Scrutinare

SCRUTINARE SCRUTINARSI VALUTARE VALUTARSI di Umberto Tenuta

CANTO 472 Il lavoro realizzato, con opportuni aggiustamenti, durante un intero anno scolastico.

Con quali risultati?

Quanti dei nostri giovani studenti hanno raggiunto le mete previste?

Un anno scolastico termina ed uno nuovo occorre cominciare a programmare.

Iniziando dall’accertamento dei risultati raggiunti.

 

La vita non si interrompe.

Ha le sue pause, utili pause, utili per fare il punto sui risultati raggiunti e per mettere a punto l’itinerario venturo.

Anche nella scuola.

Un anno scolastico termina ed uno nuovo se ne comincia a programmare.

E il primo passo della programmazione è la valutazione.

La Valutazione nella forma degli scrutini e degli esami.

Come scriveva Roberto Zavalloni, <<La valutazione è il momento della esperienza educativa… nella quale l’educatore riesce a comprendere per quale itinerario riuscirà a prestare il suo aiuto, quello cioè che legittima la sua funzione, affinché la ricchezza del potenziale educativo (intelligenza, linguaggio, affettività, socialità, volontà, memoria, ecc.) si traduca in libertà personale, in coscienza (intesa, alla maniera dello Spranger, come sorgente normativa), in volontà morale, in creatività: senza nessuna manomissione, senza alienazione di sorta>>[1].

Scrutinare, dunque, significa scrutare, osservare, verificare fino a che punto le mete formative previste nella programmazione per i singoli studenti sono state raggiunte.

Quindi, gli scrutini, gli esami, le valutazioni non riguardano affatto gli studenti, ma l’efficacia del progetto educativo che i docenti hanno programmato ed attuato.

Il problema è che nella scuola per la formazione di base la valutazione non dovrebbe essere cosa che interessi gli alunni.

Ha scritto Roberto Zavalloni che non si valuta per sanzionare ma per educare, aggiungendo che nella valutazione l’alunno è solo il testimone del successo o degli insuccessi delle strategie didattiche, atteso che la metodologia didattica del Mastery learning afferma che almeno il 97% degli alunni può raggiungere la padronanza negli apprendimenti.

Qualcuno dirà che pure qualcosa l’alunno dovrebbe metterci, se non altro la sua buona volontà.

E Don Milani risponde che agli svogliati occorre dare uno scopo!

Insomma, il destino dei giovani è nelle mani dei suoi educatori, genitori, docenti, società educante tutta.

Scrutiamo, dunque, per scoprire:

  • come meglio motivare i nostri studenti;
  • attraverso quali strategie di apprendimento possono più efficacemente perseguire i loro obiettivi formativi.

Certamente, noi docenti non reciteremo il mea culpa, ma diremo che nel prossimo anno ci impegneremo a fare meglio.

Siamo certi che anche i nostri giovani studenti si assoceranno a noi e dichiareranno che anch’essi si impegnano a fare meglio, confidando nella nostra professionalità.

Una professionalità che gli scrutini e gli esami ci aiuteranno a migliorare.

Come è nostro grande desiderio.

 

PER APPROFONDIRE

http://www.edscuola.it/archivio/didattica/valselform.html

http://www.rivistadidattica.com/programmazione/programmazione_55.htm

[1] ZAVALLONI R., Valutare per educare, La Scuola, Brescia, 1961