Docenti vel Medici

DOCENTI VEL MEDICI di Umberto Tenuta

CANTO 521 “L’infanzia in realtà non si conosce. Nel bambino cercano sempre l’uomo, senza badare a ciò che è il bambino prima di essere un uomo. È questo lo studio al quale mi sono più applicato, affinché si potesse comunque profittare delle mie osservazioni, quand’anche il mio metodo fosse falsato e campato in aria. Cominciate perciò lo studio dei vostri allievi: perché sicuramente non li conoscete affatto”(J.J. Rousseau, “L’Emilio o dell’educazione).

 

Maestri, Professori, Docenti, calma!

Non affrettatevi.

Aspettate che i vostri allievi ritornino nelle vostre aule.

E, quando tutti saranno arrivati, non cominciate a far lezioni.

Impegnatevi a conoscerli, perchè molto probabilmente non li conoscete affatto.

E se non li conoscete, non li potete aiutare ad apprendere.

Fate come i medici.

Nessun bravo medico prescrive una terapia senza aver formulato una diagnosi!

Per il bravo medico non c’è la bronchite, ma le bronchiti di Umberto e di Nellina, di Maria e di Stefania, di Aldo e di Raffaele.

Orsù, lasciateli parlare, camminare, andar di qua e di là, giocare i giochi che vogliono giocare, fare le cose che vogliono fare, leggere i libri che vogliono leggere …

Fateli agire.

Osservateli!

Ascoltateli!

Parlate con loro.

Fatevi loro amici e confidenti.

Vi diranno tutto di se stessi.

Non utilizzate le Prove Invalsi, ché servono solo a perder tempo.

Usate il vostro smartphone per fare una loro radioscopia.

Confrontate la vostra fotografia con quella dei vostri colleghi, i quali certamente avranno visto quello che voi non avete visto.

Solo quando li avrete conosciuti almeno un poco, accingetevi a elaborare il loro Piano educativo personalizzato (PEP), sulla base dei loro livelli, dei loro stili e dei loro ritmi di apprendimento.

Programmate assieme ai vostri colleghi, perchè i vostri allievi conoscano l’albero da un punto di vista interdisciplinare:

− linguistico: radici, tronco, fusto, rami, foglie, fiori, frutti…

*L’albero a cui tendevi

La pargoletta mano,

Il verde melograno

Da’ bei vermigli fior,

−matematico: (fillotassi, simmetrie, tronco di cono, crocifere…),

−geografico (Fitogeografia): foreste equatoriali, sequoie, banani, fichi, ulivi, querce… muschi, licheni…

artistico (educazione estetica): oh la bellezza dei fiori!!!

…….

Sulla base dei singoli Piani educativi personalizzati elaborate la Programmazione didattica a classi aperte.

Ancora una volta, imitate i medici.

Negli ospedali i malati non sono raggruppati per età come nelle classi, ma per tipologie di malattie.

E per ogni malattia c’è uno specialista.

Non esiste, né il docente tuttofare, né il docente valido per tutti gli alunni, tutti diversi l’uno dall’altro!

Le classi si scompongono e si formano gruppi interclassi, sia per caratteristiche personali, sia per discipline.

Personalizzate l’apprendimento!

Singoli allievi o gruppi si impegnano nella stessa attività di ricerca/riscoperta/reinvenzione/ricostruzione dei saperi.

Gli studenti non amano ascoltare le vostre ciance.

Le vostre litanie.

Le vostre nenie.

Oh quanto li addormentano!

Eppure essi fremono dal desiderio di risolvere problemi.

Si apprende meglio attraverso la soluzione di problemi (problem solving)[1].

Come scrive il Ferrari per la Matematica, ma l’indicazione vale ovviamente per tutte le altre discipline, <<invece di iniziare la trattazione di un argomento con una serie di definizioni, di teoremi e di corollari, si parte da problemi la cui matematizzazione e risoluzione porta alla scoperta di un concetto o allo sviluppo di una teoria>>[2]

Ed i docenti?

Preparate un orario in modo tale che l’insegnante più adatto si trovi nell’aula giusta, con il materiale più opportuno, al momento opportuno, per il ragazzo o per il gruppo di ragazzi che possano trarne il massimo beneficio”)[3].

Offrite ai vostri alunni i materiali:

  • concreti comuni (cianfrusaglie agazziane) e strutturati(materiali montessoriani);
  • virtuali, possibilmente 3D, sugli indispensabili Tablet;
  • Iconici, possibilmente 3D, sugli indispensabili Tablet;
  • Simbolici, per carità, anche sulle pergamene!

Ora, compilatevi i registri digitali.

Importante è che li lasciate in santa pace.

Lasciateli fare!

Acquisiranno, di prima mano, le conoscenze, le capacità e gli atteggiamenti che volevate far apprendere.

Ricordate bene che noi sappiamo veramente solo ciò che abbiamo scoperto da soli!

Ricordate bene che in una civiltà in rapido cammino ciò che soprattutto importa non sono i saperi ma le capacità di acquisirli.

E soprattutto il desiderio di acquisirli.

Il bisogno, l’interesse, la volontà di acquisirli.

L’accresciuta curiosità innata nell’uomo.

Che la scuola di ieri distruggeva.

E la scuola di domani coltiverà!

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:

http://www.edscuola.it/dida.html

Altri saggi sono pubblicati in

www.rivistadidattica.com

E chi volesse approfondire questa o altra tematica

basta che ricerchi su Internet:

“Umberto Tenuta” − “voce da cercare”

[1] In merito al Problem solving cfr.: MOSCONI G., D’URSO V. (a cura di), La soluzione di problemi. Problem-solving, Giunti-Barbèra, Firenze, 1973; KLEINMUNTZ B.(a cura di), Problem solving Ricerche, metodi, teorie, Armando, Roma, 1976; DUNCKER K., La psicologia del pensiero produttivo, Giunti-Barbèra, Firenze, 1969; WERTEIMER M., Il pensiero produttivo, Giunti-Barbèra, Firenze, 1965; DORNER D., La soluzione dei problemi come elaborazione dell’informazione, Città Nuova, Roma, 1988. Pe la problematica dell’ermeneutica, cfr: GENNARI M., Interpretare l’educazione. Pedagogia, semiotica, ermeneutica, La Scuola, Brescia, 1992; MALAVASI P., Tra ermeneutica e pedagogia, La Nuova Italia, Firenze, 1992.

[2] FERRARI M.,L’educazione matematica dai 13 ai 18 anni, in L’Educazione Matematica, C.R.S.E.M., CAGLIARI, Suppl. I, 1980, p. 45

[3] BAIR M., WOODWARD R.G., La pratica del team teaching, Loescher, Torino, 1973, p.36)