Il Pof cambia passo, la programmazione didattica sarà triennale

da Il Sole 24 Ore

Il Pof cambia passo, la programmazione didattica sarà triennale

di Lorena Loiacono

L’offerta formativa delle scuole, d’ora in poi, avrà una programmazione triennale. Il Pof, quindi, sarà varato ogni tre anni: entro il mese di ottobre dell’anno scolastico precedente al triennio di riferimento. A stabilirlo è l’articolo 2 del testo di riforma. Per formulare la programmazione dell’offerta formativa le scuole potranno contare sulle indicazioni fornite dall’Ufficio scolastico regionale in merito alla dotazione organica complessiva di cui potranno disporre.
La carta d’identità della scuola
Il Pof deve essere coerente con gli obiettivi generali ed educativi dei diversi tipi e indirizzi di studi a livello nazionale ma deve anche riflettere le esigenze del contesto culturale, sociale ed economico della realtà locale in cui insiste la scuola. Pur avendo durata triennale, il Pof può essere rivisto anche ogni anno sempre entro il mese di ottobre, per sistemare eventuali criticità riscontrate nell’applicazione del piano.
Nel Pof materie scolastiche, attrezzature e formazione dei docenti
La programmazione dell’offerta formativa deve contenere la progettazione curricolare, extracurricolare, educativa e organizzativa adottate dalle singole scuole. Deve indicare inoltre il fabbisogno di posti nell’organico dei docenti e di posti del personale Ata, il fabbisogno di infrastrutture e di attrezzature materiali e i piani di miglioramento redatti dalle scuole nell’ambito del procedimento di valutazione. Nel Pof devono essere inserite anche le attività di formazione per il personale docente e Ata e la definizione delle risorse che occorrono.
Chi approva il pof?
Il piano dell’offerta formativa viene elaborato dall’intero collegio dei docenti e non solo dal dirigente scolastico, come era previsto nella prima versione del Ddl. Gli insegnanti fanno comunque riferimento agli indirizzi e alle scelte di gestione e di amministrazione indicati dal preside che, a sua volta, ascolta anche le richieste delle associazioni dei genitori e degli studenti, nel caso delle scuole superiori. Una volta redatto, il piano viene approvato dal consiglio di circolo o di istituto e viene reso pubblico attraverso il sito della scuola.