Prof apprendisti, poi di ruolo

da ItaliaOggi

Prof apprendisti, poi di ruolo

La novità nel ddl sulla Buona scuola. Vale dai prossimi concorsi e solo per le secondarie. Tre anni di prova a tempo determinato e stipendio ridotto

Antimo Di Geronimo

Gli aspiranti docenti delle secondarie, che vinceranno i prossimi concorsi a cattedra, rimarranno precari per altri tre anni. Lo prevede una delega contenuta nell’articolo 23 disegno di legge sulla scuola (AC 2994). I vincitori di concorso non saranno subito assunti a tempo indeterminato come avviene oggi.

Le nuove disposizioni prevedono che gli aspiranti docenti, che risulteranno ai vertici delle graduatorie di merito, saranno assunti a tempo determinato, con un contratto di formazione e apprendistato. L’importo della retribuzione sarà fissato per decreto e sarà inferiore a quello previsto per i docenti neoimmessi in ruolo e per i supplenti, che si aggira mediamente intorno ai 1300 euro mensili.

Il primo anno i docenti-apprendisti in formazione dovranno anche frequentare un corso di specializzazione presso l’università. Il corso, nell’intenzione del governo, servirà a completare la preparazione degli iscritti nel campo della didattica delle discipline afferenti alla classe concorsuale di appartenenza, della pedagogia, della psicologia e della normativa scolastica. E terminerà con un esame: gli standard di valutazione saranno fissati per decreto.

Nei due anni successivi al conseguimento del diploma, sosterranno degli appositi tirocini formativi. E poi, gradualmente, saranno avviati all’insegnamento «anche in sostituzione di docenti assenti, presso l’istituzione scolastica o presso la rete tra istituzioni scolastiche di assegnazione». L’accesso ai concorsi sarà riservato a coloro che risulteranno in possesso di un diploma di laurea magistrale o di un diploma accademico di secondo livello per le discipline artistiche e musicali, coerente con la classe disciplinare di concorso. I vincitori saranno assegnati a un’istituzione scolastica o a una rete tra istituzioni scolastiche.

In pratica spariranno i tirocini formativi attivi post laurea, della durata di un anno e con accesso a numero chiuso. Che attualmente costituiscono l’unico mezzo per ottenere l’abilitazione all’insegnamento per poi partecipare ai concorsi. E saranno sostituiti da un percorso triennale di apprendistato e formazione, al quale si accederà per concorso. Senza però maturare automaticamente il diritto ad essere assunti a tempo indeterminato al termine del triennio.

Allo scadere dei tre anni, l’apprendista docente dovrà sottoporsi al giudizio del dirigente scolastico, che deciderà se dare il via libera alla stipula del contratto a tempo indeterminato oppure disporre il licenziamento. Il giudizio sarà adottato dal preside sentito il parere, non vincolante, del comitato di valutazione. Che sarà composto dal dirigente scolastico, da due docenti e due genitori, nel caso della scuola secondaria di I grado. Oppure dal preside e da due genitori, ma da un solo genitore e da un alunno, se si tratterà di scuola secondaria di II grado.

Dopo la sottoscrizione del contratto a tempo indeterminato, il docente interessato non otterrà la sede, perché sarà inserito nell’albo regionale.

Il candidato dovrà attendere pazientemente di ricevere una proposta di incarico da parte di un dirigente scolastico, anche di una scuola diversa da quella dove avrà prestato il percorso di formazione. In ogni caso, i docenti che saranno assunti con questo sistema non avranno mai la sede di titolarità. Dovranno rassegnarsi a tenere sempre la valigia pronta e fare di tutto per piacere ai dirigenti scolastici, nella speranza di ottenere un incarico in una scuola non troppo lontana da casa