Disabilità, “l’Aquila esempio positivo per qualità e quantità dei servizi”

da Superabile

Disabilità, “l’Aquila esempio positivo per qualità e quantità dei servizi”

Parla il presidente di Autismo Abruzzo Dario Verzulli. La città ha investito nel settore anche dopo il terremoto. “Ora deve accelerare e dotarsi di un ‘Dopo di noi’ per i disabili adulti”. “Dal fermento delle famiglie può nascere anche un indotto economico”

L’AQUILA – “L’Aquila è un esempio positivo, e purtroppo sconosciuto, di servizi offerti dal Comune ai disabili, un unicum per quantità e qualità a livello non solo regionale”: ad affermarlo è Dario Verzulli, presidente della onlus Autismo Abruzzo. “Da sempre – continua – il Comune dell’Aquila ha investito risorse per la disabilità e non ha smesso di farlo dopo il terremoto. È una cultura, intesa come disponibilità, conoscenza, attenzione, e sensibilità verso la diversità che altrove non esiste. Da quando abbiamo fondato Autismo Abruzzo onlus tocchiamo con mano ogni giorno i disagi di famiglie di disabili che non possono contare su una simile offerta”.
Nel capoluogo abruzzese, esiste un centro di trattamento intensivo che rispetta le indicazioni delle linee guida nazionali per l’autismo. Accoglie 18 ragazzi con attività dalle 3 alle 6 ore diurne. Un ragazzo autistico, oltre alle attività riabilitativa a totale carico del sistema sanitario, può ricevere, inoltre, 10 ore a settimana di assistenza domiciliare garantite dal Comune. Nelle altre città abruzzesi i più fortunati possono aspirare a 4 ore di assistenza domiciliare. È inoltre garantito un servizio di trasporto pubblico per la scuola e per il centro diurno. Cooperative specializzate garantiscono, per conto del Comune, un servizio efficiente in grado di soddisfare esigenze diversificate.

“La città, parlando di autismo – secondo Verzulli – è ora al punto di svolta: deve accelerare per creare un ‘Dopo di noi’ per persone adulte affette da autismo degno dell’alto standard di servizi già presenti sul territorio. Qualcosa c’è, ma non è abbastanza. Molto interessante, ad esempio, è il percorso condiviso fra la Asl e l’Aptdh, Associazione per la Promozione e la Tutela dei Diritti nell’Handicap, grazie al quale adulti affetti da autismo hanno la possibilità di affiancare alle attività del Centro per l’autismo della Asl, i servizi offerti dall’associazione e dal suo centro sociale. È un primissimo passo di preparazione verso il ‘Dopo di noi'”.

“È davvero ora – conclude il presidente della Onlus Abruzzo Autismo – di fare il salto culturale che permetta alla comunità di capire che non basta un container per accogliere i disabili, e alle istituzioni che oltre che dalla tutela dei loro diritti può nascere un indotto economico e un fermento sociale creato dalle famiglie, dal volontariato, dagli anziani attivi. In quest’ottica, fin dalla fondazione della onlus Autismo Abruzzo, stiamo lavorando per arrivare a recuperare strutture inutilizzate per costituire dei poli della solidarietà e alcuni appartamenti dei progetti C.a.s.e (complessi realizzati nel post sisma per accogliere provvisoriamente i cittadini che hanno perso la propria abitazione) da destinare alla residenzialità una volta liberi dalle famiglie colpite dal sisma.

In ambito regionale – conclude Verzulli – la nostra associazione è riuscita ad ottenere risultati tangibili: a Teramo e a Pratola Peligna, in pochi mesi sono state realizzare strutture molto accoglienti e funzionali che presto offriranno i loro servizi all’utenza. Ora aspettiamo che L’Aquila sappia cogliere la sua occasione per diventare città di riferimento regionale per l’autismo e per i servizi collegati al “Dopo di Noi”. (Elisa Cerasoli)