Infanzia e nidi, altri due anni per avere il potenziamento

da ItaliaOggi

Infanzia e nidi, altri due anni per avere il potenziamento

La buona scuola non prevede neanche un’assunzione

Emanuela Micucci

Nidi e scuola dell’infanzia Cenerentola della Buona Scuola che uscirà dalla riforma, domani, in votazione nell’aula della Camera. Una parte del pacchetto delle deleghe al governo, infatti, riguarda il nuovo «sistema nazionale integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino ai sei anni», ma vedrà la luce entro 18 mesi. Intanto, per il settore 0-6 anni tutto resterà come prima. Per il momento. Nessuna innovazione didattica. Nessun potenziamento dell’offerta formativa. Nessun insegnante aggiuntivo, tranne probabilmente qualcuno tra 6.446 docenti di sostegno previsti dalla riforma.

A scorrere la tabella allegata al testo del ddl, infatti, il piano delle assunzioni non conta nessun posto per il settore dell’infanzia. Nel passaggio in senato si è solo stabilito, all’interno di questa delega, «la copertura dei posti della scuola dell’infanzia per l’attuazione del piano di azione nazionale per il sistema integrato anche avvalendosi della graduatoria a esaurimento per il medesimo grado di istruzione come risultante alla data di entrata in vigore della presente legge».

Nei prossimi due anni il settore 0-6 anni diventerà integrato, sarà cioè costituito dai servizi educativi per l’infanzia e dalle scuole dell’infanzia così da garantire ai bambini – precisa la delega – «pari opportunità di educazione, istruzione, cura, relazione e gioco, superando diseguaglianze e barriere territoriali, economiche, etniche e culturali, nonché ai fini della conciliazione tra tempi di vita, di cura e di lavoro dei genitori, della promozione della qualità dell’offerta educativa e della continuità tra i vari servizi educativi e scolastici e la partecipazione delle famiglie». Saranno, allora, definiti i livelli essenziali delle prestazioni del sistema 0-6 anni, sentita la Conferenza unificata, prevedendo «la generalizzazione della scuola dell’infanzia» e che personale educativo e docenti abbiano una «qualificazione universitaria» e una formazione continua. Saranno esclusi da questo settore «i servizi a domanda individuale». Saranno definiti «gli standard strutturali, organizzativi e qualitativi», «diversificati in base alla tipologia, all’età dei bambini e agli orari di servizio, prevedendo tempi di compresenza del personale dei servizi educativi per l’infanzia e dei docenti di scuola dell’infanzia», ma anche il coordinamento pedagogico territoriale e il riferimento alle Indicazioni nazionali.

Per potenziare la recettività degli asili si definiranno funzioni e compiti di regioni ed enti locali. Si istituirà «una quota capitaria cofinanziando i costi di gestione, da parte dello Stato, con trasferimenti diretti o con la gestione diretta delle scuole dell’infanzia e, da parte delle regioni e degli enti locali, al netto delle entrate da compartecipazione delle famiglie utenti del servizio