Caregiver familiari, ricorso all’Onu per il riconoscimento dei diritti

da Superabile

Caregiver familiari, ricorso all’Onu per il riconoscimento dei diritti

Dopo aver incassato i “silenzi assordanti” delle istituzioni italiane, il Coordinamento nazionale famiglie disabili si è rivolto al Parlamento Ue. Ora l’appello arriva fino ai palazzi dell’Onu. Nel servizio di Alessandra Bartali il racconto di chi si occupa a tempo pieno di un parente disabile

ROMA – Farà ricorso all’Onu, per rivendicare il diritto al riconoscimento dei diritti e delle tutele dei caregiver familiari: la notizia arriva, stamattina, dal Coordinamento nazionale famiglie disabili, che annuncia: “Dopo svariati colloqui con un team di avvocati di altissimo livello internazionale, il Coordinamento nazionale famiglie disabili avvierà un ricorso all’Onu presso il Comitato per diritti delle persone con disabilità, il più alto organismo mondiale per la tutela dei disabili e delle loro famiglie. Da parte dei legali – continua la nota diffusa dal coordinamento – abbiamo trovato grande disponibilità, umana oltre che professionale, e pertanto i costi da affrontare saranno quelle per coprire le spese vive, ivi incluse traduzioni, spese di segreteria, bolli e tasse”.

Poiché il coordinamento non dispone di fondi pubblici né privati, ad ogni famiglia aderente è chiesto di contribuire con un importo di 50 euro: “è importante raggiungere almeno il numero di 200 partecipanti per raggiungere la cifra necessaria di 10.000 euro”, continua la nota. La richiesta contenuta nel ricorso è quella di sempre: che “in Italia vengano rispettati i diritti delle persone e delle famiglie con disabilità ad una vita piena e dignitosa”.

Così, il coordinamento si gioca la carta delle Nazioni unite, dopo aver incassato “assordanti silenzi” da parte delle istituzioni nazionali, come la bocciatura del ricorso da parte del Tribunale del Lavoro. All’indomani della quale , il coordinamento si giocò la “carta europea”, facendo arrivare la propria petizione al Parlamento europeo, che giusto pochi giorni fa ha riconosciuto alla richiesta la “procedura di urgenza”. Ora, il “grido” dei familiari caregiver oltrepassa anche i confini europei e arriva fino ai palazzi dell’Onu.

Affronta il tema “I badanti famigliari”, servizio audio di Alessandra Bartali trasmesso su Radio Colonia, che ha conquistato il Premio speciale della giuria di qualità de L’Anello debole 2015, nella sezione audio cortometraggi. Il premio, nato nel 2005 da un’idea di Giancarlo Santalmassi e promosso dalla Comunità di Capodarco di Fermo, viene assegnato ai migliori video e audio cortometraggi, giornalistici e di fiction, su tematiche a forte contenuto sociale e sulla sostenibilità ambientale. Dal 2010 il premio si svolge all’interno del Capodarco l’Altro festival. Il servizio raccolgie l’esperienza diretta di chi – quasi sempre donne – si occupa a tempo pieno, notte e giorno, di un figlio o un parente disabile. Sono fondamentali per il nostro welfare, fanno risparmiare fino a 1000 euro al giorno alla collettività, ma per la legislazione italiana non esistono e quindi non hanno diritti. In molti casi avevano un lavoro che hanno dovuto lasciare. (cl/cch)