R. Bortone, Fare scuola in un mondo che cambia

Rita Bortone, Fare scuola in un mondo che cambia
Riflessioni e strumenti per chi dirige e per chi insegna
ISBN 9788894043242, 432 pagine, Nike, 2015

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Prefazione

Parte prima
La scuola in una società che cambia: contesti e responsabilità, problemi e prospettive

Dirigere la scuola in una società che cambia
Esiti e processi formativi: responsabilità e azioni del dirigente scolastico
Condividere un’idea di scuola
La scuola contemporanea: conservazione della modernità o annuncio della barbarie?
Per una funzione termostatica della dirigenza
Le responsabilità del primo ciclo
Un’etica per l’autonomia
Una scuola lenta in un mondo che corre
Educare alla ricerca ai tempi di Internet
Lettera di una Preside ai nuovi Dirigenti

Parte seconda
Indicazioni e Riordino, curricolo e competenze: formazione per una cittadinanza attiva

Attraversando le Indicazioni per il primo ciclo: quel che resta degli scontri
La scuola del Riordino: competenze e dintorni nei nuovi Istituti Tecnici e Professionali
La scuola del Riordino: la domanda dei Licei
Il curricolo fra verticalità e trasversalità
Curricolo e cittadinanza
Un curricolo situato
Questioni di competenze, di disciplinarità, di interdisciplinarità
Competenze e prestazioni di realtà
Sviluppare competenze o preparare agli esami di stato?
E se ricominciassimo a parlare delle conoscenze?

Parte terza
La progettazione e la valutazione

La progettualità, condizione di esercizio dell’autonomia
Progettare: questioni di forma e di sostanza
Progettare il curricolo d’Istituto: trasversale e disciplinare insieme
Riordino: come cominciare
E adesso, il recupero!
La valutazione: Indicazioni e problemi
In uscita dall’obbligo: come certificheremo?
Un modello di certificazione delle competenze per la scuola del primo ciclo
Appunti e noterelle sul miglioramento degli esiti formativi

Parte quarta
La professione docente

La centralità della didattica
Per ‘governare l’esperienza’, pensiero critico
Didattica per le competenze: ma la competenza didattica?
Intellettuali o manovali?
Leggere non è più di moda?
Quando progettare è una gioia
Un piano triennale di formazione


 

Prefazione

Molte volte mi è stato chiesto di raccogliere le mie mille carte e chiacchiere formative e di delineare in maniera organica la mia idea di scuola, maturata negli anni attraverso la riflessione e l’esperienza di preside e di formatrice.
La scuola pubblica ha rappresentato, e rappresenta tuttora, non solo una mia grande passione, ma anche lo spazio attraverso il quale ho espresso il mio impegno sociale e politico: il più delle volte dunque ho vissuto le scelte professionali come strumenti della mia caparbia e forse ingenua (o arrogante?) determinazione a contribuire, in accordo o in disaccordo con le riforme via via intercorse, al miglioramento del sistema d’istruzione.
A raccogliere le mie mille carte e chiacchiere formative e a dare ad esse una organicità di pensiero non sono ancora riuscita. Ma con pretese molto più modeste mi limito, in questo volume, a raccogliere gli articoli da me scritti in circa quindici anni di collaborazione con la rivista Scuola e Amministrazione.
Anche questa è una vecchia idea, accarezzata molte volte con l’intento di regalare ai miei figli (qualora mai lo dovessero desiderare!) la possibilità di leggere gli scritti di una mamma disordinata, che per decenni ha confusamente distribuito i suoi pensieri tra riviste ed appunti.
Mi sono imposta di concretizzarla quando si è cominciato a parlare del concorso per la dirigenza e del concorso a cattedra, e quando ho considerato che i miei articoli potevano forse costituire un utile patrimonio di stimoli, di riflessioni e di strumenti anche per aspiranti dirigenti e docenti.
Gli articoli raccolti non sono tutti quelli che ho scritto. Alcuni li ho eliminati perché troppo legati al contesto in cui erano nati, altri li ho accorpati perché trattavano tematiche affini, pur se affrontate in tempi diversi. Le quattro parti del volume raggruppano comunque gli scritti secondo chiavi di lettura adottate oggi.
In molti articoli ho conservato, oltre agli argomenti di interesse attuale, che sono la gran parte, alcuni brevi elementi riferiti al contesto politico in cui sono nati: mi sembra che possano costituire per il lettore interessanti richiami alla storia recente e possano arricchire di significato la lettura.
A prima vista apparirà che alcuni degli articoli si rivolgano privilegiatamente ai dirigenti, e altri privilegiatamente agli insegnanti. In realtà si muovono tutti nello spazio culturale e professionale che a mio avviso dovrebbe costituire oggetto della comune ricerca didattica e organizzativa di dirigenti e insegnanti.
Si tratta comunque, pur sempre, di scritti nati volta per volta su argomenti dettati dagli eventi o da bisogni segnalati dalle scuole in fase di interpretazione e attuazione di norme e riforme. Il volume, nonostante il lavoro di accorpamento e di connessione, presenta pertanto i caratteri della non esaustività, della discontinuità, a volte della ripetitività di concetti e formule linguistiche.
Poiché gli articoli hanno carattere illustrativo, tecnico o politico, più che scientifico, anche i riferimenti bibliografici restano episodici e non sistematici.
Questa raccolta viene dunque alla luce. E viene alla luce in un momento di particolare drammaticità per la scuola italiana. Oggi, 5 maggio 2015, mentre scrivo questa prefazione, le piazze d’Italia sono piene di insegnanti che manifestano il proprio dissenso nei confronti di una idea di scuola (la cosiddetta buona scuola del governo in carica) che a molti sembra minare le fondamenta di una scuola pubblica democratica.
Non è certo questo lo spazio per analizzare il precario stato di salute della scuola italiana o le ragioni che si scontrano nella crescente complessità del sistema. Certo arrivano al pettine nodi problematici antichi e non facili da sciogliere, che rendono sempre più urgente una riforma generale e profonda del sistema ed esigono politiche sapienti e consensi forti.
Non so cosa accadrà nella scuola italiana nell’immediato futuro, come saranno distribuiti i poteri e le responsabilità, come e se saranno riconosciuti meriti e premi, quali organici utilizzerà l’offerta formativa degli Istituti e con quali obiettivi: purtroppo i problemi della formazione dei giovani resteranno comunque, e continueranno ad esigere, in dirigenti e docenti, comuni strumenti professionali e comuni atteggiamenti culturali ed etici, senza i quali nessuna buona scuola potrà mai realizzarsi.


Rita Bortone dal 1971 ha insegnato Lettere e dal 1985 è stata Preside nelle Scuole Medie. Ha presieduto il Cidi Lecce. Collabora con riviste professionali su temi di carattere culturale, organizzativo e didattico. Ha svolto e continua a svolgere attività di consulenza, formazione e aggiornamento nelle scuole di varie regioni italiane.

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