A un passo dalla “giusta” Riforma – Perseguendo la Bontà della Scuola

I Firmatari di riferimento all’articolo: “Perseguendo la Bontà della Scuola”

 

Mimmo Aprile (Docente Scuola Secondaria di II Grado)
Nelide Bellocco (Docente Scuola Primaria)
Lucia Astrid Brusa (Docente Scuola Secondaria di II Grado)

Titti Cimmino (Docente Scuola Secondaria di II Grado)

Mirella Cocchi (Dirigente Scolastico)
Maurizio Nastasi (Docente Scuola Secondaria di II Grado).

Marisa Vernengo (Docente Scuola Primaria).

 

Propongono alla Vostra cortese attenzione un documento di analisi e lettura critica al testo D.D.L. N. 2994-A, presentato dal Ministro dell’istruzione, dell’Università e della Ricerca (Stefania Giannini) di concerto con il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione (Madia) e con il Ministro dell’Economia e delle Finanze (Padoan), depositato in Parlamento il 20 / 03 / 2015, con l’auspicio di massima pubblicazione e diffusione. Tale articolo è frutto di una sintesi operata a seguito di una riflessione pluralista del Gruppo Twitter #HubDocet (Istruzione, Università e Ricerca), ospitante sia Docenti precari sia Docenti di ruolo, nonché Dirigenti Scolastici e numerose personalità della scena culturale e politica, in comunione d’intenti.

La riflessione di seguito riportata è risolta a grandi linee, entro punti essenziali che focalizzano maggiormente i contenuti dello stesso DDL evidenziandone gli snodi principali attraverso cui tratteggiare un quadro compiuto e chiaro per i non addetti ai lavori.

 

I gruppi social di riferimento (Facebook e Twitter)

 

Movimento Docenti Precari #gaeinruolo

GAE: Tutti e subito in Ruolo

Superamento Immediato del Precariato G.A.E della Scuola

Ora Basta!!! #vogliamosapere (La Buona Scuola secondo i Docenti Precari Storici)

#HubDocet (Istruzione, Università e Ricerca)

#iononsciopero

#ballespaziali

#labuonascuola

PERSEGUENDO LA BONTA’ DELLA SCUOLA

Dopo una mobilitazione di piazza organizzata per dire NO alla riforma della Scuola proposta dal Governo Renzi e di fronte al rischio sempre più conclamato che il NO sollevatosi da quelle piazze possa apparire come unitaria voce corale del mondo della Scuola, vogliamo con spirito costruttivo far sentire la nostra voce quella più defilata e meno rumorosa ma decisa e coesa.

Sono molti i Docenti precari storici nonché i Docenti in ruolo e i Dirigenti Scolastici che hanno partecipato sin dalle prime battute e attivamente alla consultazione online del Piano “La Buona Scuola” predisposta dal Ministero dell’Istruzione, applaudendo poi alle proposte innovative recate dal Ddl su “La Buona Scuola”, in esito alla suddetta consultazione. I detrattori, quelli che carsicamente emergono, chiedono ora un “confronto” non hanno risposto all’appello puntuale di un Governo, l’unico a nostra memoria, che da subito e per diversi mesi abbia aperto ad una consultazione cosi vasta. Essi hanno da subito criticato pregiudizialmente l’impianto complessivo del testo di riforma, fino a chiederne il ritiro. Noi invece non protestiamo contro il Ddl. Al contrario, abbiamo offerto i nostri contributi in fase consultiva, intervenendo sia come singoli docenti, sia come scuole di appartenenza, sia come partito politico di militanza, poi ci siamo interrogati sui contenuti del Ddl valutandone i miglioramenti in fase emendativa rispetto al testo iniziale e ora auspichiamo che esso diventi legge, seppur con qualche modifica residuale, al più presto.

Perché?

-Perché rafforza la cultura della responsabilità, della valutazione, della trasparenza e del merito ad ogni livello del sistema scolastico. Perché interviene finalmente definendo più compiutamente i contorni dell’autonomia scolastica che dalla sua normazione con il DPR 275/99 di fatto è ancora “incompiuta” così come nel 2012 l’aveva dichiarata l’on. Berlinguer che appose la sua firma al DPR stesso in qualità di Ministro della pubblica Istruzione. L’autonomia è ossigeno per l’istruzione nella misura in cui, grazie al Ddl, è possibile affrontare con strumenti più affinati, il primo imperativo categorico odierno dell’istruzione: cambiare l’impianto educativo alle radici, superando il dominio della trasmissione esclusiva e spostando l’accento sull’apprendimento e le nuove metodologie. Pensiamo al Piano nazionale scuola digitale che il Ddl introduce massivamente.

-Perché il piano straordinario di assunzioni previsto potenzierà le risorse umane per ogni scuola consentendo l’immediata attuazione dell’organico funzionale.

-Perché attraverso la proposta contenuta nel Ddl si definiscono le prerogative esclusive gestionali affidate al dirigente, coadiuvato da un Comitato di valutazione, bilanciandole con una valutazione rigorosa del suo operato.

-Perché incrementa sensibilmente come mai avvenuto prima le risorse destinate alla Scuola Italiana.

-Perché rende finalmente obbligatoria e continua la formazione del personale scolastico.

-Perché arricchisce il rapporto scuola – territorio in un’ottica di reale “autonomia” e sperimentazione.

Tutto ciò inscrivendosi nella cornice di una governance di una scuola dell’autonomia che vede nel ruolo del dirigente scolastico uno degli strumenti per la sua attuazione.

-Perché, muovendo con onestà dall’assunto che le risorse pubbliche non saranno mai del tutto sufficienti , il Ddl fa riferimento a “obbligazioni ad impatto sociale” quale esempio di “finanza buona” . Ciò «che premia il merito facilita il processo di equità sociale. Il merito non è il privilegio dei ricchi, ma la carta che hanno i poveri per riscattarsi».

Sosteniamo pertanto il piano assunzionale straordinario per coloro che sono iscritti a pieno titolo nelle Graduatorie ad Esaurimento o che scioglieranno la riserva entro Giugno 2015.

Condividiamo ampiamente gli intenti innovatori proposti nel complesso dall’impianto riformatore de “La Buona Scuola”, anche a valle del certosino lavoro di revisione in tempi serrati del Ddl da parte della VII Commissione Cultura, Scienza e Istruzione.

Pertanto non si è ritenuto assolutamente necessario condividere le ragioni e gli obiettivi di una mobilitazione generale (Sciopero del 5 Maggio 2015) rivolta al passato e alla vocazione del “nulla cambi” che si è mossa da un’opposizione pregiudiziale al Ddl espressione di un “immobilismo militante” di cui non si è parte, rimanendo convinti che sia necessaria un’assunzione collettiva di responsabilità perché si avvii l’auspicato cambiamento che, per contro, non temiamo.

Procedendo nell’analisi delle proposte contenute del Ddl abbiamo apprezzato l’istituzione dell’ “organico dell’autonomia” sulla base di una programmazione triennale elaborata dalla scuola che prevede risorse per i posti comuni e di sostegno (con possibilità di istituire posti in deroga) e quelli per il potenziamento dell’offerta formativa. Si potrà così dar vita alla tanto auspicata continuità didattica rispondente alle più attuali esigenze didattiche, organizzative e progettuali ascrivibili a tutti i “curricoli di base” di ogni Ordine e Grado di Istruzione.

Si prevede il potenziamento degli attuali Curricoli Ordinamentali incrementando l’acquisizione delle competenze di tipo linguistico, come l’Italiano (L2) per gli studenti stranieri e l’Inglese per tutti, con il supporto di discipline generaliste insegnate però in lingua straniera (modalità CLIL) e si spera esclusivamente ad ogni ultimo anno di corso del relativo ordinamento scolastico di appartenenza.

Vengono potenziate inoltre, correggendo e integrando gli attuali piani di studio, la Storia dell’Arte, la Musica, il Diritto e l’Economia, le Scienze Motorie, dalla Primaria alla Secondaria di II grado.

Ricorrendo ad “attività e corsi integrativi” extracurricolari, viene dato inoltre maggiore rilievo all’educazione civica ed ai corretti stili di vita (Educazione sessuale, ambientale, alimentare, stradale, ecc.) e si guarda al futuro attraverso lo sviluppo delle competenze digitali degli studenti (pensiero computazionale, utilizzo critico e consapevole dei social network e dei media).

Alla Secondaria di II grado, inoltre, il curriculum ordinamentale con ciò che verrà stabilito nel POF risulterà dunque flessibile e tali corsi, di tipo opzionale, saranno volti ad assecondare maggiormente le stesse esigenze dei discenti a carattere educativo, formativo e d’orientamento. Dunque sarebbe da intendersi come un processo d’inclusione a tutto tondo che vada oltre il consueto curriculum di corso ordinamentale stabilito dal Ministero.

Abbiamo salutato con soddisfazione l’integrazione all’interno del Ddl del precetto costituzionale della Repubblica italiana fondata sul lavoro che, come sosteneva Bruno Trentin, definisce l’essere sociale dell’individuo: il cittadino che studia, è istruito e lavora. Infatti l’alternanza scuola-lavoro è stata potenziata.

Almeno 400 ore nell’ultimo triennio degli Istituti Tecnici e degli Istituti Professionali e 200 in quello dei Licei per l’alternanza scuola – lavoro che sarà svolta in azienda, ma anche presso Enti Pubblici. A disposizione un fondo, a regime, di 100 milioni all’anno a partire dal 2016. Mentre 90 milioni vengono stanziati subito per l’innovazione didattica e la creazione di laboratori territoriali, aperti anche di pomeriggio, per orientare i giovani al lavoro e da utilizzare come strumento di contrasto alla preoccupante dispersione scolastica.

Viene istituito un Portale unico dei dati della scuola con la pubblicazione di tutti i dati relativi al sistema di istruzione, ossia i bilanci delle scuole, l’Anagrafe dell’edilizia, i dati dell’Osservatorio tecnologico, il Cv dei Docenti, gli incarichi di docenza conferiti e quant’altro dovesse risultare necessario rispetto “esclusivamente” al P.O.F con validità triennale.

I Dirigenti Scolastici, là dove necessario, potranno derogare alle attuali indicazioni nazionali riguardanti la formazione delle classi, utilizzando l’organico d’Istituto in maniera maggiormente flessibile onde evitare il costituirsi di “gruppi classe” troppo numerosi, favorendo cosi l’ambiente e i tempi di apprendimento dei discenti (Intelligenze Multiple, D.S.A, B.E.S incluse), nonché a sostegno dell’attività didattica ed educativa impostata dei docenti, nel pieno rispetto della libertà di insegnamento e nell’ottica di una valorizzazione delle rispettive competenze didattiche e culturali.

Prevista la Carta per l’aggiornamento e la formazione dei docenti, un voucher di 500 euro da utilizzare per l’aggiornamento professionale attraverso l’acquisto di libri, testi, strumenti digitali, iscrizione a corsi, l’ingresso a mostre ed eventi culturali. La formazione in servizio diventa obbligatoria e coerente con il Piano triennale dell’offerta formativa della scuola e con le priorità indicate di volta in volta dal Ministero.

Interessante l’istituzione del bonus annuale delle eccellenze destinato alla premialità dei docenti. Ogni anno il Dirigente Scolastico, confrontandosi col Comitato di valutazione – stante gli ultimi emendamenti vagliati dalla VII Commissione Cultura, Scienza e Istruzione, assegnerà un bonus al 5% dei suoi insegnanti per premiarli sulla base del merito per cui esse si saranno distinti.

Il Ddl è finalizzato ad offrire strumenti più adatti a ciascuna comunità scolastica affinchè essa offra un servizio di istruzione e formazione di qualità: premia i gli interventi migliori dal punto di vista della progettazione, della gestione e dell’attuazione. Tra i criteri stabiliti a priori, peseranno la qualità dell’insegnamento, la capacità di utilizzare metodi didattici innovativi, il contributo dato al miglioramento complessivo dell’Istituzione. Per il bonus vengono stanziati 200 milioni all’anno.

Il DDL prevede un bando per la costruzione di scuole altamente innovative, dal punto di vista architettonico, impiantistico, tecnologico, scuole green e caratterizzate da nuovi ambienti di apprendimento digitali. L’Osservatorio per l’edilizia scolastica, istituito presso il Ministero dell’Istruzione, coordinerà strategie e risorse per gli interventi. Vengono recuperate risorse precedentemente non spese da investire sulla sicurezza degli edifici. Stanziati 40 milioni per finanziare indagini diagnostiche sui controsoffitti delle scuole.

Il DDL prevede che il 5 per mille potrà essere destinato anche alle scuole. Con lo School Bonus, chi farà donazioni a favore delle scuole per la costruzione di nuovi edifici, per la manutenzione, per la promozione di progetti dedicati all’occupazione degli studenti, avrà un beneficio fiscale (credito di imposta al 65%) in sede di dichiarazione dei redditi. Cambia dunque l’approccio all’investimento sulla scuola: ogni cittadino viene incentivato a contribuire al miglioramento del sistema scolastico. Scatta poi la detraibilità delle spese sostenute dalle famiglie i cui figli frequentano una scuola paritaria dell’infanzia o del primo ciclo.

Si ritiene corretta e assolutamente compatibile, nonché rispettosa della legislazione vigente e della Costituzione Italiana (come per altro evidenziato dal recente pronunciamento della Corte Costituzionale Europea in merito al perpetuarsi della stipulazione di contratti a tempo determinato per più di 36 mesi da parte dell’Amministrazione Pubblica) la scelta di non contemplare nel piano assunzionale previsto di 100.000 unità, la II e la III fascia delle Graduatorie di Istituto, da sempre destinate esclusivamente all’assegnazione di supplenze temporanee brevi a carattere di “tempo determinato” a cura delle singole Istituzioni Scolastiche[1]. Infatti, i Docenti ivi inseriti accedono a tale collocazione di fascia ,ad esempio, nel primo caso con il possesso di un Titolo Culturale (Abilitazione all’insegnamento a seguito di Tirocinio Formativo Attivo), mentre nel secondo caso con il solo Titolo di Studio (Laurea).

Nessuno dei titoli sopra elencati ha però valenza equiparabile al titolo conseguito in seguito al superamento di un Concorso Ordinario per Titoli ed Esami o, di nuova tipologia, un Concorso per soli Titoli con Esame di Stato[2] conclusivo, entrambi a valore abilitante in esito al quale si acquisisce il diritto – costituzionalmente garantito all’assunzione nella PA a tempo indeterminato come nel caso dei Docenti noti anche come “Precari Storici” inseriti per “merito” da anni nelle Graduatorie ad Esaurimento (Gae)[3] le cui relative aspettative sono state costantemente disattese dai Governi precedenti. Lo stesso dicasi per i Docenti inseriti nelle Graduatorie di Merito del Concorso Ordinario bandito nel 2012.

Dunque, nel pieno rispetto del dettato costituzionale, il Ministro competente, Dott.ssa Stefania Giannini si appresta positivamente a risolvere con tali assunzioni una situazione di “precarizzazione permanente” insensata e protrattasi per troppo tempo, nella diffusa assuefazione ad un meccanismo perverso che sembrava non poter essere disinnescato.

Svuotate dunque le Graduatorie ad esaurimento, con l’immissione in Ruolo con contratto a tempo indeterminato di tutti gli aventi diritto in esse attualmente inseriti, si ritiene necessario un il tentativo di definitivo superamento del precariato .

I Docenti della II e III Fascia GI meritano il rispetto, la serietà e l’incoraggiamento al “merito” che troveranno nell’affrontare l’esperienza del Concorso Ordinario 2015, loro appositamente riservato, con un Bando Ministeriale che metterà a disposizione ben 60.000 Cattedre aggiuntive tenendo conto dei pensionamenti previsti nel prossimo triennio.

In conclusione, si evidenzia come sia dunque importante dare attuazione ad una vera autonomia funzionale non solo degli Istituti ma dei singoli Docenti. Per i Dirigenti Scolastici dovrà essere inoltre prevista una valutazione improntata al massimo rigore. Consapevoli comunque del fatto che nel passaggio da uno stato ad un altro ogni riforma necessita di un periodo “transitorio” di attuazione, non riteniamo così peregrina l’idea di istituire un organico curricolare ed uno dell’autonomia, gestendo il primo con il sistema attuale di reclutamento (a patto che si chiuda con la stagione delle graduatorie) e con un sistema diverso il secondo.

Le singole Istituzioni Scolastiche dovrebbero istituire una “Cattedra di scopo” o di Eccellenza (in perfetto stile Jean Monnet) o, ancora, figure di Middle Management (progettazione, innovazione didattica, staff) già invocate a valle della Riforma Brunetta sulla PA, che dovrebbero essere chiamare a coprire tali cattedre da un albo territoriale in cui si entra a domanda, su base volontaria.

E’ tempo di guardare al futuro, senza paura ma con grande curiosità, consapevolezza e partecipazione. Senza paura del cambiamento , senza paura della meritocrazia, ma anzi con la certezza che ciò che premia il merito, facilita il processo di equità sociale.

Aspettando #labuonascuola promessa, noi addetti ai lavori invitiamo i cittadini italiani ad informarsi, a conoscere e a condividere i documenti ufficiali predisposti dal Ministero e diffusi in rete con hashtag ‪#‎vogliosapere riguardanti una riforma del Sistema Nazionale di Istruzione e Formazione, magari non perfetta, ma sicuramente giusta e soprattutto da scrivere insieme a partire da adesso come cittadini consapevoli e co-interessati a partecipare alla definzione delle scelte per il bene comune.

La volta buona.

 

Infografica by Fabio Marcelli.

 

[1] Differenza tra Graduatorie ad esaurimento e Graduatorie di istituto: Le Graduatorie ad Esaurimento sono utilizzate per il 50% delle Immissioni in Ruolo (Contratti a tempo indeterminato) annualmente disposte e per il conferimento degli incarichi annuali da parte degli Uffici Scolastici Provinciali (fino al 31 agosto o 30 giugno), mentre le Graduatorie di Istituto sono utilizzate esclusivamente dai Dirigenti Scolastici per l’assegnazione di supplenze brevi o più o meno lunghe, e comunque a tempo determinato. Chi è iscritto nelle Gae compare per la stessa classe di concorso nella I fascia delle Graduatorie di Istituto, mentre mantiene il diritto all’iscrizione nella II o III fascia di istituto per le classi di concorso o posti di insegnamento per cui non possiede abilitazione con valore concorsuale, o possiede esclusivamente Titolo di Studio valido per l’accesso alla stessa.

[2] Al termine del percorso formativo, lo specializzando affrontava un Esame di Stato conclusivo, avente valore di prova concorsuale per l’ammissione alle graduatorie provinciali del personale docente (Ex Graduatorie Permanenti, ad oggi Graduatorie ad Esaurimento). L’esame consisteva in due prove, da svolgersi in due giorni consecutivi: Prova scritta, consistente nella progettazione di un percorso didattico su un tema assegnato a sorte; Colloquio orale, articolato sulla discussione dell’elaborato progettato in sede di prova scritta e sulla discussione di una relazione conclusiva, redatta dallo specializzando, concernente le attività di tirocinio e di laboratorio didattico svolte durante il percorso formativo affrontato.

[3] Le Graduatorie ad Esaurimento sono composte da quattro fasce. Dal 2002 è stato possibile inserirsi solo in III fascia, ad eccezione degli inserimenti nella IV fascia, avvenuti nel 2012 con dm n. 53/2012. Le fasce sono così costituite: I fascia: aspiranti inclusi in 2 province, in possesso dell’abilitazione o dell’idoneità e del requisito di 360 giorni di servizio entro il 13/05/96. II fascia: aspiranti in possesso dell’abilitazione o dell’idoneità e in possesso del requisito di 360 giorni di servizio entro il 25/05/1999. III fascia: aspiranti in possesso dell’abilitazione o idoneità conseguita con concorso a cattedre e posti per titoli ed esami indetto con DM del 06 aprile 1999 (scuola di infanzia), 02 aprile 1999 (scuola primaria), 01 aprile 1999 (Scuola secondaria); corso S.S.I.S. (Scuola di Specializzazione all’Insegnamento Secondario) o Cobaslid (corsi biennali abilitanti di II livello ad indirizzo didattico); sessioni riservate di cui alla legge 124/99, indette con OO.MM. 153/99; 33/2000; 1/2001; corso di Didattica della Musica; Scienze della Formazione primaria (gli ultimi ad essere inseriti con riserva nella III fascia delle Graduatorie ad esaurimento sono stati gli iscritti nell’a.a. 2007/08); Corsi speciali della legge 143/04: dm 100/04, dm 21/05, dm 85/05; corso di II livello c/o Conservatori o Istituti Musicali pareggiati; titolo abilitante conseguito in uno Stato membro dell’Unione Europea e riconosciuto dal Ministero. Docenti abilitati nelle sessioni riservate indette antecedentemente alla legge 124/99. IV fascia: istituita nell’a.s. 2012/13 in base al dm 53/12 per i docenti che negli anni 2008/09, 2009/10 e 2010/11 hanno conseguito l’abilitazione dopo aver frequentato i corsi biennali abilitanti di secondo livello ad indirizzo didattico (COBASLID); il secondo e il terzo corso biennale di secondo livello finalizzato alla formazione dei docenti di educazione musicale delle classi di concorso 31/A e 32/A e di strumento musicale nella scuola media della classe di concorso 77/A; i corsi di laurea in scienze della formazione primaria. La legge 296/06 ha trasformato le graduatorie permanenti in graduatorie ad esaurimento, pertanto non sono previsti nuovi inserimenti.


Firmatari di riferimento all’articolo: A un passo dalla “giusta” Riforma

 

Arianna Baldazzi (Docente Scuola Primaria)Titti Cimmino (Docente Scuola Secondaria di II Grado ) – Mirella Cocchi (Dirigente Scolastico) – Fabio Marcelli (Docente Scuola Secondaria di II Grado) – Maurizio Nastasi (Docente Scuola Secondaria di II Grado) – Maria Rosaria Sernicola (Docente Scuola Secondaria di II Grado ) – Vincenzo Terracino (Docente Scuola Secondaria di II Grado).

Alla cortese attenzione della Redazione

Inviamo il seguente articolo condiviso, allo scopo di chiarire in modo inequivocabile la propria favorevole posizione rispetto al D.D.L. N. 2994-A presentato dal Ministro dell’istruzione, dell’Università e della Ricerca (Giannini) di concerto con il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione (Madia) e con il Ministro dell’Economia e delle Finanze (Padoan), con preghiera di pubblicazione e la diffusione. Il Ddl sopra citato sulla “Riforma del Sistema nazionale di Istruzione e Formazione” conosciuto col nome “La Buona Scuola” presentato lo scorso Marzo in Parlamento, dopo una consultazione sociale pubblica iniziata il 15 Settembre 2014 – giorno in cui è stato presentato il documento – terminata il 12 marzo 2015, giorno in cui è stato approvato in CdM il Disegno di legge. Sono stati coinvolti quasi due milioni di persone, prestando ascolto ai suggerimenti propositivi e migliorativi pervenuti da tutto il comparto scuola, è attualmente in piena fase emendativa presso la VII Commissione Cultura, Scienza e Istruzione. E l’ascolto non è concluso: il Ddl contiene, infatti, molte differenze rispetto al testo iniziale. Motivo per cui si ritiene importante far giungere le proprie ragioni chiare e debitamente argomentate a sostegno di questo disegno di legge che porta ad un cambiamento necessario ed epocale del Sistema di Istruzione Nazionale.

 

I gruppi social di riferimento (Facebook e Twitter)

 

Movimento Docenti Abilitati #gaeinruolo

GAE: Tutti e subito in Ruolo

Superamento Immediato del Precariato G.A.E della Scuola

Ora Basta!!! #vogliamosapere (La Buona Scuola secondo i Docenti Precari Storici)

#HubDocet (Istruzione, Università e Ricerca)

#iononsciopero

#ballespaziali

#labuonascuola

 

A un passo dalla “giusta” Riforma

Investire sulla conoscenza e sulla cultura rappresenta, soprattutto alla luce di una grave crisi economica per altro ancora in corso, una necessità per qualsiasi Nazione che voglia guardare al futuro. La crescita del capitale fisico di un Paese, di quello convenzionalmente misurato, spiega una parte piccola della crescita del reddito; la ricerca delle migliori spiegazioni in merito testimonia, avvalendosi di un imponente ammontare di prove circostanziali, l’importanza economica del capitale umano, con specifico riferimento all’istruzione. Nel nostro Paese occorre investire nel capitale umano attraverso accorte politiche dell’istruzione e della formazione che definiscano percorsi migliorativi del Sistema scolastico già oggetto da troppi anni di revisioni parziali e frammentarie, mai inserite in un quadro realmente sistemico all’interno del quale tutte le questioni potessero trovare reciprocità di collegamenti, precludendo quindi il miglioramento continuo dello stesso per essere sempre più efficacemente rispondente alle esigente del tempo e dei territori.

I problemi della scuola italiana sembrano discendere soprattutto dal modus operandi del Sistema di Istruzione e dalla sua interazione con le aspettative di famiglie e studenti. In tal senso, pure considerando le già efficienti realtà scolastiche esistenti si ritiene che esse debbano essere alimentate con un rafforzamento dell’autonomia e dell’accountability delle singole scuole, anche nel governo del personale, intervenendo altresì a sostegno delle scuole più in difficoltà con un programma nazionale articolato su base regionale. Una efficace riforma dovrebbe esser tesa ad innescare una maggiore qualità del servizio scolastico sulla base di regole certe e stabili che favoriscano anche la valorizzazione del merito, rendendo di fatto compiuta una maggiore autonomia delle istituzioni scolastiche, già sancita dal DPR 275/99, onde far emergere una struttura più differenziata dell’offerta formativa certificata dal Bilancio sociale che ciascuna scuola dovrebbe redigere in ottemperanza ai principi della trasparenza e della buona amministrazione.

Si prende atto, pertanto, che quello in carica è indiscutibilmente il Governo che ricomincia ad investire massivamente sulla scuola, sia in termini politici e sociali, sia per quanto concerne le risorse umane ed economiche, secondo parametri quantitativi mai utilizzati prima.

Per queste ed altre motivazioni si ritiene del tutto soddisfacente il progetto di riforma “La Buona Scuola” del Governo Renzi, nel suo complesso, e se ne sostiene convintamente l’approvazione affinché diventi effettivamente Legge dello Stato entro il 15 / 06 / 2015, essendo fondamentale per l’attuazione e funzionamento a regime immediato della stessa, la stabilizzazione del corpo docente precario inserito a pieno titolo nelle graduatorie ad esaurimento (Gae) e nelle graduatorie di merito (Gm), stimato in poco più di 100.701 unità.

Si ribadisce infatti che quanti risultano inseriti nelle suddette Graduatorie sono tutti docenti che hanno superato due differenti tipologie di prove concorsuali in qualità di vincitori, oltre ad aver conseguito nel corso di questi lunghi anni di precariato, aggiornamenti professionali con di titoli di servizio, master e titoli culturali di diversa tipologia. Una formazione continua sul campo e sostenuta per iniziativa privata sempre e comunque a proprie spese, con grande sacrificio di tempo e con il senso del dovere di chi è responsabile del proprio ruolo anche in vista dell’investimento in quel “futuro” che finalmente la “Buona Scuola” riconosce doverosamente loro. Con l’attuazione dell’organico dell’autonomia, di pari passo con la progettazione del POF di Istituto (Piano Offerta Formativa), programmato secondo la proposta contenuta nel Ddl su base triennale consentendo una maggiore efficacia ed efficienza di attuazione dello stesso, si potrà letteralmente “smontare” la scellerata riforma Gelmini, che ha innescato la staffetta comportamentale dei ricorrenti a ciclo continuo, ha diffuso un malcontento generalizzato e ha provocato una diffusa gestione del tempo scuola poco efficace congiuntamente ad una mancata valorizzazione degli attori in esso coinvolti. Senza beneficio alcuno per il sistema d’Istruzione, ormai definitivamente al collasso. La riforma de “La Buona Scuola” inoltre consentirebbe al Dirigente Scolastico, sentito il Collegio Docenti, di progettare il proprio Piano triennale dell’Offerta formativa tenendo conto della realtà territoriale in cui è inserita la Scuola, assecondando così le valenze e le necessità proprie, da portarsi a compimento con l’approvazione finale del Consiglio di Istituto. Il tutto nel rispetto del principio sempre invocato e raramente agito di democrazia partecipativa nei processi decisionali della PA tra cui la scuola è annoverata. Non è difficile immaginare, ad esempio, la riattivazione dei “moduli” nella Scuola Primaria oppure lo svuotamento delle attuali “classi pollaio” che caratterizzano soprattutto la Scuola Secondaria di II Grado, nonché il ripristino dei quadri orari negli Istituti Tecnici e Professionali, aumentando se necessario il tempo scuola per gli studenti che lo ritengano utile ed opportuno senza vincolo alcuno essendo la dotazione organica sufficiente al fabbisogno di ogni singola Istituzione Scolastica.

Come non vedere un netto miglioramento dell’attuale sistema, ormai vetusto e di gentiliana memoria, corrotto irrimediabilmente da sconsiderate e miopi politiche del “gioco al ribasso” di quanti affermavano convintamente e senza vergogna alcuna che con la “cultura non si mangia”? E’ mai possibile avere una tale livello di “corta memoria” in un Paese come l’Italia? E’ mai possibile che ad avere voce e a fare “rumore” assordante come al solito siano sempre e solo i detrattori e mai i sostenitori convinti, insinuando nell’opinione pubblica viziosa informazione che si distorce artatamente, in disinformazione?

Vasa inania multum strepunt, i vasi vuoti fanno un grande rumore!

A fronte di tale “rumore”, per contro, quanti docenti precari, docenti in ruolo, Dirigenti scolastici e altri rappresentanti del mondo della scuola sono stati ascoltati dai Media per poter ribadire con fermezza le proprie volontà ed esigenza di rinnovamento dell’Istituzione Scolastica, volano di un Paese intero? Lo stesso Ministero, a ben vedere, a seguito di uno sciopero indetto per il 5 Maggio scorso, si è reso disponibile ad incontrare questi detrattori, spesso armati esclusivamente di un’indignazione da bancarella frutto di un tam tam mediatico fatto di volantinaggio sindacale e corporativo mistificatore della realtà, o peggio ancora di insulsi sms diffusi a tappeto per alimentare il fuoco nemico contro una Riforma che nel suo complesso vanta aspetti più positivi che negativi, con alcune spigolature che in corso d’opera si stanno limando con il lavoro apposito della VII Commissione Cultura. Sta di fatto che nessuno, fino ad oggi, ha dato voce ai tanti che sostengono convintamente tale processo irreversibile di Riforma del Sistema Nazionale di Istruzione e Formazione.

Inoltre si intende sottolineare la protesta che proprio non si comprende, quella inscenata dai Docenti in ruolo. Di cosa dovrebbero preoccuparsi? Verrebbe da chiedere a quanti abbiano veramente letto e compreso il DDL, in cosa consista il “super potere”, così da quelli definito, che dovrebbe essere attribuito ai Dirigenti Scolastici di nuova generazione. Non sono proprio questi Docenti a ribadire più volte che i Dirigenti “fanno ciò che vogliono” nelle rispettive Scuole? Alcuni Dirigenti lavorano sicuramente in maniera impeccabile rispettando i dettami legislativi in materia di dirigenza scolastica. Altri un po’ meno ed altri ancora in modo del tutto inappropriato. E ciò accade anche tra i docenti, siamo tanti e non tutti uguali. Con la riforma “La Buona Scuola” questa situazione potrà solo migliorare e a nostro favore perché i Dirigenti, tanto quanto i Docenti, per la prima volta sarebbero soggetti a controlli e a valutazione. Se finora qualcuno non ha assolto al proprio dovere in maniera appropriata, avendo il suo operato ripercussioni su tutta la comunità scolastica e sull’opinione pubblica rispetto alla categoria, in futuro sarà obbligato a farlo con maggiore compiutezza offrendo prestazioni di qualità via via più elevata.

La nostra decisione di non aderire allo sciopero manifestatosi al 5 maggio scorso risiede nelle seguenti considerazioni: il nostro apprezzamento in toto dell’assetto riformatore de “La Buona Scuola” del Governo Renzi, presentato dal Ministro Stefania Giannini; l’interrogativo di quelli che fra noi sono precari storici per lo più da 10/20 anni e di quelli che fra noi sono docenti di ruolo, che come un mantra andiamo ripetendo, sul dove fossero i beneamati sindacati a difesa di tutti e al contempo di nessuno quando le già Ministro Moratti e Gelmini decidevano, in seno ai rispettivi Governi di appartenenza in carica, i drammatici e smisurati tagli alla scuola.

Prendiamo atto anche della manovra contro il Governo Renzi ad opera degli stessi sindacati che esultavano per una manciata d’assunzioni in ruolo di anno in anno, affermando che fosse già quello un grande successo ottenuto grazie alla loro lotta e oggi, a fronte dell’attuale proposta di piano assunzionale di ben 100.000 stipule di contratto a tempo indeterminato di docenti aventi diritto, costituzionalmente garantito, all’immissione nei ruoli della docenza. In forza di quale argomentazione i sindacati oggi dicono che le suddette 100.000 assunzioni non bastano e propongono, l’estensione di tale opportunità a quanti non ne abbiano né merito né diritto alcuno? Ricordiamo loro alcune norme prodotte dal Legislatore durante gli ultimi venti anni a detrimento della qualità dell’offerta formativa e delle progressioni professionali anche dei docenti precari di ultima generazione: Maestro Unico alla Scuola Primaria; riduzione degli organici dei Docenti di sostegno; decadimento di alcune classi di concorso e tipologie di insegnamenti; il fenomeno delle “classi pollaio” che hanno determinato numerosi esuberi tra gli insegnanti che si sono visti costretti a lavorare su più scuole; dimezzamento numero del personale Ata; tagli dei finanziamenti alle scuole per supplenze, forniture scolastiche ecc.; contrazioni delle scuole che non raggiungevano un certo numero di iscritti con conseguente accorpamento con altre sedi e riduzione del personale; blocco degli scatti di anzianità; blocco rinnovo dei contratti; svalutazione della figura della professionalità Docente, lasciata alla mercé di genitori e alunni irrispettosi di tale ruolo con conseguente resa di quasi tutti gl’insegnanti a situazioni che avrebbero potuto mettere a repentaglio anche la loro vita, oltre che il lavoro, nelle situazioni più a rischio. A valle di tutte le osservazioni di cui sopra, ci chiediamo: dov’erano i sindacati e i colleghi impegnati oggi a mistificare la realtà affinché il DDL del Governo Renzi venga ritirato? Sicuramente a crogiolarsi seduti alle loro cattedre ben saldamente o a strofinarsi le mani per gli immancabili ricorsi, mentre noi precari eravamo a scioperare e a fare una battaglia contro i mulini a vento, per lo più da soli. Oggi s’intravede la possibilità di un miglioramento netto che corregge le storture del sistema, note a tutti e stratificatesi negli anni, figlie delle cattive politiche scolastiche esibite, anche a colpi di riforme miopi rispetto all’orizzonte nazionale ed europeo, dai Governi di turno succedutisi nel tempo, mentre quei colleghi e i sindacati scesi nelle piazze si arrogano a nome di tutta la comunità scolastica il diritto di bocciare tali proposte!

Noi non ci stiamo! Argomentiamo le nostre ragioni a favore di una Riforma che a conti fatti la Scuola attende da troppi anni a differenza di ciò che è accaduto nel resto d’Europa o nei Paesi maggiormente sviluppati nei quali la figura Docente ha ben altri reputazione e riconoscimento sociale, cui corrisponde un profilo economico decisamente più alto che in Italia. Il piano dell’offerta formativa triennale non ci spaventa in quanto non dissimile dall’attuale modello del POF, piuttosto esso rafforza la capacità progettuale a medio e a lungo termine. La nostra professionalità potrà essere finalmente riconosciuta e premiata, o se necessario prima ripensata e poi valorizzata. A differenza di quanti pensano a questa riforma come un’agevolazione del clientelismo, come se fosse il Dirigente Scolastico ad avere potere di assunzione o di licenziamento a sue spese, noi ricordiamo a quanti amplificano questa enorme #balla spaziale di riflettere sul fatto che è il Ministero competente il datore di lavoro, spettando al Dirigente Scolastico la “gestione unitaria dell’istituzione scolastica”, come normato dal D.Lgs 165/2001. Il licenziamento di un docente resta materia già normata dalla legge Brunetta e dal CCNL, non è di competenza esclusiva del Dirigente, non essendolo per nulla in caso di licenziamento disciplinare pur restando in capo al Dirigente la responsabilità disciplinare unitamente a quella tipica del profilo, cioè la responsabilità dirigenziale. Tutti noi siamo ottimisti e guardiamo al futuro con la speranza di chi adesso intravede un futuro stabile finalmente, meritatamente.

 

 

Mai come ora è necessario appoggiare il cambiamento in materia scolastica con tali intenti riformatori, ad oltranza e senza paura. Riguarda tutti noi come comunità scolastica e civica informata di valori ispirati a cultura, famiglia, territorio, alternanza scuola – lavoro, processo di insegnamento – apprendimento, nuove tecnologie e nuove metodologie di lavoro. Il futuro non aspetta e tantomeno non lo si può “fermare”. Prima ne prendiamo atto e prima riusciremo a fare di tutto ciò un punto di forza personale e collettivo altamente professionalizzante. Se qualcuno non vuole condividere questo processo costruttivo e critico instaurato da mesi con il Governo, può sempre continuare imperterrito ad alimentare la propria passività, ma non di certo può ostacolare l’altrui futuro, non a nome di tutti. Anche questa è Democrazia. L’istituzione scolastica, grazie all’intero impianto del Ddl, finalmente porta a compimento quella sussidiarietà già recepita dalla legge costituzionale 3/2001, che muta il rapporto tra Stato e cittadini, rendendola una struttura sussidiaria a disposizione dell’utenza in un virtuoso parternariato tra famiglia, scuola ed istituzioni per la realizzazione di un servizio di istruzione, e formazione a misura di alunno di oggi preparandosi a migliorare le sue prestazioni per l’alunno di domani. Benvenuto futuro.

  • Sottostante Infografica by Fabio Marcelli

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