Buonascuola fatti vedere

BUONASCUOLA FATTI VEDERE di Umberto Tenuta

CANTO 451 BUONASCUOLA Che ci sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa.

 

Tre cose fanno buona la scuola.

La prima cosa è la preparazione dei docenti, ivi inclusa la loro motivazione.

La seconda cosa è il corredo della scuola.

La terza cosa è la soddisfazione dei clienti.

Per quanto riguarda la motivazione, credo che neanche i centocinquantamila neoassunti siano entusiasti, con lo stipendio che si trovano in tasca a fine mese e che certamente non basta per mandare avanti la famiglia.

Se è vero, come è vero, che solo docenti motivati possono garantire, al di là di ogni iniziativa di aggiornamento, una competenza adeguata al ruolo da svolgere e soprattutto la passione dello studio da contagiare ai loro studenti, non c’è proprio un barlume di speranza che la scuola assolva al suo fondamentale compito di garantire il successo formativo a tutti i suoi giovani studenti.

Ai tempi miei i genitori esponevano il corredo della novella sposa e tutti restavano ammirati dalla quantità e dalla qualità dei capi.

Che cosa offre oggi la BUONASCUOLA, oltre alle tre fila di banchi biposti, alla sgangherata cattedra ed all’obsoleta LIM?

A cento anni dal Museo didattico delle Sorelle Agazzi e dai materiali didattici strutturati delle Case dei bambini della Montessori, quali Laboratori multimediali offre oggi la BUONASCUOLA ai giovani studenti con lo smartphone nelle tasche dei pantaloni?

Insopportabili (non-portabili) zaini di voluminosi volumi rilegati in pesante cartone piegano le schiene dei più robusti giovincelli, con comprensibile gioia dei poveri ortopedici.

L’economia governa il mondo e la politica non può non tenerne conto.

Che poi il conto lo paghino con gioia i derelitti genitori non interessa nessuno.

Nel bel paese dei poeti e dei navigatori i bilanci nessuno li fa.

Ricordate la vignetta del letterato genitore che, mostrando al figlio la ricca biblioteca, gli dice:

−Figlio mio, un giorno questa sarà tua!

Al che il figlio, mostrando il suo tabletino, risponde:

−Babbo caro, non vedi che io li ho già tutti i tuoi polverosi volumacci?

È che nella BUONASCUOLA i giovani pagano di tasca propria l’analfabetismo digitale dei loro docenti.

Ma quel che importa è che editori, politici e docenti si trovano d’accordo.

E la BUONASCUOLA l’arredo ed il corredo dei tempi che furono si ritrova.

Il successo arride sempre ai dotati.

Chi non ha la dote non si marita.

Tempi lontani lontani lontani!

Tanto, tanto, tanto lontani che li trovate nella BUONASCUOLA.

 

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:

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