Lo studio dell’economia in laboratorio: come e perché

Lo studio dell’economia in laboratorio: come e perché

di Jeanna Tolordava, Docente di Scienza Economica, Università Statale I.Dzhavahishvili, Tbilisi, Georgia

 

L’economia sperimentale è una scienza relativamente nuova che si è sviluppata rapidamente a partire dal 1980. Vernon Smith, premio Nobel 2002, ne è considerato il fondatore. Ha ricevuto il Premio Nobel per l’economia per il suo lavoro sullo studio dei meccanismi di mercato e per i metodi alternativi di rete sul mercato di economia sperimentale.

Il comitato Nobel, spiegando questo premio, ha riconosciuto che gli esperimenti economici Controlled sono diventati una componente integrante della ricerca economica, e che in alcuni casi hanno portato ad una revisione degli stessi postulati dell’economia. Ciò è stato reso possibile grazie alla ricerca in due specifici settori: gli studi di psicologia del processo decisionale e la creazione delle condizioni per l’Economia Sperimentale

Attualmente Vernon Smith è il direttore del, Centro Interdisciplinare per lo Studio di Economia (CIEM), presso l’Università George Mason di Washington. Oltre alla formazione degli studenti, il centro collabora con varie aziende, agenzie governative e altri governi in materia di economia sperimentale.

Il proficuo lavoro di V. Smith ha comportato lo sviluppo di metodi di indagine di laboratorio. Per 50 anni ha condotto migliaia di esperimenti con diverse categorie di persone: dai bambini ai magnati industriali e ai membri del Congresso. Il numero di laboratori di sperimentazione, i cui lavori sono pubblicati su una scala sempre crescente, è in rapida crescita in tutto il mondo. Oggi, il CIEM è il centro più famoso e considerato per lo sviluppo dell’economia sperimentale.

Va notato che gli esperimenti economici sono stati condotti in analogia con quelli di fisica, chimica e altre scienze naturali, con l’unica differenza che coinvolgono persone sollecite a prendere decisioni economiche in laboratori sperimentali o interessate allo svolgimento di giochi di role-playing, o di simulazioni.

Per decenni si è creduto che un metodo sperimentale di ricerca in economia fosse impossibile. Tuttavia in analogia con analoghe esperienze condotte nel campo della psicologia, si è operato in modo da creare un’economia sperimentale, la cui finalità fosse quella di creare situazioni artificiali in cui tutti i parametri del comportamento dei soggetti economici potessero essere controllati dallo sperimentatore in laboratorio.

In situazioni di laboratorio, in campo psicologico sono stati sviluppati esperimenti per consentire a un gruppo di partecipanti di sperimentare le attività connesse a un processo decisionale che fornisse un quadro del comportamento tipico degli agenti economici in condizioni controllate di laboratorio. Un vantaggio di questo metodo riguarda l’opportunità di osservare e articolare il comportamento del soggetto di fronte alle scelte da compiere in situazione economiche reali. Il che consente di esplorare all’interno dei processi decisionali i fattori che determinano le scelte compite dai soggetti in osservazione, a fronte della varietà delle opzioni che si prospettano all’agente economico in una situazione reale.

La metodologia in uso da parte dell’economia sperimentale consiste nell’adozione di metodi sperimentali per verificare la validità delle teorie economiche. Il che sta diventando una parte integrante della ricerca scientifica. L’esperimento in economia si basa su un certo numero di caratteristiche, rispetto alla sperimentazione nel campo delle scienze naturali. L’economia sperimentale può essere caratterizzata, quindi, come una prova della teoria economica dei concreti comportamenti dei singoli soggetti e costituisce un prototipo che consente di analizzare le azioni di agenti professionali effettivamente coinvolti nella soluzione di vari problemi in situazioni controllate.

Poiché la sperimentazione coinvolge l’uomo, e le sue azioni sono strettamente connesse alle sue personali caratteristiche, occorre ammettere che tali circostanze rendono quasi impossibile prevedere conseguenze o stabilire in modo assoluto la ripetitività dell’esperienza. Purtroppo, molti parametri del comportamento umano (ad esempio, l’avversione al rischio) negli esperimenti di controllo non sono possibili. Pertanto, al fine di trarre conclusioni valide, è necessario sviluppare procedure speciali al dine di progettare, organizzare e condurre l’esperimento. Attualmente, l’economia sperimentale ha intensamente sviluppato sperimentazioni attraverso il computer, settore nel quale le prospettive sono estremamente ampie.

Uno dei vantaggi di questi esperimenti consiste nel fatto che ciascuno di essi è realizzato con materiali significativi e impegni di lavoro altrettanto significativi. E necessaria un’attenta attività preliminare di progettazione, perché, nel caso di un esperimento fallito, i risultati attesi possono trasformarsi in gravi perdite, quali lo stress dei partecipanti e la perdita di attività e di iniziativa.

Nel 1994, nel suo saggio “Economia in laboratorio”, W. Smith ha formulato i sette motivi per cui gli economisti provano il bisogno di sperimentazione:

  1. la necessità di verificare una teoria o di valutarla in confronto con altre teorie;
  2. comprendere e capire perché la teoria ha fallito;
  3. stabilire la regolarità empirica come punto di partenza per nuove teorie;

4.confrontare le differenti condizioni di partenza (cioè, scorte iniziali degli agenti, i benefici ed i costi che incidono sulle dinamiche del mercato);

5.comparare le istituzioni collegate (con le quali originariamente si erano condivise le regole e le norme di scambio, così come il linguaggio della comunicazione di mercato);

  1. essere in grado di valutare le raccomandazioni in materia di politica economica;
  2. esplorare nuovi modi di progettazione istituzionale.

Il lavoro scientifico di V. Smith ha contribuito a diffondere ed apprezzare le moderne metodiche sperimentali in economia. E vi sono valide ragioni per considerarle positivamente. In primo luogo, gli studi sperimentali offrono l’opportunità di identificare gli effetti di diverse variabili e l’affidabilità di una teoria. Va considerato anche che i metodi economico-matematici per prevedere con precisione le variabili o i risultati e per verificare le ipotesi formulate non possono ancora tener conto delle caratteristiche soggettive del comportamento umano e del pensiero economico. In secondo luogo, gli esperimenti hanno permesso un nuovo modo di sottoporre ad analisi molti dei problemi metodologici della scienza economica. Di tratta di un’analisi che si estende fino alla verifica della validità di una teoria economica o di opinioni consolidate su alcuni fenomeni ad essa connessi.

Campi di applicazione della sperimentazione sono l’organizzazione e lo svolgimento delle attività economiche di molte istituzioni del mondo reale. V. Smith e i suoi colleghi hanno sviluppato un modello di mercato per il funzionamento delle borse in Arizona e del mercato dell’acqua in California, elemento essenziale per la produzione dell’energia elettrica. In particolare, il metodo proposto ha contribuito a prevedere, in sede di laboratorio, gli effetti della deregolamentazione del mercato do tale energia prima che tale processo venisse concretamente realizzato.

In futuro, l’economia sperimentale potrà assumere un posto di rilievo tra le discipline economiche. L’aumento della popolarità dell’economia sperimentale è dimostrato dalla diffusione di riviste quali il “Journal of Experimental Economics“, che hanno operato a lungo con successo in diversi paesi. In economia sperimentale particolarmente feconda è l’integrazione di modelli concernenti le “teorie dei giochi” e i relativi esperimenti. La “Modellazione Game” (business game) e la simulazione occupano giustamente una posizione leader in esperimenti di laboratorio. Oggi, dopo i risultati innovatori della ricerca universitaria ottenuti con metodi sperimentali, fanno parte dei corsi di lezioni sulla microeconomia attività che implicano la teoria dei giochi, l’organizzazione industriale, per non dire degli approfondimenti condotti con pubblicazioni mirate, testi ed enciclopedie. Occorre tuttavia riconoscere che nei lavori in corso in economia sperimentale i ricercatori e i laboratori speciali non occupano posizioni centrali nel curricolo formativo come accade invece in molte università straniere. Gli esperimenti di V. Smith spesso sono usati in forma di giochi nei corsi iniziali di economia, per dimostrare agli studenti il funzionamento del mercato.

Esistono molte pubblicazioni sulla specifica applicazione degli elementi di economia sperimentale per insegnare, in particolare, agli studenti la tecnologia di apprendimento attraverso l’economia sperimentale, a conferma del fatto che la formazione consentirà agli studenti di comprendere meglio il campo di applicabilità delle varie teorie economiche. Ad esempio, cambiando la “messa in scena” di un esperimento economico, è possibile modificare le condizioni iniziali per la costruzione del modello. E ciò sarebbe una buona lezione per coloro che non capiscono le condizioni in cui è possibile utilizzare l’una o l’altra teoria economica.

Concludendo, va sottolineato che l’economia sperimentale è riconosciuta come uno dei settori più promettenti della ricerca contemporanea, e che il campo di applicazione pratica di queste tecniche è in continua espansione. Ciò è facilitato dal fatto che la sperimentazione per l’economia è una nuova fonte di conoscenza della realtà sociale, e presenta altresì un deciso impatto sull’economia nel suo complesso.

 

BIBLIOGRAFIA

 

  1. Smith V. L. Economics in the laboratory, in “Journal of Economic Perspectives”, Vol. 8, N 1, 1994
  2. Голубцов А.А., Меньшиков И.С. Агрегированное равновесие лабораторных сетевых рынков. – М.: ВЦ РАН, 2007
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  5.    Tolordava J, Giochi di simulazione e formazione creativa Italia, in “EDUCATION 2.0”, gennaio 2012
  6. Tolordava J, Sustainable Development and Simulation Game Modeling: 26 the European Conference on operational research. Rome, Italia, 2013

 

NOTA – Della stessa autrice si veda: Giochi di simulazione e formazione creativa, in Educationduepuntozero del 4 gennaio 2012