G. Sapienza, L’arte della gioia

Goliarda Sapienza, L’arte della gioia
Einaudi, Torino 2008

di Mario Coviello

 

artedellagioiaMi ha fatto compagnia dall’inizio di quest’anno il romanzo “L’arte della gioia” di Goliarda Sapienza. In 511 pagine l’autrice ci fa vivere con Modesta “una carusa tosta”, che attraversa la storia del Novecento fino agli anni della ricostruzione dopo la seconda guerra mondiale, in una Sicilia, viva, vitale, sanguigna, umorale come lei. Modesta è sempre affamata di vita, d’amore. Impara a diventare amica generosa,madre affettuosa,amante sensuale, da povera sa diventare ricca,da ignorante sapiente. E non rinuncia mai alla sua essenza di donna, combatte per rimanere se stessa, contro gli uomini e le donne che incontra e la società che la vogliono limitare,costringere. Ama profondamente e con passione uomini e donne ed è sempre capace di ricominciare, coltivando l’arte della gioia, in corsa per il mondo, che la ostacola, ma non la vince, e dal quale spreme ogni possibilità di piacere, senza sottrarsi al dolore e alla perdita. Modesta: una donna vitale e scomoda, potentemente immorale secondo la morale comune.

L’arte della gioia è un romanzo sfrontato, profondo, vitale, pulsante, vero. È un corpo contundente con il quale Goliarda Sapienza intendeva colpire e scuotere dal torpore la società letteraria e intellettuale italiana.

L’arte della gioia è un libro postumo: giaceva da vent’anni abbandonato in una cassapanca e, dopo essere stato rifiutato dai principali editori italiani, venne stampato in pochi esemplari da Stampa Alternativa nel 1998. Ma soltanto quando uscì all’estero – in Francia, Germania e Spagna – ricevette il giusto riconoscimento.

goliarda_sapienzaGoliarda Sapienza è insieme a Sibilla Aleramo la più trasgressiva scrittrice del ‘900. Racconta di lei Dacia Maraini  “Sempre senza soldi, aveva un rapporto col mondo da zingara girovaga e festosa. Continuava a dividersi fra la disperazione e l’entusiasmo. I suoi libri portano l’impronta di una straziata e tenera sicilianità: il suo linguaggio ricco, fastoso, tende ad un lirismo barocco tutto sensualità e dolore”.

Nella vita “scandalosa” di Goliarda non manca il carcere per un furto di gioielli; attrice prima che scrittrice, Goliarda ha lavorato anche per il cinema, da Blasetti a Comencini, da una piccola parte in “Senso” di Visconti ai film di Citto Maselli, di cui è stata compagna per 18 anni, abbandonando poi il mestiere per dedicarsi al romanzo della sua vita.

Una volta diventa ricca, Modesta dice a se stessa: «no, non sarei diventata l’impiegata del mio patrimonio». Durante un dialogo tra uno dei suoi amanti e Modesta si ha l’opportunità di leggere queste battute: «- Tu sei ancora innamorata di quell’uomo! – Non di quell’uomo, Carlo, ma dell’accordo fisico che c’era tra di noi quando facevamo all’amore. – Diventi volgare, Modesta. – Per te tutto quello che è vero è volgare»

«C’è un limite preciso nell’aiutare gli altri. Oltre quel limite, a molti invisibile, non c’è che la volontà di imporre il proprio modo d’essere».

“Ci sono dei libri che ti restano appiccicati addosso. Che penetrano nella tua vita, fin dentro la trama dei pensieri, nelle letture che farai in seguito e filtrano nella tua scrittura, anche contro il tuo volere. “L’arte della Gioia” di Goliarda Sapienza è uno di questi libri”, ha scritto Chiara Mezzaluna. Con lei vi consiglio vivamente di non perdere questa occasione di vita.