J. Cortázar, Bestiario

Oltre i limiti della materia

di Antonio Stanca

cortazarL’anno scorso nella serie “ET Scrittori” della casa editrice Einaudi di Torino è comparsa la raccolta di racconti Bestiario (pp.144, € 10,00) dello scrittore argentino in lingua spagnola Julio Cortázar. La traduzione è di Flaviarosa Nicoletti Rossini e Vittoria Martinetto. Introduce il libro un intervento critico di Ernesto Franco circa il Cortázar dei racconti e in appendice sono riportati due saggi dello scrittore relativi al genere letterario del racconto, alla sua storia, ai suoi autori, ai suoi contenuti, alla sua forma. Il testo originale di Bestiario risale al 1951 ed altre volte è stato tradotto e pubblicato in Italia e in altri paesi. E’ la prima raccolta di racconti di questo scrittore e contiene alcuni scritti in precedenza e comparsi isolati su giornali, riviste o rimasti inediti. Cortázar aveva cominciato a scrivere precocemente, quando ancora andava a scuola, a riprova di un impegno senza limiti. Di narrativa e poesia erano stati i primi scritti ed in seguito la sua scrittura aveva assunto direzioni tra le più diverse. Oltre che raccolte di racconti e di poesie avrebbe egli scritto romanzi, sarebbe stato giornalista, saggista, critico letterario, drammaturgo e avrebbe compiuto anche una vasta opera di traduzione.

Era nato nel 1914 a Bruxelles dove la famiglia si trovava allora perché il padre, diplomatico di carriera, era in missione. Quando aveva quattro anni erano rientrati in Argentina, a Buenos Aires, e qui il padre aveva abbandonato la moglie e il bambino. Julio crescerà con la madre e da lei deriverà l’amore per la lettura, la conoscenza, lo studio dei grandi scrittori del passato e del loro tempo. Sono gli anni della scuola magistrale, comincia a suonare il piano e s’innamora della musica jazz che ascolta alla radio. All’Università di Buenos Aires frequenta Lettere e Filosofia ma dopo i primi esami abbandona gli studi e si dedica all’insegnamento, poi alla traduzione, diventa traduttore pubblico, autore di articoli per giornali, di narrativa, di teatro. Cresce e s’intensifica la sua attività, conduce una vita molto riservata, cura quasi esclusivamente i suoi interessi fin quando nel 1951, insoddisfatto dell’ambiente culturale argentino, si trasferisce a Parigi rimanendo, però, legato a Buenos Aires, ai luoghi, ai tempi della sua infanzia e adolescenza e facendovi sistematicamente ritorno. A Parigi lavora come traduttore indipendente per l’Unesco, s’impegna in ampie opere di traduzione di autori di ogni paese e queste vengono regolarmente pubblicate. Intanto procede nella sua produzione letteraria che fa aumentare sempre più la sua notorietà. Nel 1963 il lungo romanzo Il gioco del mondo che narra delle sue esperienze tra Buenos Aires e Parigi e che si divide tra la rappresentazione della vita quotidiana e la ricerca di profondi significati interiori, diventa un caso letterario di livello internazionale. Cortázar viene invitato in Università straniere dove conferisce sulla propria opera, partecipa a Convegni di studio, a dibattiti pubblici in Francia e altrove, riceve molti riconoscimenti, è molto tradotto, è apprezzato da Borges, nel 1981 Mitterand gli concede la nazionalità francese, è presente in paesi quali Cuba e Nicaragua dove sono in corso rivoluzioni e si colloca dalla parte degli insorti a difesa dei principi di libertà, giustizia, uguaglianza, diventa un personaggio pubblico altamente qualificato e stimato. Ha continuato, intanto, a scrivere mostrando un impegno senza soste. Scriverà anche dopo il 1981 quando gli sarà diagnosticata la leucemia. Morirà a Parigi nel 1984, all’età di settant’anni.

Una generale ventata di rinnovamento hanno rappresentato la figura e l’opera di Cortázar. Egli non negherà di aver avuto dei maestri nella cultura e letteratura argentine e straniere ma si sentirà animato da un fervore che non limiterà la sua azione ad una produzione letteraria diversa da quella del contesto contemporaneo e la estenderà al sistema, al costume, alla vita, alla storia della sua epoca. Cortázar non è stato soltanto un autore d’eccezione ma anche un uomo che dei principi, dei valori, delle conquiste della sua opera ha voluto fare un patrimonio comune. La ricerca della dimensione spirituale della vita, la rappresentazione della vita come esperienza non finita, non limitata dalla realtà esterna, tutto ciò che lo scrittore si proponeva nelle sue opere l’uomo sosteneva negli interventi pubblici ai quali veniva invitato ed ai quali non si sottrasse mai. I lettori per l’uno, gli spettatori per l’altro costituivano il completamento delle sue aspirazioni.

Nei racconti questa ricerca dell’altro della vita assumerà aspetti fantastici, misteriosi, a volte sinistri ma rientrerà sempre nella concezione del Cortázar, nella sua convinzione che estesa è la vita, che altro c’è oltre quello che normalmente si vede, oltre la semplicità, la quotidianità degli ambienti e delle persone. Quest’altro lo scrittore s’impegna a scoprire, a mostrare anche nei racconti di Bestiario, l’altra vita che hanno i loro protagonisti pur essendo persone comuni. E’ un fenomeno che riguarda tutti vuol dire il Cortázar di ogni racconto: in Casa occupata due fratelli, in età matura, lasciano la casa paterna dove sono sempre vissuti perché l’aspetto di rumori sconosciuti, di presenze misteriose hanno assunto le inquietudini, le apprensioni portate loro dall’età; in Lettera a una signorina a Parigi un giovane innamorato scrive alla sua donna andata a Parigi per dirle che non riesce più a sopportare la vita nell’appartamento di Buenos Aires che lei gli ha lasciato poiché lo priva della condizione libera, naturale che sente propria, gli provoca un disgusto tale da fargli vomitare piccoli conigli; in Omnibus il desiderio di stare soli nutrito da due giovani ragazzi che si sono conosciuti e innamorati su un autobus fa loro assistere alla fuga di tutti gli altri passeggeri; in Circe l’avversione, l’odio della bella Delia verso il genere maschile la porta ad uccidere sistematicamente tre giovani che di lei si sono innamorati; in Le porte del cielo il bisogno che hanno della giovane Celina morta prematuramente il marito e un suo amico, fa credere loro di rivederla, riconoscerla in un’altra donna.

Sono i pensieri segreti, i problemi nascosti di queste persone e lo scrittore dà loro una forma, costruisce delle situazioni che li rappresentano. Sono situazioni particolari, assurde come appunto quei pensieri, quei problemi ma entrambi sono prodotti interiori, sono la prova di come finita è la materia ed estesa oltre ogni misura la vita dello spirito.