento strutturale a 0,1% del PIL rispetto allo 0,5% altrimenti richiesto dalle regole comuni.

Il debito pubblico si stabilizza nel 2015 e comincia il percorso di riduzione a partire dal 2016. Un percorso che libererà il Paese da un grave fardello. La regola del debito viene quindi rispettata e l’obiettivo viene centrato nel 2018.

Il Ministro Padoan ha acquisito un primo consenso da parte del Consiglio dei Ministri sul Documento, il cui coordinamento verrà completato entro la data prevista dalla legge.

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