Ritornare alla scuola della Costituzione, di tutti e di ciascuno

Ritornare alla scuola della Costituzione, di tutti e di ciascuno

di Maurizio Tiriticco

La difficoltà con cui procede al Senato la discussione sul ddl che intende riordinare il nostro SISTEMA di ISTRUZIONE sta a significare quanto questo provvedimento sia non solo impopolare, ma anche assolutamente insufficiente a sanare i mali che travagliano la nostra scuola. Si tratta di una difficoltà che per altro allontana giorno dopo giorno quell’assunzione dei precari che in effetti deve costituire solo un atto dovuto di giustizia e nulla ha a che vedere con provvedimenti altri che intendano riformare l’intero impianto del nostro SISTEMA EDUCATIVO DI ISTRUZIONE E FORMAZIONE (leggi 30/2000 e 53/2003).

La via da seguire è, a mio vedere, la seguente: 1) lasciar cadere in via definitiva il ddl attualmente in discussione al Senato; 2) varare uno o più provvedimenti che sanino in via definitiva la questione dei precari; 3) avviare una seria e condivisa proposta sul riordino dei curricoli, per liquidare l’attuale “spezzatino” verticale e orizzontale di gradi e ordini, eredità di una organizzazione scolastica funzionale per un modello di società ormai largamente superato. Basti pensare che i titoli di studio terminali tuttora rilasciati dal nostro Sistema di Istruzione non “dicono nulla” circa le reali COMPETENZE acquisite dallo studente e non lo sostengono né per il proseguimento degli studi né per l’accesso al mondo del lavoro, tanto meno a quello dell’Unione europea.

Va considerata, anche e soprattutto, la dimensione ormai europea, se non transnazionale, sia del “mercato” delle CONOSCENZE e della CULTURA sia del “mercato” della COMPETENZE e del LAVORO. L’European Qualifications Framework (2008), recepito dal nostro governo ormai da tre anni (si veda l’Accordo quadro Stato-Regioni per la referenziazione del sistema italiano delle qualifiche al Quadro Europeo delle Qualifiche, di cui alla Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 aprile 2008, siglato il 20 dicembre 2012), non può non costituire un efficace punto di riferimento per legiferare. A tutt’oggi nessuna iniziativa, se non di puro carattere formale ed esemplificativo, è stata assunta in proposito.

Inoltre, il riordino a cui si deve giungere non deve in alcun modo alterare la fonte costituzionale su cui il nostro SISTEMA di ISTRUZIONE (generalista, di competenza statale) e FORMAZIONE (professionalizzante al lavoro, di competenza regionale) si fonda, e i cui cardini sono:

  • garantire a ciascuno non solo di raggiungere il suo personale “successo formativo” (dpr 275/99), ma anche di “raggiungere i gradi più alti degli studi” (Cost. 34);

  • il diritto/dovere di ciascuno “all’istruzione e alla formazione per almeno dodici anni o, comunque, sino al conseguimento di una qualifica entro il 18° anno di età” (legge 53/03).

Il ddl di cui alla “Buona scuola” non solo non contempla i suddetti obiettivi, ma rischia di rompere quell’unitarietà dei processi di istruzione e formazione che, invece, devono costituire l’indiscusso polo di riferimento per qualsiasi riordino.

Ripropongo in questa sede la bozza di un possibile riordino dei curricoli, la quale può costituire la base di un confronto di merito su un tema che, non solo a mio vedere, costituisce il vero problema del nostro sistema di istruzione.


Per un riordino complessivo del sistema educativo di istruzione

tiriticco