MasterProf, studenti a caccia di super-docenti italiani

da La Stampa

MasterProf, studenti a caccia di super-docenti italiani

La start up del finalista al “Nobel” per l’insegnamento con i suoi alunni della 3°A dell’Istituto Galilei-Costa di Lecce

Il progetto si chiama “MasterProf – No ordinary teachers”, ed è un nuovo sito/servizio che ha il compito di scovare e raccontare tutte le storie di docenti italiani “straordinari”, capaci cioè di “apportare e sperimentare innovazione e di aprire le giovani menti verso confini che vanno ben oltre l’aula e la concezione classica della didattica”. Ad idearlo sono stati gli studenti della classe Terza A dell’istituto Galilei-Costa di Lecce, che hanno tra i loro docenti Daniele Manni, finalista al Global teacher Prize (conosciuto ormai come premio “Nobel” per l’insegnamento) e Elisabetta D’Errico.

 

Era stato proprio Manni, nel gennaio scorso, con una lettera al premier Matteo Renzi, a suggerire, per migliorare la scuola italiana, di realizzare iniziative che mettessero in luce i casi di docenti `straordinari´ per il loro operato e dunque meritevoli di essere in qualche modo premiati.

 

“MasterProf” si è ispirato proprio al Global Teacher Prize, spiegano in una nota gli studenti, ma di differente c’è che «non è una competizione, non ci sono giurie, scadenze, finalisti e vincitori. Qui – spiegano – valgono e verranno pubblicate tutte le storie che i ragazzi riusciranno ad individuare».

 

Sul sito ufficiale del progetto www.masterprof.it c’è sia la possibilità di fare segnalazioni (da parte di studenti, dirigenti, colleghi, amici, parenti) sia di autoproporsi. Una volta giunte le segnalazioni, i ragazzi inizieranno a pubblicare i MasterProf d’Italia.

 

«L’obiettivo che speriamo di raggiungere con questa nostra start up – sostengono gli studenti – è duplice: da un lato vorremmo far sentire gratificati tutti quegli insegnanti speciali che ci mettono l’anima nel loro lavoro e, dall’altro, vorremmo poter stimolare altri docenti a prendere ispirazione e, magari, modificare ed innovare il loro modo di fare scuola».